Cherosene nel fiume Cantera, proseguono gli accertamenti - QdS

Cherosene nel fiume Cantera, proseguono gli accertamenti

Giuseppe Solarino

Cherosene nel fiume Cantera, proseguono gli accertamenti

martedì 26 Giugno 2012

Aperto un fascicolo in procura - per ora senza indagati - sullo sversamento avvenuto ad Augusta. Dubbi sui tempi e sull’eventuale contaminazione del mare e delle falde acquifere

AUGUSTA (SR) – L’area in cui è avvenuto lo sversamento di 450 mila litri cherosene da un oleodotto dell’Isab nel fiume Cantera, in territorio di Augusta, continua a essere monitorata. Sono stati effettuati degli interventi di aspirazione dell’idrocarburo dalle acque del fiume ed ora si aspetta la presentazione del progetto di carotaggio del sottosuolo per verificare se e quanto è stata contaminata l’area circostante.
Non vi sono pericoli di contaminazione del mare grazie alla presenza delle barriere assorbenti che erano già state posizionate nella foce del fiume Cantera in forma precauzionale. Tuttavia bisogna accertare se vi siano state infiltrazioni che abbiano potuto interessare la sottostante falda acquifera.
A tal proposito il commissario straordinario dell’Agenzia Arpa, Salvatore Cocina, ha dichiarato che “presto saranno eseguite le attività di caratterizzazione del suolo e della falda per garantire la tutela ambientale e la salute dei cittadini”.
Subito dopo l’incidente la Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un fascicolo, ma al momento non risulta nessun iscritto nel registro degli indagati. L’area è stata recintata e posta sotto sequestro da parte della Magistratura. La Procura ha dato mandato ad alcuni esperti di effettuare delle perizie per accertare i motivi della rottura dell’oleodotto. Inoltre è sotto il vaglio degli inquirenti il fatto che lo sversamento sarebbe avvenuto prima che venisse effettivamente scoperto. La fuoriuscita di cherosene è stata riscontrata grazie alle ripetute segnalazioni da parte della popolazione di cattivi odori provenienti dalla zona interessata. In effetti se ci fosse stata una tempestiva segnalazione, questa avrebbe consentito un intervento repentino limitando i danni conseguenti allo sversamento. L’assessore comunale all’Ambiente, Michele Accolla, nel corso di una apposito Consiglio comunale ha dichiarato che “qualora dovesse venire avviata un’indagine dalla Magistratura il Comune si costituirà parte civile”. Allo stesso modo numerose Associazioni di Augusta, in caso di processo, hanno preannunciato che si costituiranno parte civile. Il consigliere comunale Giuseppe Di Mare ha chiesto l’istituzione di una Commissione consiliare speciale “per valutare attentamente quello che è avvenuto ed eventualmente richiedere il risarcimento dei danni arrecati dall’azienda”, detta proposta è stata bocciata dalla civica assemblea.
A vigilare sarà la commissione Igiene e sanità del Comune megarese, che ha chiesto i piani di intervento che prevedono, così come stabilito dalla vigente normativa, la caratterizzazione del sito che dovrà avvenire entro 30 giorni e la bonifica del suolo. Inoltre una ricognizione di tutte le linee dell’Isab, nonché una relazione descrittiva dell’evento, delle cause e degli interventi programmati. La presenza di chilometri di tubazioni che scorrono sotto il petrolchimico e attraversano fiumi, coltivazioni e aree archeologiche formando una rete d’interconnessione tra stabilimenti industriali alcune delle quali non più nuove e prive di manutenzione comportano e comporteranno rischi come quello che si è verificato presso il Cantera.
 

 
L’assessore Aricò: “Fronte comune per non incorrere in un disastro”
 
AUGUSTA (SR) – L’assessore regionale al Territorio e ambiente, Alessandro Aricò, ha effettuato nell’area un sopralluogo. “Ho voluto verificare personalmente – ha dichiarato l’assessore – l’emergenza ambientale in provincia di Siracusa e constato che la situazione è grave. Ho parlato con il commissario dell’Arpa il quale ha reso noto che sarà attivata una serie di procedure e si procederà alla bonifica del letto del torrente. Data la portata dell’incidente si teme, infatti, che sia stata inquinata anche la falda. Ringrazio i funzionari dell’Agenzia regionale protezione ambiente per il tempestivo intervento. Le industrie devono essere rispettose dell’ambiente, ciò che è accaduto è uno scempio. Esse sono tenute a dare concrete risposte sulla sicurezza ambientale. I rischi ambientali e i pericoli per la salute dei cittadini sono altissimi se le aziende non pongono in essere tutte le precauzioni possibili e non solo le prescrizioni obbligatorie per legge. Verificheremo le responsabilità, ma occorre intanto far fronte insieme all’emergenza con Arpa, Capitaneria e la stessa azienda, per non incorrere in un disastro ambientale di grosse proporzioni”.

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