L’accordo Alitalia-Wind Jet passa sulla testa dei siciliani - QdS

L’accordo Alitalia-Wind Jet passa sulla testa dei siciliani

Antonio Casa

L’accordo Alitalia-Wind Jet passa sulla testa dei siciliani

venerdì 10 Agosto 2012

Se l’accordo andasse a buon fine sarebbe concreto il rischio di aumenti tariffari sulle rotte della low cost. L’Enac pronta a ritirare la licenza a WJ se dovessero perdurare i disservizi
 

ROMA – L’accordo Alitalia-WindJet sembra vicino alla conclusione, con l’annessione della compagnia low cost siciliana a quella di bandiera. Per la formalizzazione si attende un ultimo documento della compagnia catanese che ha prodotto tutta la documentazione richiesta. A mancare all’appello è una certificazione della Bedeck, la società israeliana che cura la manutenzione dei motori di WindJet. Il documento non dovrebbe arrivare in Italia prima di oggi, al massimo lunedì.
Intanto l’incontro fra rappresentanti di WindJet e i i vertici dell’Enac, previsto ieri pomeriggio, è stato rinviato ad oggi. L’ente per l’aviazione civile ha convocato la compagnia per chiederle garanzie "affinché anche nel periodo che potrebbe intercorrere tra la stipula dell’accordo" con Alitalia "e la decorrenza dello stesso, venga definito e rispettato un efficiente piano operativo che eviti cancellazioni e ritardi prolungati dei voli e disservizi per i passeggeri". Altrimenti l’Enac può intervenire fino a ritirare la licenza a WJ.
L’accordo Alitalia-WindJet viene salutato con favore da più parti. I sindacati, per esempio, che, scongiurando il pericolo del fallimento di WindJet, vedono profilare il salvataggio di 400 dei 500 posti di lavoro diretti oggi offerti dalla compagnia siciliana, più altri 300 dell’indotto (alcuni dei quali appaiono comunque a rischio). Dopo i disservizi dei giorni scorsi, anche i passeggeri che hanno acquistato biglietti low cost per le vacanze tifano per il raggiungimento rapido dell’accordo, voluto a febbraio dall’ex ad Alitalia, Rocco Sabelli, e mal digerito dal successore, Andrea Ragnetti.
Ma nell’uno (lavoratori) e nell’altro (passeggeri) caso non è il momento per fare festa. Vediamo il perché.
Ragnetti, nei giorni scorsi, ha ammesso che Alitalia si prepara a un nuovo taglio di personale: “Non saranno i mille di cui si parla” ha detto. Appare però certo che 600 dipendenti, in particolare nel bacino del personale amministrativo a vario livello, stanno lasciando l’azienda, più che altro messi in cassa integrazione. Non solo. I sindacati interni temono che il numero degli esuberi sia ben più alto, coinvolgendo in modo consistente anche gli assistenti di volo (alcune centinaia) e in modo più contenuto i piloti (alcune decine). Ai quali andrebbero aggiunti i lavoratori stagionali, che non avrebbero il rinnovo del loro contratto.
Il caro carburante ha scombussolato i piani di tutte le compagnie. Soffrono le europee (Air France-Klm ha un rosso di oltre 1,2 mld) e le americane, tranne rare eccezioni a livello arabo-asiatico. Pure le low cost, Ryanair in testa (in calo del 29%), se la passano male. La concorrenza dei treni veloci sulle tratte più remunerative sta facendo il resto.
Concorrenza, parola chiave. Perché rimane la domanda chiave: una volta inglobata WindJet, Alitalia manterrà le tariffe che hanno contraddistinto la società del presidente Antonino Pulvirenti? La risposta è no. Ed è dettata dal fatto che Alitalia dovrà fare a meno di alcuni importanti slot su rotte remunerative. Come si ricorderà, infatti, il 18 luglio scorso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dato il via libera all’acquisizione di WindJet da parte di Alitalia a patto che quest’ultima ceda le fasce orarie di decollo e atterraggio su tre rotte – due coppie sulla Catania-Milano Linate, una coppia sulla Palermo-Milano Linate e fino a due coppie sulla Catania-Roma Fiumicino – per eliminare gli effetti anticoncorrenziali che si sarebbero creati. L’acquisizione da parte di Alitalia cadrebbe così sulla testa di quei siciliani che per volare scelgono WinJet non perché offra chissà quali servizi, ma perché costa meno, soprattutto prenotando il volo con largo anticipo. E in un’isola dove i treni quasi non esistono e l’alternativa rimangono ore e ore di pullman o auto, lo spostamento in aereo è fondamentale.
 


Si mettano gli slot in vendita per consentire vera concorrenza
 
CATANIA – Mentre il presidente dell’Enac ha quantificato in due milioni la perdita secca di Alitalia per la forzata cessione delle sei coppie di slot di WindJet dopo la sua acquisizione, la compagnia di bandiera è di ben altro avviso: quelle fasce orarie comportano una perdita di 20-30 milioni in quattro anni, anche in virtù di minori sinergie. Ovvio che quegli slot rappresentino un tesoretto per chi li avrà dopo la messa all’asta. Meridiana e EasyJet hanno già mostrato interesse. Soprattutto a fare gola sono gli slot su Catania-Roma e Catania-Linate, liberate per fare concorrenza proprio ad Alitalia. Ma in caso di fallimento di WindJet, torneranno sul mercato tutte le attuali fasce orarie di decollo-atterraggio da essa detenute. Chi viene dopo dovrà appetire la clientela, soprattutto siciliana, con tariffe più basse possibili.
Secondo il Sole 24 Ore, “WindJet nel 2011 ha fatturato 242 milioni di euro, 10 in più rispetto al 2010 quando però le perdite erano state di oltre 3,1 milioni di euro. Sempre nel 2010 i debiti ammontavano a 128 milioni, di cui più della metà verso fornitori. A questi bisogna aggiungere altri 19,5 milioni di debiti a medio/lungo termine. I dati del debito a fine 2011, secondo fonti vicine all’operazione, sarebbero diminuiti intorno ai 100 milioni. Nessuna indicazione sui profitti.

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