Patrimonio boschivo: un bene da tutelare - QdS

Patrimonio boschivo: un bene da tutelare

Andrea Pizzo

Patrimonio boschivo: un bene da tutelare

giovedì 02 Aprile 2009

Forum con Fulvio Bellomo, dirigente generale dipartimento foreste demaniali Regione siciliana

Quando nasce l’azienda e quali sono i suoi compiti?
“Il dipartimento regionale Azienda foreste demaniali della Sicilia, già Azienda foreste demaniali della Regione siciliana, rappresenta oggi, dopo la riforma dell’amministrazione regionale, insieme al dipartimento Foreste, uno dei dipartimenti dell’amministrazione forestale regionale. È, cioè, una struttura organizzativa di massima dimensione che ha competenza su tutto il territorio della Regione, ove opera attraverso uffici provinciali ed altre dipendenze organizzative. Ci occupiamo della gestione di riserve naturali, di terreni boscati o comunque di interesse naturalistico e paesaggistico (di proprietà di enti locali o di altri enti pubblici), dell’impianto di essenze arboree su terreni di proprietà di enti pubblici o di enti morali destinati alla pubblica fruizione. E poi, di restauro e miglioramento di giardini pubblici comunali o di giardini privati aperti al pubblico che rivestano particolare interesse sotto il profilo paesaggistico ed ambientale, di conservazione, miglioramento e valorizzazione di terreni, anche privati, compresi nel territorio di parchi naturali e di interventi di forestazione per la produzione di legname destinato alla trasformazione ed alla lavorazione in genere. Abbiamo, altresì, il compito di realizzare e gestire impianti di lavorazione o trasformazione dei prodotti del bosco, di formare e gestire arboreti e giardini botanici con scopi scientifici e divulgativi, di coltivare e commercializzare piante officinali e funghi. Per finire, ci occupiamo anche della coltivazione di piante da frutto appartenenti a varietà tipiche, tradizionalmente coltivate nel territorio siciliano e di migliorare e gestire pascoli, anche a carattere sperimentale, nonché di assistenza tecnica ad enti e privati in materia forestale”.

Per quanto riguarda gli incendi avete delle competenze specifiche?
“Noi ci occupiamo esclusivamente di antincendio passivo. Facciamo delle perizie per la prevenzione e i nostri operai realizzano i cosiddetti viali parafuoco. L’antincendio attivo, ossia lo spegnimento dei roghi, è di competenza del Corpo forestale. Stesso discorso per la gestione delle torrette di avvistamento installate nei boschi: sono sotto il controllo del dipartimento Foreste e non nostro”.

Che tipo di rapporti ha l’Azienda foreste demaniali con i quattro parchi presenti sull’isola che sono enti autonomi?
“I parchi dipendono dall’ assessorato al Territorio e ambiente. Noi, invece, facciamo parte dell’assessorato all’Agricoltura e foreste. Pertanto,  abbiamo esclusivamente normali rapporti istituzionali”.

Una gestione di questo tipo, diciamo così particolarmente frazionata, crea delle difficoltà?
“A mio parere, sarebbe auspicabile una gestione complessiva e non, come accade adesso, la presenza di tante strutture regionali che si occupano della stessa materia. Ci vuole una regia unica nella gestione del patrimonio boschivo regionale per una migliore valorizzazione e fruizione dello stesso”.

Pensate di avviare una politica di rimboschimento sul territorio regionale?
“C’è qualcosa all’orizzonte. Nei nostri programmi, figura l’avvio del processo di rimboschimento delle superfici agricole inutilizzate. Come, ad esempio, i 71 mila ettari che, in Sicilia, rimarranno liberi in seguito all’espianto dei vigneti. Saranno rimboschiti, nello specifico, con colture agrarie o essenze forestali”.

Al suo dipartimento arriverà qualcosa dei 4,3 miliardi di euro provenienti dai Fondi per le aree sottosviluppate? Se sì, come avete intenzione di spenderli?
“Certamente. Prima del mio insediamento sono stati presentati diversi progetti, adesso aspettiamo l’arrivo dei fondi per realizzarli. In particolare, interverremo per arrivare ad un miglioramento infrastrutturale sul demanio forestale. Andremo noi stessi a riqualificare o costruire di sana pianta strade, ponti e via dicendo”.

Di quanto personale dispone l’agenzia?
“Il mio dipartimento è composto da un ufficio centrale e da 10 uffici periferici sparsi delle diverse province siciliane. In totale, gli impiegati con compiti di progettazione e coordinamento, sono poco più di 700. Su di noi, comunque, gravitano anche i lavoratori forestali, non tutti però. Si tratta precisamente dei forestali addetti alle manutenzioni, ossia 22 mila dei 30 mila in forza alla Regione siciliana. Di questi 1.188 sono titolari di un contratto a tempo indeterminato, 4.200 sono i cosiddetti ‘centocinquantunisti’, altrettanti appartengono alla categoria dei ‘centounisti’, il resto, e quindi circa 12.400 unità, è rappresentato dai ‘settantottisti’. è chiaro che c’è un peso, una massa di lavoratori. Bisogna precisare, però, che la legge 14 del 2006 ha reso questo contingente ad esaurimento. Vuol dire che i forestali che man mano arriveranno a fine carriera, non potranno essere rimpiazzati. Attualmente, c’è un trend di diminuzione del 3 per cento all’anno”.

In termini di stipendi, quanto costano questi lavoratori?
“Per quanto riguarda i forestali, ogni anno si spendono quasi 200 milioni di euro”.

Cosa ha in mente per arrivare ad una ottimizzazione del loro lavoro?
“Uno dei miei obiettivi principali è proprio quello di cominciare a diversificare l’utilizzazione di questo personale. Ad esempio, è mia intenzione indirizzarne diversi verso la manutenzione delle riserve naturali orientate. Le loro mansioni non sarebbero più soltanto quelle di potatura e bruciatura, ma si dedicherebbero, tra le altre cose, alla preparazione di sentieri per permettere una migliore fruizione delle riserve”.

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