Si tratta di prodotto non destinato alla vendita perché spesso contaminato o non commerciabile. Gli attrezzi sequestrati sono stati invece in totale 451 e le notizie di reato in tutto 256.
Nella sola operazione “Octopus” che ha riguardato la Sicilia nello scorso mese di dicembre, la guardia costiera ha effettuato 2.000 controlli, che hanno portato a 200 sanzioni amministrative, 50 reati, 4.000 mila kg di prodotto sequestrato.
Durante il blitz eseguito dai militari, con l’ausilio dell’Azienda sanitaria provinciale di Carini, all’interno di un punto vendita al dettaglio di prodotti congelati dove il personale ha proceduto al sequestro di circa 200 kg di prodotti ittici vari detenuti in cattivo stato di conservazione. i militari hanno accertato la presenza di oltre 400 kg di prodotto ittico scaduto e dichiarato delle autorità sanitarie intervenute in cattivo stato di conservazione e dunque non idonei al consumo umano. Infine, durante un’attività di controllo sono stati ritrovati circa 180 kg di prodotto ittico scaduto ed in cattivo stato di conservazione detenuto all’interno di alcune celle frigo e destinato alla vendita.
Intanto Coldiretti ImpresaPesca da lunedì ha reso attivo il provvedimento di stop alla pesca dal 16 luglio al 27 agosto. Per 43 giorni si fermerà l’attività di pesca della flotta italiana nel Mar Adriatico del Nord. Lo stesso provvedimento sarà attivo in Sicilia per 30 giorni ma sarà disposto con provvedimento regionale. Un blocco necessario – sottolinea la Coldiretti – per permettere il ripopolamento delle specie ittiche sovrasfruttate e salvare le marinerie tricolori dal collasso per le reti sempre più vuote, con la produzione in calo costante ormai da diversi anni.
La classifica dei pesci più acquistati dagli italiani, secondo un’analisi di Coldiretti ImpresaPesca su dati Ismea, vede appaiati al primo posto mitili (cozze, ecc.) e orate, con quasi il 9 per cento a testa dei consumi, davanti ad alici (6,8 per cento), spigole (6,5 per cento), vongole (4,7 per cento), polpi, trote, salmoni, naselli e merluzzi, calamari.
Il fermo è una necessità per salvare il settore, anche se dolorosa per le vacanze, con il venir meno del pesce del Nord Adriatico in un momento in cui – sostiene impresa pesca Coldiretti – anche per effetto del grande caldo si registrano consumi in aumento del 15 per cento e prezzi contenuti. Il rischio è – precisa Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove in questo momento non è in atto il fermo pesca (Tirreno e Sud Adriatico).