Ue: tempi lunghi per rifiuti e depurazione - QdS

Ue: tempi lunghi per rifiuti e depurazione

Giuliana Gambuzza

Ue: tempi lunghi per rifiuti e depurazione

mercoledì 20 Giugno 2012

Viaggio tra i progetti del Por 2000-2006 avviati ma non ancora conclusi, 10a puntata: discariche e reti fognarie/2. Impianti da milioni di euro bloccati per anni, e tante volte le cause restano “misteriose”

PALERMO – A rifiuti e acque reflue si tende a non pensare, visto che l’argomento puzza, e non solo in senso metaforico. Eppure, non si contano i progetti Por 2000-2006 incompleti, analizzati nel Rapporto regionale di esecuzione, che riguardano proprio le costruzioni dedicate alla loro gestione. Ecco perché il QdS vi propone un nuovo approfondimento sul tema, dopo la puntata pubblicata due settimane fa.
Si tratta di programmi non da pochi spiccioli. Tanto per fare un esempio, il costo dell’impianto di depurazione delle acque reflue di Avola, nel siracusano, supera gli 8 milioni di euro. Che cosa lo ha bloccato? Se ci avete seguito anche nelle precedenti tappe di questo viaggio tra le occasioni perdute, non vi sarà difficile immaginarlo: una proroga di 4 mesi, diventati poi 13. Ad allungare ulteriormente i tempi è intervenuta la redazione di una perizia di variante integrativa.
Un’opera analoga a Misterbianco (CT) – del valore di oltre 6 milioni di euro, di cui 400 mila non ammessi ai finanziamenti europei in quanto affidati con incarichi fiduciari – iniziata nel 2005, un anno dopo ha subito uno stop. Il motivo? L’annullamento dell’aggiudicazione della gara d’appalto. Si riparte grazie alla “parziale rinnovazione della procedura di gara”, che fissa alla fine del 2009 la consegna. Ma la durata dei lavori aumenta di ben un anno.
Fa sorridere con amarezza il caso di Palagonia (CT), dove il completamento del depuratore è stato sospeso, quando le operazioni sono ormai allo stadio avanzato, per “Perfezionare le modalità di consegna dell’impianto di depurazione al soggetto Gestore individuato dall’ATO di Catania, così da evitare eventuali furti degli impianti tecnologici ancora da installare (evento peraltro già accaduto in occasione dei lavori di primo stralcio)”. Come a dire che i siciliani non sono solo le vittime di cantieri che procedono al rallentatore, ma talvolta sono loro stessi la causa di questi ritardi.
È certo che non tutti i piani del Por si distinguono per chiarezza e trasparenza. Quali saranno mai le “Circostanze sopravvenute ed imprevedibili al momento della stipula del contratto” che hanno richiesto una perizia di variante – e un anno in più per la chiusura del cantiere – per un depuratore, del valore di quasi 8 milioni di euro, destinato a servire alcuni comuni del palermitano?
Anche in alcune schede del documento, a firma del dipartimento regionale della Programmazione, che sono relative allo smaltimento dei rifiuti, scarseggiano le informazioni importanti. In quella sulla realizzazione di oasi ecologiche a Petralia Sottana (PA) accanto alla dicitura “Data prevista per la sua operatività” campeggiano due bei punti interrogativi. E dire che la mancata conclusione riguarda solo l’ambito finanziario, dal momento che, al 30 giugno del 2009, scaduto il termine ultimo per chiedere l’autorizzazione delle spese, risulta rendicontata solo l’attrezzatura.
Anche l’ampliamento – da 6 milioni di euro e 730 giorni ipotizzati – di una discarica in una contrada del gelese non è completo; ma nessuno si preoccupa di specificare il motivo, né quando l’impedimento verrà meno.
 


L’approfondimento. Differenziata: ritardi nell’acquisto dei materiali
 
Indicazioni lapidarie anche per altri piani inclusi nel Por 2000-2006. “Lavori da ultimare” per un centro di raccolta dei rifiuti a Melilli (SR): ma se esso rientra nel documento che elenca le opere non concluse, non si capisce come la “Data di ultimazione prevista dal contratto d’appalto” e la “Data prevista per l’ultimazione dei lavori” possano essere entrambe fissate a luglio 2006. A Sant’Agata di Militello (ME), “Sospensioni e proroghe per lavori in più” sono la causa dello slittamento della consegna di una struttura per la raccolta differenziata. A una doppia interruzione lunga in tutto 172 giorni, infatti, si sommano “Degli imprevisti geologici durante il corso dei lavori che hanno previsto lo spostamento del piano di posa del parcheggio, con consequenziali variazioni tecniche, e una diversa distribuzione degli spazi interni della palazzina”. Ritardi, questi, più facili da comprendere, perché emersi durante manovre di costruzione, rispetto a quelli che si verificano se si tratta solo di acquistare i mezzi per isole ecologiche utili alla raccolta differenziata, come pure è successo in un altro caso. È vero, comprare 50.000 contenitori e 8 autocarri per il porta a porta e attrezzature varie e non è come fare la spesa al supermercato. Ma è davvero sufficiente a giustificare un (altro) progetto rimasto in stand-by?

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