“Si dice che siamo alla paralisi delle attività perché manca la copertura finanziaria, ma qualcuno ha delle responsabilità. Chi aveva detto che avevamo un governo delle riforme, chi aveva sostenuto che il ribaltone non era dovuto ad un fatto politico circoscritto, ma ad un rilancio di un nuovo modello di governo e di coalizione, ha dimostrato che non è servito a nulla e non c’è stato alcun risultato positivo per la Sicilia. E c’è anche un’altra questione che è centrale. Dobbiamo chiederci che fine hanno fatto le risorse regionali per il cofinanziamento dei bandi europei. Le gare dovrebbero essere pubblicate, ma le risorse non ci sono e naturalmente rischiamo di perdere i fondi comunitari, come ha detto il funzionario europeo che è venuto in Sicilia qualche giorno fa, certificando la possibile perdita di 1 miliardo 600 milioni di euro per mancanza di progettazione. E e se a questo aggiungiamo, come hanno sostenuto in sede di conferenza di regione, che il ricambio di diversi dirigenti generali ha messo in fibrillazione il sistema e ha rallentato il percorso di sviluppo della Sicilia, ci accorgiamo davvero che in questi anni non è cambiato nulla”.
“In aula cerchiamo di affrontare quelle che sono le emergenze con caratteristiche di ordine pubblico. Mi riferisco ai lavoratori precari, ai forestali, al tema dei rifiuti e dei trasporti, per fare un esempio. Su precari siamo intervenuti con un’assunzione di responsabilità votando una legge-voto che impegnerà il Parlamento nazionale, perché la Sicilia non può trovare da sola una soluzione. Ma c’è un aspetto principale a cui dobbiamo guardare. Come ha riferito in commissione il ragioniere generale, lo Stato vuole aiutare la nostra regione, ma chiede un piano pluriennale che abbia alla base una programmazione seria riguardo alla riduzione di risorse umane, alla spesa concreta e certificata. Sarebbe un passo avanti verso la spending review. Mi chiedo però dove sia il piano pluriennale che bisogna presentare al governo nazionale”.
“Ci stiamo occupando dell’aggiornamento della legge regionale 71 del 1978 in materia di urbanistica. La sottocommisione presieduta dal parlamentare Roberto Di Mauro ha quasi terminato il lavoro. Già nella qualità di assessore al Territorio, Di Mauro aveva organizzato un tavolo tecnico con le consulte di architetti di geologi, di ingegneri e oggi possiamo dire di essere arrivati alla fine del percorso. Dopo il voto della commissione invieremo la bozza in Aula. Si tratta di una legge rivoluzionaria perché dal 1978 in Sicilia non si parla di urbanistica e di regolamentazione del territorio. Questa legge non sarà soltanto al passo con i tempi, ma conterrà anche una serie di norme innovative che aiuteranno l’economia isolana. Il provvedimento è legato anche a questioni importanti, ovvero il nuovo sistema urbanistico che non parte più dal piano regolatore generale, ma da piani urbanistici che sono calati sul territorio e la pianificazione di tutte quelle attività che non riguardano solo l’edilizia, ma i piani per il traffico, l’ambiente, le organizzazioni territoriali che messe insieme faranno sistema. Dentro questa norma ci sono anche dei provvedimenti che dovrebbero migliorare le attività di tanti uffici periferici, tra i quali quelli del Genio civile. Spero che la commissione possa licenziare la legge per l’Aula entro fine legislatura”.
“In commissione abbiamo svolto le audizioni, molti parlamentari hanno presentato interrogazioni e ci sono stati atti ispettivi. Ma più di questo non possiamo fare nella qualità di parlamentari. Io ritengo illegittimo il commissariamento dei parchi che va avanti da anni. Le regole in qualche caso non solo non si rispettano, ma si calpestano rispetto a quelle che sono le norme regionali e rispetto all’organizzazione degli enti parco. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, ma nessuno interviene. Non lo fa la politica e non lo fa chi deve fare rispettare le leggi”.
“La Regione ha i fondi europei per la bonifica dei siti inquinati. Ritengo che protocolli di intesa tra i Comuni, i privati che hanno le attività nel luogo e l’obbligo di tutelare la salute pubblica, Confindustria, Legambiente ed altre associazioni ambientaliste possano avviare in modo concreto un percorso di finanziamento di opere di bonifica in aree come quelle di Milazzo, Priolo, Gela ed altre per riqualificare le nostre coste”.
“Gli ultimi chiarimenti richiesti sono stati trasmessi al ministero dell’Ambiente. Nella Finanziaria 2012 intanto abbiamo eliminato tutta una serie di norme che legavano l’avvio delle società di regolamentazione dei rifiuti, cosiddette Ssr, al piano dei rifiuti e così queste potranno avere il via libera. Il Governo sta lavorando alla delimitazione dei sub-ambiti di cui successivamente si dovrà occupare la commissione Ambiente e territorio per avviare le nuove società. Siamo alla fase operativa. Il piano dei rifiuti non deliberato da Roma ha messo in subbuglio il settore. Penso che l’avvio delle Ssr dovrebbe far partire il nuovo sistema integrato dei rifiuti, ma abbiamo anche un altro grosso problema che è rappresentato dal miliardo di euro di debiti causati da alcuni servizi, di cui potremmo fare anche a meno, e da mancate riscossioni dei tributi. Su questo stiamo lavorando a due proposte”.
“La prima, è l’idea che ha avuto il segretario nazionale del mio partito, Angelino Alfano, ovvero di compensare debiti e crediti delle imprese che hanno con la Regione questo tipo di attività economica. La seconda riguarda una gara internazionale di riscossione centralizzata delle entrate, derivante dal pagamento della bolletta dei rifiuti. Spero si possa attivare un circuito importante con le banche, da un lato per anticipare una parte di quelle che sono le risorse da pagare e, dall’altro, mettere il sistema nelle condizioni non solo di effettuare la riscossione volontaria, ma di passare all’accertamento successivo in mancanza di riscossione o pagamento volontario e, successivamente, all’esecutività del titolo di pagamento”.