Alitalia chiude le porte a Wind Jet. Ora gli slot vengano messi all’asta - QdS

Alitalia chiude le porte a Wind Jet. Ora gli slot vengano messi all’asta

Giuliana Gambuzza

Alitalia chiude le porte a Wind Jet. Ora gli slot vengano messi all’asta

mercoledì 15 Agosto 2012

Si è tenuto ieri pomeriggio l’incontro delle due compagnie al ministero dello Sviluppo Economico. Az accusa WJ di aver nascosto i suoi debiti, ma pesa la decisione dell’Antitrust

ROMA – È stata una lenta agonia, quella di Wind Jet. Un’agonia a cui l’incontro di ieri deve avere, nel bene o nel male, posto fine. Nel tentativo di convincere Alitalia a tornare sui suoi passi, Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, ha convocato per le 14.30 della vigilia di Ferragosto i rappresentanti di Alitalia, Wind Jet, Enac e sindacati di categoria siciliani. Ammesso a partecipare anche il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, a fare da mediatore c’era invece il sottosegretario Guido Improta.
Ma i margini per la ripresa della trattativa sono sembrati subito stretti: il sindaco Stancanelli ha fatto sapere che “da parte di Wind Jet c’è la buona volontà ma da Alitalia non è arrivato nessun segnale di apertura, anzi quasi di fastidio per essere stati convocati”. Fastidio non nascosto dall’ad di Alitalia Andrea Ragnetti, che pochi minuti prima di sedersi al tavolo delle trattative ha dichiarato: “In Alitalia ci sono centinaia di persone che stanno lavorando giorno e notte per aiutare i passeggeri, spendendo 80 mila euro al giorno di costi che noi non recupereremo”.
 
Senza contare che, in una serie di comunicati stampa diramati nei giorni scorsi, la compagnia di bandiera ha scaricato tutta la responsabilità del fallimento dei negoziati alla controparte. Né ha esitato a rimbeccare l’Enac per gli appelli lanciati in sua direzione perché non rinunciasse all’accordo e si facesse carico della riprogrammazione dei voli come se ne fosse in obbligo.
Alitalia ricostruisce così la vicenda che nelle ultime settimane l’ha resa protagonista della stampa nazionale: “Il 13 aprile era stato firmato il contratto preliminare per l’acquisizione che prevedeva una scadenza al 29 giugno. Già in questa data Wind Jet non aveva fornito la maggior parte della documentazione sulla situazione patrimoniale e bilancistica, sull’indebitamento e sui rapporti con le società proprietarie degli aeromobili, documentazione necessaria a concretizzare l’accordo in base a una valutazione chiara del valore della società catanese”.
 
Eppure l’operazione procede, anche dopo il 9 agosto, quando Wind Jet comunica ad Alitalia di voler rinegoziare per la terza volta le condizioni del contratto. Nel frattempo arriva la conclusione dell’istruttoria dell’Authority per la Concorrenza, che dà il via libera alla fusione, subordinandola alla cessione da parte del compratore di alcune coppie di slot su più tratte strategiche. 20 milioni di euro il primo anno e 30 il secondo: a tanto ammonterebbe secondo l’interessata il “peggioramento delle sinergie attese”.
“Ultimo tassello necessario all’acquisizione era la certificazione dello stato della flotta, necessaria alla valutazione di Wind Jet. Che però non è mai arrivata”, conclude la compagnia. 
Ad ogni modo, il vettore nazionale non nasconde che “la decisione dell’Antitrust ha modificato in modo sostanziale il profilo dell’operazione”, rendendo il salvataggio di Wind Jet meno conveniente. Tanto che Alitalia avrebbe dovuto perdere slot del proprio portafoglio. Il motivo ha il sapore di un colpo di scena: le bande orarie in cui Wind Jet operava sulla rotta Catania-Milano Linate non erano di sua proprietà.
 

 
Subito gli slot WJ all’asta e i dipendenti alle altre compagnie
 
Esiste ancora un modo per uscire dallo stallo e mantenere intatta la concorrenza. Basterebbe che l’Enac mettesse all’asta gli slot di Wind Jet e strappasse agli acquirenti l’impegno ad assorbire il suo personale. Una soluzione simile viene prospettata dai sindacati. “Se Alitalia non vuole farsi carico del ruolo di compagnia di bandiera, per la quale è stata abbondantemente finanziata, allora il commissariamento (di Wind Jet, ndr) dovrà servire per trovare partner alternativi, anche stranieri”, è il commento della Uil Sicilia. Le fa eco Gaetano Mancini che, al prossimo cda della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania da lui presieduta, proporrà “di applicare agevolazioni a quelle compagnie aeree che assumano il personale ex Wind Jet e utilizzino i lavoratori del suo indotto”. Intanto l’Enac ha chiesto agli aeroporti di non far pagare i diritti aeroportuali sui nuovi tagliandi, mentre il Codacons ha diffidato gestori di carte di credito e agenti di viaggio dal riversare a Wind Jet il denaro incassato per l’acquisto dei biglietti, così da poterlo restituire ai consumatori. (gg)

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