Sicilia: spesa di 2 mld per lo sport, ma le strutture sono inadeguate - QdS

Sicilia: spesa di 2 mld per lo sport, ma le strutture sono inadeguate

Angela Michela Rabiolo

Sicilia: spesa di 2 mld per lo sport, ma le strutture sono inadeguate

venerdì 29 Giugno 2012

Eppure l’impatto sul Pil siciliano è pari al 3,4% a fronte del 3,8% su quello nazionale. I  dati di una ricerca del Coni Sicilia che quantifica l’impatto dell’attività fisica sull’economia dell’Isola

PALERMO – In Sicilia la spesa dei residenti per l’acquisto di beni e servizi sportivi si manterrebbe prossima ai 2.2 miliardi di euro, che corrispondono all’incirca a poco più di 440 euro a testa. La quota sui consumi familiari, che racchiude la gran parte del prodotto interno lordo generato, si aggirerebbe attorno al 3,4 per cento, a fronte del 3.8 per cento del Paese, con un ricavo sotto forma di imposte indirette per l’amministrazione pubblica di circa 300/350 milioni di euro.
 
È quanto emerge da una ricerca, che quantifica l’impatto dello sport sull’economia siciliana, i cui dati sono stati presentati ieri a Palazzo Steri, a Palermo. La ricerca è stata commissionata dal Coni Sicilia alla Diste Consulting e alla Fondazione Curella, che vede la partecipazione anche della Scuola Regionale dello Sport del Coni. Erano presenti, alla presentazione dei dati e dei risultati, tra gli altri, Pietro Busetta, presidente Fondazione Curella; Giovanni Caramazza, reggente Coni Sicilia; Alessandro La Monica, presidente di Diste Consulting e Antonio Palma, coordinatore didattico e scientifico della Scuola Regionale dello Sport Coni. Ad assistere c’era anche l’assessore comunale alle Attività produttive, Marco Di Marco. “Confermiamo che il comparto sport è importante per sviluppare e incentivare l’economia di un Paese – dice l’assessore Di Marco – e per questo bisogna subito mettere a profitto gli impianti sportivi della città: per questo obiettivo abbiamo intrapreso un percorso comune con il Coni”.
A fronte dei dati e delle dichiarazioni riportate è necessario però considerare che al di fuori degli stadi dove giocano le squadre di serie A mancano le strutture adeguate per poter svolgere attività fisica. I campetti disponibili sono al massimo in terra battuta, spesso sporchi e chiusi, carenti delle più elementari attrezzature.
 
Lo sport non può essere solo subordinato al guadagno e alla ricerca di sponsor, bisognerebbe considerarlo elemento fondante della persona al pari della formazione intellettuale. Chi vuole fare attività agonistica ad alti livelli è ancora costretto ad emigrare o a elemosinare fondi dalle istituzioni; i ragazzini invece perdono la possibilità di conoscere alcune attività sportive perché non vengono adeguatamente formati e gli insegnanti fanno ciò che possono con quel poco che hanno. Le ore di educazione fisica sono ridotte all’osso e in più ci si è inventati lo studio della teoria dell’attività fisica mentre con mezz’ora di gioco si potrebbero veicolare il doppio delle lezioni teoriche e forse anche qualche valore. I genitori mandano i figli in palestra e i piccoli non hanno più la possibilità di sperimentare liberamente attraverso il gioco e lo sport misurandosi e confrontandosi con i propri coetanei e con il mondo.
 
Quindi lo sport contribuirà al Pil ma bisogna anche capire se questi soldi spesi servano veramente a migliorare l’individuo o non si riducano piuttosto a spesa inerte, all’acquisto di abbonamenti e attrezzi che poi restano dimenticati negli armadi. Per poi ricominciare ad accumulare, seguendo la chimera di un’altra attività, comprando altro e stipando altro.
 
Lo sport dunque è un tesoro nascosto e un linguaggio universale su cui puntare e da dover ancora conoscere nelle reali dimensioni. Tesoro che esprime tante realtà, come ad esempio quelle delle società sportive che con 110 mila unità occupano il secondo posto tra le strutture ricettive di aggregazione, superate soltanto dai 130 mila bar. “Lo sport – spiega Caramazza – smuove 8 miliardi di euro in Italia e in Sicilia è riconducibile al 9 per cento del dato nazionale, quindi 700 mila euro. I risultati della ricerca confermano che il dato siciliano dell’impatto dello sport sul Pil è pressoché allineato con il dato europeo. A livello europeo infatti lo sport ha un impatto sul Pil del 3,7 per cento, in Sicilia è di oltre il 3 per cento sul Pil. Un altro dato importante dimostra il grande impatto dello sport sull’economia: nel 2006 durante i giochi delle isole abbiamo avuto il più alto numero di turisti presenti e non è un caso. E poi ci sono tanti altri valori positivi associabili allo sport, intanto per la salute con consistenti effetti positivi sul colesterolo e sull’ipertensione, ma è anche una leva per incentivare la lealtà e la legalità”.
 
Nonostante i numeri ci siano, resta comunque importante lavorare sull’organizzazione del settore sportivo. Chissà che non diventi il volano dell’economia siciliana.

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