Il caso della Raffineria approda a Roma - QdS

Il caso della Raffineria approda a Roma

Rosario Battiato

Il caso della Raffineria approda a Roma

martedì 26 Giugno 2012

Il senatore Giuseppe Lumia presenta un’interrogazione sull’impianto di Milazzo: in ballo la sicurezza di lavoratori e cittadini. Partendo dal rapporto di sicurezza, le verifiche sismiche e il rischio idrogeologico in evidenza

ROMA – Continua la vicenda della Raffineria di Milazzo. Il caso che prosegue ormai da diversi mesi – cominciato con le indagini Arpa, proseguito con la diffida del ministero dell’Ambiente e adesso con i rilievi del Comitato tecnico regionale sul rapporto di sicurezza 2010, obbligatorio per gli impianti a rischio incidente rilevante sottoposti alla Seveso II – adesso è sbocciato anche a livello nazionale.
Il passaggio decisivo è giunto con un’interrogazione presentata lo scorso 21 giugno dal senatore Giuseppe Lumia, nella quale si legge, inoltre, che di recente è stata presentata a Bruxelles una petizione relativa alla situazione milazzese con oltre 5.500 firme di cittadini al fine di richiamare l’attenzione anche dell’Unione europea.
L’eco dei fatti di Milazzo non si ferma in Sicilia. Nei giorni scorsi Lumia ha presentato al Senato della Repubblica una interrogazione rivolta ai ministri della Salute, delle Politiche agricole alimentari e forestali, dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, del Lavoro e delle Politiche sociali. Il documento del senatore palermitano  ha raccolto le diverse criticità in termini di emissioni e di sicurezza che sono emerse in questi ultimi mesi. Secondo quanto riportato nel testo “il gruppo di lavoro del Ctr [comitato tecnico regionale, ndr], incaricato di analizzare il rapporto di sicurezza 2010 a seguito dei sopralluoghi effettuati il 15 e il 16 maggio 2012, ha richiesto alla raffineria numerosi chiarimenti su questioni che riguardano la sicurezza di lavoratori e cittadini”.
Due i punti messi in evidenza. Il primo riguarda il rischio per carenze risultanti “dalle verifiche sismiche su edifici ed impianti dove sono state riscontrate anomalie per ampliamenti effettuati senza la messa in sicurezza di quelli precedentemente realizzati e delle strutture oggetto di ampliamento”. Il secondo è afferente al rischio idrogeologico e riguarda la “mancanza di piani di fuga in caso di inondazioni, onde anomale (la Raffineria confina con il demanio marittimo) e assenza di un’idonea protezione”.
Inoltre sono stati chiesti altri chiarimenti sulle analisi di rischio di aggiornamento del Rds 2010, e su diverse altre questioni come “data ed esito dei controlli sul fondo dei serbatoi e sulla loro eventuale sostituzione, come pure la documentazione concernente le misure a salvaguardia del sottosuolo nelle aree di impianto a protezione delle falde acquifere”. Da valutare anche “la compatibilità territoriale dello stabilimento” data la presenza di edifici civili nell’area vicina allo stabilimento.
Un altro capitolo della vicenda riguarda anche i disattesi piani di risanamento. Si legge nell’interrogazione di valutare “l’opportunità di verificare il ruolo che la Regione Siciliana ha svolto a partire dalla seconda metà degli anni ’90 sui piani di risanamento contro l’inquinamento ambientale per sinergismo tossico ad alto rischio ambientale (Gela, Priolo, Siracusa, Augusta e Milazzo), sui piani di bonifica per amianto, in relazione ai quali, a quanto risulta all’interrogante, il territorio è stato lasciato fuori controllo, e sulla presenza o meno delle adeguate centraline di rilevamento ambientale”.
In tal senso si chiede di sapere come i ministri intendano procedere per far rispettare i criteri di sicurezza e per proteggere le 200 persone gravitanti sul territorio dell’indotto.
 

 
La mancanza di bonifiche alla base di 200 patologie
 
MILAZZO (ME) – L’interrogazione di Giuseppe Lumia, presentata nei giorni scorsi, non manca di dare un quadro completo della situazione che si respira nei pressi del centro milazzese. Sono infatti citati gli oltre “200 casi di patologie e decessi che hanno colpito dipendenti della raffineria e delle ditte dell’indotto che gravitano tutte sul territorio limitrofo, risultato della mancanza di bonifiche effettuate per ricondurre l’inquinamento atmosferico e del territorio nei limiti di soglia”. In tal senso il senatore democratico chiede di verificare “se i magistrati impegnati in cause di lavoro aventi ad oggetto malattie che hanno causato svariati tipi di tumore e decessi nonché la modifica molecolare del Dna abbiano trasmesso gli atti alle autorità giudiziarie penali competenti per valutare l’esistenza del danno ambientale, del pericolo per la vita e l’incolumità del personale, dell’alterazione del patrimonio naturale, della fauna e della flora, del traffico illecito di rifiuti e della frode in materia ambientale”.

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