Ars, sfiducia in soffitta. L’agonia fino al 31 luglio - QdS

Ars, sfiducia in soffitta. L’agonia fino al 31 luglio

Antonio Leo

Ars, sfiducia in soffitta. L’agonia fino al 31 luglio

sabato 07 Luglio 2012

La data delle dimissioni modificata dalla Conferenza dei capigruppo. Così i partiti non costretti ad adempimenti elettorali ad agosto

PALERMO – La farsa è un genere di opera teatrale la cui struttura e trama sono basate su situazioni e personaggi stravaganti, anche se in generale viene mantenuto un certo realismo: si distingue nel mostrare eventi, storie e atmosfere quotidiane, ma declinate in modo grottesco e nei loro aspetti irrazionali.
Da qualche tempo ormai questa antica rappresentazione va in scena all’Assemblea regionale siciliana, dove i protagonisti sono i deputati più confusi del globo. Sfiducia sì, sfiducia no. Il ritornello tiene ancora banco tra i banchi di Palazzo dei Normanni e fino ad ora l’unico effetto che ha sortito l’indecisione dei partiti è quello di prorogare la data delle dimissioni di sua eccellenza Raffaele Lombardo, il quale lascerà lo scranno di Palazzo D’Orleans il 31 luglio, anziché il 28 come aveva promesso da tempo. Illusi i siciliani, che nel frattempo avrebbero bisogno di una bussola per orientarsi nel marasma generale.
La nuova data è il risultato della proposta di Francesco Cascio di rinviare la proposizione della mozione ad Agosto, qualora il presidente non dovesse dimettersi. Tutti d’accordo, tranne l’Udc che non ha risparmiato accuse ad alcuno. Per capire meglio la situazione, però, va prima ricordato che il Pd aveva fissato la sfiducia per il 26 del corrente mese, ma da venerdì sono iniziate le piroette del partito di Bersani. “Ci siamo resi conto – ha spiegato il capogruppo Cracolici – che quella data non ci avrebbe consentito di votare il 28 e il 29 ottobre, che noi consideriamo ancora la data ideale per il voto. Si tratta di una data che evita di compiere le operazioni di preparazione alle elezioni in pieno agosto, il che sarebbe stata una follia”.
Tale scelta non è andata giù all’Udc che si è scagliata proprio contro i democratici, fino al giorno prima promessi sposi in vista del voto.
“Ci amareggia e ci sorprende – ha tuonato Giampiero D’Alia – la mancanza di serietà e di affidabilità del segretario regionale del Pd e del capogruppo all’Ars che con noi hanno sottoscritto la mozione di sfiducia. Noi continuiamo il dialogo con il Pd e con tutte le forze responsabili che hanno a cuore il bene della Sicilia ma il Pd deve chiarire, una volta per tutte, se è al governo con Lombardo o è all’opposizione di Lombardo, visto che alcuni suoi autorevolissimi esponenti, Lumia, Cracolici, Crocetta e Venturi, continuano a gozzovigliare con l’attuale governo regionale condividendone nomine e prebende”. Apriti cielo. Anche una delle alleanze che parevano più sicure va in frantumi.
Mirello Crisafulli, esponente Pd, ha provato a spostare l’attenzione dall’altra parte, ma al tempo stesso ha evidenziato le contraddizioni del suo partito: “Sono francamente stupito e indignato dal comportamento tenuto dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, che ha di fatto impedito che la mozione di sfiducia a Raffaele Lombardo fosse regolarmente posta all’ordine del giorno di Sala d’Ercole’’. I ragionamenti di Cracolici sull’opportunità di votare a fine ottobre devono essergli sfuggiti.
Il presidente dell’Ars, da parte sua, ritiene che la mozione di sfiducia sia “una semplice provocazione”. “Ho sempre pensato – ha commentato Cascio – che non ci fosse una volontà vera di accelerare la mozione di sfiducia. Obiettivamente sarebbe stato stupido. A chi avrebbe giovato?”. Sicuramente al governatore autonomista, che intanto gongola: “È stata una scelta saggia e opportuna perché in caso contrario si sarebbe verificato un piccolo e meschino oltraggio all’Istituzione che rappresento, che non avrebbe portato niente di buono soprattutto ai protagonisti. Ha prevalso la saggezza ed il buon senso di tutti e per tutti del presidente Cascio”. La farsa continua, almeno fino al 31 luglio quando calerà definitivamente il sipario sulla legislatura. Ma è meglio non scommetterci. 

Antonio Leo
Twitter: @Tonibandini

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