Prestiti bancari, crollo in Sicilia. Domanda debole ed offerte rigide - QdS

Prestiti bancari, crollo in Sicilia. Domanda debole ed offerte rigide

Massimo Mobilia

Prestiti bancari, crollo in Sicilia. Domanda debole ed offerte rigide

giovedì 05 Luglio 2012

La conferma arriva dal Rapporto annuale sulle Economie regionali realizzato dalla Banca d’Italia. Crescita mercato creditizio: 5,4% nel 2010. Appena l’1,1% nel I trimestre 2012

PALERMO – La recessione dell’economia italiana è un dato di fatto che ormai comprendono anche i bambini. Con un Prodotto interno lordo in continua caduta dal 2010 ad oggi – l’ultimo dato utile parla di un -3,2% nel primo trimestre 2012 – e il conseguente crollo degli scambi commerciali con l’estero, il Belpaese si trova nel vortice di una tempesta economica di cui non si riescono ancora ad intravedere spiragli di sole. In questo clima depressivo, con costante attenzione allo spread da un lato e alla spending review dall’altro – termini ormai consueti nella parlata nazionale – una regione come la Sicilia, già in difficoltà in tempi migliori, non può che riscoprirsi più povera.
La conferma arriva dall’annuale Rapporto sulle Economie regionali realizzato dalla Banca d’Italia, redatto dalla sede di Palermo in collaborazione con le altre filiali del Paese. Il quadro economico proposto non dice niente di buono, dalla significativa diminuzione degli investimenti nel settore manifatturiero, al forte peggioramento delle esportazioni, fino al costante calo degli occupati che mantiene l’Isola tra le regioni con i più alti livelli di disoccupazione. Nell’analisi odierna vogliamo soffermarci sull’andamento del mercato creditizio, nella sua accezione generale, e con un breve focus sull’indebitamento delle famiglie. Nelle prossime settimane avremo modo di entrare nel merito del sistema finanziario e focalizzare l’attenzione su diverse criticità siciliane, fino alle distorsioni della spesa pubblica.
Nel 2011 l’andamento del credito bancario in Sicilia ha risentito sia della contrazione della domanda di finanziamenti, dovuta alla debolezza della congiuntura economica, sia dell’irrigidimento dei criteri di erogazione da parte degli intermediari. Ciò significa che il rapporto tra offerta e domanda di credito è rallentato notevolmente nell’ultimo anno – come vediamo nella tabella pubblicata in questa pagina – con una percentuale di crescita dei prestiti bancari che, dal 5,4% a fine 2010, è scesa al 3% nel 2011, fino a segnare appena l’1,1% nel primo trimestre di quest’anno.
Lo studio analizza i prestiti concessi alle amministrazioni pubbliche, alle società finanziarie e assicurative, alle imprese e alle famiglie consumatrici. è soprattutto nei confronti di società finanziarie e assicurazioni che, dal secondo trimestre del 2011 (-13,1%) si è registrata la maggiore contrazione, con una perdita di oltre 58 punti percentuali a fine anno quando il rapporto tra offerta e domanda si è portato a -71,5%, aggravandosi ulteriormente nel primo trimestre del 2012 (-73,9%). Se, dunque, il 2011 è stato l’anno in cui la crisi economica ha toccato l’apice, il 2012 è sulla buona strada per aggiudicarsi il nuovo primato. Vediamo, infatti, che dalle percentuali riportate in tabella anche famiglie consumatrici, imprese e amministrazioni pubbliche hanno visto ridursi la possibilità di accesso al credito nella prima parte di quest’anno, in particolare nel caso delle piccole imprese dove la contrazione ha determinato percentuali negative.
Secondo Bankitalia, le cause dei cali nell’erogazione di prestiti sono da ricercare nell’inasprimento del costo dei finanziamenti erogati in Sicilia, manifestatisi nel 2011. Il tasso di interesse sui prestiti a breve termine, infatti, è salito nel corso dell’anno di 1,4 punti percentuali, attestandosi a dicembre al 7,4%. Per quelli a medio e a lungo termine, invece, il tasso medio sulle erogazioni dell’ultimo trimestre del 2011 è stato pari al 4,9%, superiore di 1,4 punti rispetto a quello praticato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Nel settore produttivo, l’inasprimento maggiore ha riguardato le imprese edili, costrette a ridurre le pretese di prestito, considerando anche il peggioramento in termini di garanzie richieste da parte delle banche, tra rating minimo e costi accessori. 
In occasione della Regional Bank Lending Survey, le banche si sono difese imputando responsabilità alle tensioni sul debito sovrano italiano e alle connesse difficoltà di raccolta sui mercati internazionali. Come dire, è sempre lo spread l’origine di tutti i mali.
 

 
Famiglie. Finanziamenti: dal 4% del 2010 al 2,7% del 2011
 
PALERMO – Capitolo famiglie siciliane. La crescita dei prestiti erogati da banche e società finanziarie nel 2011 è stata del 2,7%, mentre nel 2010 era stata del 4%: ad incidere negativamente sono stati i finanziamenti diversi dai mutui, come il credito al consumo frenato soprattutto dalla contrazione nella componente bancaria.
Nel primo trimestre del 2012 la percentuale è scesa ancora fino all’1,2%. Lieve calo nei mutui per l’acquisto di abitazioni, cresciuti nel 2011 del 4,6%, poco meno del 4,9% del 2010. Anche in questo caso, però, crescita più bassa (2,9%), nei primi tre mesi di quest’anno.
è interessante notare che i giovani siciliani, under 35, che accedono ai mutui (33,7% nel 2011) sono meno dei coetanei del Sud (35,1%) e del resto d’Italia (35,3%).
Allo stesso modo, se l’indebitamento delle famiglie italiane rimane contenuto rispetto al contesto internazionale, quello delle famiglie siciliane è il più alto tra le regioni: nel 2011 l’incidenza dei debiti finanziati sul reddito disponibile – per 2/3 costituiti da mutui – era pari al 17,1%, contro il 14,9% del Mezzogiorno e il 10% di media nazionale.
Difficoltà nei pagamenti che, in Sicilia, è cresciuta costantemente dal 2005 al 2009, e che è stata confermata anche nel 2011 dai dati della Centrale di allarme interbancaria (Cai), secondo la quale a 63 soggetti su 10 mila abitanti sono stati revocati assegni o carte di pagamento. Numeri considerati allarmanti.

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