Dalla Sicilia a Fiumicino per chiedere l’apertura dell’aeroporto di Comiso - QdS

Dalla Sicilia a Fiumicino per chiedere l’apertura dell’aeroporto di Comiso

Marina Pupella

Dalla Sicilia a Fiumicino per chiedere l’apertura dell’aeroporto di Comiso

sabato 30 Giugno 2012

Oggi si terrà a Roma la protesta inscenata da Pippo Digiacomo: “Non chiediamo elemosine, ma un diritto”. “I timidi segnali avuti in questi giorni non si sono ancora trasformati in atti concreti”

COMISO (RG) – La Sicilia Sud orientale si mobilita per l’apertura dell’aeroporto di Comiso-Ragusa e stamattina occuperà il terminal partenze di Alitalia dello scalo romano. La protesta nasce perché sia finalmente aperto un aeroporto completato e inaugurato in pompa magna nel 2007 dall’allora vice premier Massimo D’Alema, dopo lavori di riconversione del precedente scalo militare durati tre anni e costati 36 milioni di euro.
L’aeroporto, il cui nome rimane incerto come tutta la faccenda, è l’unico costruito negli ultimi anni in Italia e anche l’unica grande infrastruttura completata nel Mezzogiorno. Il motivo per cui resta ancora chiuso è legato ad uno scontro tra Regione (che ha già corrisposto 4,5 milioni di euro in fase di start up), Stato ed Enac, nessuno dei quali vuole pagare i controllori di volo. In compenso sessanta pompieri, distaccati alla caserma di Ragusa per occuparsi della sicurezza dello scalo di Comiso, vengono pagati da un anno in quanto dipendenti dello Stato "per girarsi i pollici tutto il giorno", come ha denunciato all’Ars l’ex sindaco di Comiso Giuseppe Digiacomo, che guida la rivolta degli amministratori locali della zona.
Ed oggi tutti a Fiumicino “non per chiedere elemosine – ha sottolineato lo stesso Digiacomo – ma per avere riconosciuto il diritto di poter usufruire di un’infrastruttura vitale per la nostra economia. Purtroppo quei timidi segnali che avevamo avuto in questi giorni (il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Mario Pelosi, ha accettato di inserire Comiso nell’accordo di programma del trasporto aereo 2013-2015, ndr) non si sono ancora trasformati in atti concreti e fino a quando non registreremo le risposte che vogliamo la protesta proseguirà. Faremo sentire forte la nostra voce e spiegheremo come una vicenda che per noi era un orgoglio è stata trasformata in una vergogna nazionale. Protestiamo con amarezza,  ma nello stesso tempo non posso che registrare la soddisfazione per il consenso che continuo a raccogliere quotidianamente attorno alla battaglia che stiamo conducendo. Una cosa è certa: non ci fermeremo e sconfiggeremo l’ottusità e l’ignoranza di chi colpevolmente tiene chiusa questa fondamentale infrastruttura. L’aeroporto di Comiso dovrà aprire, costi quel che costi”.
 


La polemica. Una protesta che poteva essere rinviata
 
COMISO (RG) – Non tutti sono d’accordo sulla protesta che sarà inscenata oggi allo scalo internazionale di Roma Fiumicino.
La voce fuori dal coro proviene da Giovanni Avola, segretario generale della Cgil ragusana, ma ciò che contesta non è tanto l’azione in sé, quanto il momento in cui è stata organizzata. “Ritengo – ha affermato – che Digiacomo farebbe meglio a rinviare la protesta perché nei prossimi giorni ci sono incontri che potrebbero sbloccare l’attuale situazione di stallo”. I tre incontri di cui parla il sindacalista sono quello sul contratto di programma del trasporto 2013-2015, quello della conversione del dl sulla Protezione civile e quello sull’utilizzo dei fondi della Regione per lo start up.
Digiacomo ha risposto quasi immediatamente, ma evitando di alzare i toni, in un’intervista rilasciata ad Avionews: “Io ho colto un atteggiamento affettuoso e non polemico da parte di Avola, ma questa è una manifestazione con una sua durezza, che comporta anche dei sacrifici”.

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