L’Ast ha un deficit di 100 milioni di euro - QdS

L’Ast ha un deficit di 100 milioni di euro

Rosario Battiato

L’Ast ha un deficit di 100 milioni di euro

venerdì 27 Luglio 2012

L’azienda siciliana trasporti richiede i contributi statali, ma la cattiva gestione ha prodotto la sua rovina. Tagli obbligatori.
Lo Bosco: situazione causata dai mancati trasferimenti regionali e dai crediti non riscossi dai Comuni

PALERMO – Nessuno pensava che l’Ast avesse un bilancio florido, ma neanche che fosse sommersa da una ciclopica situazione debitoria. L’Azienda siciliana trasporti ha, infatti, un deficit dichiarato di 100 milioni di euro. Il gruppo si difende richiedendo le somme dovute dalla Regione e attualmente congelate, ma è sempre la solita favoletta che si ripete. I contributi regionali sul trasporto pubblico locale drogano il mercato mantenendo in piedi carrozzoni come l’Ast, mentre la Sicilia continua ad avere una qualità del servizio distante anni luce dagli standard europei (lo dicono i siciliani in svariati dossier Istat), un’utenza che, di conseguenza, è tra le più basse d’Italia, e, appunto, una situazione finanziaria ingestibile. 
Nei giorni scorsi Marco Falcone (Pdl) ha presentato un’articolata interrogazione parlamentare sull’Azienda Siciliana Trasporti, denunciando i disservizi e la soppressione di molte linee, prodotti dall’Azienda, società partecipata della Regione siciliana, a causa di un deficit dichiarato di quasi 100 milioni di euro. A stretto giro si è poi verificato l’incontro tra Falcone e Dario Lo Bosco presidente dell’Azienda. Nel quaderno delle doglianza presentato dai vertici dell’azienda ci sono i famosi contributi regionali. Secondo Lo Bosco “la complessa situazione aziendale – si legge in una nota redatta dall’ufficio stampa del deputato regionale – è dovuta sia dai mancati trasferimenti della Regione, nonché dai crediti vantati nei confronti dei Comuni che, mai come in questo periodo, si trovano, anche loro, in una condizione di enorme difficoltà”. La Regione, difatti, da due anni non approva il Bilancio consuntivo della sua partecipata. Nel 2011 non ha quindi effettuato il trasferimento di 11 milioni di euro, e la stessa situazione si è protratta nel 2012 con il bilancio previsionale, la cui mancata approvazione ha privato l’Azienda di ulteriori 8 milioni di euro. A questo si aggiungono 13 milioni di euro, cioè la somma che l’Assessorato regionale dei Trasporti avrebbe dovuto erogare alla stessa Azienda come rimborso delle carte di libera circolazione rilasciate agli anziani aventi diritto. Poi, ovviamente, il riferimento alla decisione della Regione di tagliare i contributi con la decurtazione del 20% degli stanziamenti rispetto all’anno 2011.
“Appare evidente – ha osservato Falcone – che la situazione oggettivamente difficile dell’AST è data anche dai mancati trasferimenti regionali che hanno costretto l’azienda a costanti scoperture bancarie con significativi oneri di interessi passivi, difficoltà per le forniture del carburante, il cui acquisto alla pompa comporta un aumento rilevante del prezzo, il mancato pagamento delle quattordicesime agli stessi dipendenti, nonché la soppressione di numerosissime linee”. L’Ast mantiene una sua rilevanza sociale, coprendo tratte di servizio non esattamente convenienti, e dalla sua stabilità dipendono anche 250 dipendenti. Per il deputato pidiellino la ricetta è unica. “Necessita dunque – ha concluso  – che la Regione faccia la sua parte, approvando sia il bilancio consuntivo del 2011 che quello previsionale del 2012, al fine di riconoscere le somme spettanti e dare una boccata d’ossigeno per scongiurare una non imprevedibile capitolazione aziendale”.
La privatizzazione potrebbe essere una soluzione, nonostante la recente sentenza della Corte Costituzionale abbia rimesso tutto in discussione. Una riorganizzazione, tuttavia, appare necessaria perché si eviti, ancora una volta, di nascondere la mala gestione con l’assenza di adeguati contributi statali. Ne va della qualità del servizio e della stabilità di un’impresa che deve saper camminare con le proprie gambe.

 

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