Cnsa, i dubbi sugli energy drink diffusi tra i giovani 18-35enni - QdS

Cnsa, i dubbi sugli energy drink diffusi tra i giovani 18-35enni

Roberto Quartarone

Cnsa, i dubbi sugli energy drink diffusi tra i giovani 18-35enni

sabato 14 Luglio 2012

Combinare le bevande con l’alcol può creare rischi per la salute

PALERMO – Il monito arriva direttamente dal ministero della Salute: attenti agli energy drink, le bevande energetiche che promettono di dare forza e concentrazione a chi le assume.
È stato infatti richiesto un parere scientifico al Comitato nazionale per la sicurezza alimentare, organismo del ministero, istituito nel 2008 e formato da 18 esperti. E il responso non è affatto rassicurante: il consumo eccessivo di bevande energetiche non è “scevro da rischi per la salute umana”. Tantomeno per i cocktail che li combinano con l’alcol.
Il Cnsa prende in considerazione il risultato di vari studi europei e statunitensi, che hanno messo in luce il consumatore-tipo: tra i 18 e i 35 anni, anche se è forte anche la presenza di adolescenti tra i consumatori. E la diffusione è preoccupante tra gli studenti universitari, se si dà credito a uno studio dell’Ateneo di Messina: il consumo si attesterebbe al 57 per cento degli alunni.
I problemi principali messi in luce dal ministero sono insiti nella forte concentrazione di caffeina (dal 150 al 300 per cento in più rispetto ad altre bevande basate sulla questa sostanza) e nella combinazione con l’alcol (definito un “rilevante problema di salute pubblica”).
In quest’ultimo aspetto, sono indicati tra i rischi segnalati la sottovalutazione dell’ebbrezza alcolica, il rischio di disidratazione, le alterazioni del ritmo cardiaco e della funzionalità renale.
Ben più inquietante il monito finale del Cnsa, che invita ad “attrezzarsi per contrastare l’eventuale diffusione  anche in Italia di energy drinks alcolici, acquistabili anche on line, in particolare nelle fasce di popolazione più deboli, come gli adolescenti”.
Il dibattito sulle bevande alcoliche contenenti caffeina, ancora poco affrontato in Italia, ha avuto una certa eco negli Stati Uniti due anni fa, quando alcuni Stati iniziarono a bandire i caffeinated alcoholic drinks proprio per i gravi rischi per la salute (e per vari casi di ricoveri di giovani per avvelenamento da alcol): l’intervento della Food and Drug Administration (il dipartimento americano che si occupa di alimenti e medicine) ne poi ha di fatto bandito l’uso su tutto il Paese.
Roberto Quartarone
Twitter: @rojoazul86

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