Regione siciliana, spese di funzionamento. Lombardia batte Sicilia 115 a 551 - QdS

Regione siciliana, spese di funzionamento. Lombardia batte Sicilia 115 a 551

Liliana Rosano

Regione siciliana, spese di funzionamento. Lombardia batte Sicilia 115 a 551

giovedì 23 Agosto 2012

Cgia Mestre, presi in esame tre indicatori: organi istituzionali, personale e acquisto di beni e servizi. A tanto ammonta il costo in € pro capite contro i 219 della media nazionale

PALERMO – Che la Regione siciliana non sia proprio parsimoniosa se n’è accorta anche la Cgia di Mestre che ha fatto i conti in tasca a Palazzo d’Orleans. “Una regione spendacciona” rispetto alla media di tutte le altre regioni d’Italia. I costi della politica e quelli per l’acquisto di beni e di servizi sono, in termini pro capite,  sono circa il doppio;quelli relativi agli stipendi del personale addirittura più del triplo. La comparazione effettuata dalla CGIA di Mestre ha messo a confronto questi 3 indicatori ottenendo, come risultato finale, le spese di funzionamento totali di ciascuna Amministrazione regionale. Ebbene, la Regione Sicilia viene a costare 2,5 volte in più della media di tutte le altre Regioni messe assieme: precisamente 551 euro pro capite contro i 219 euro pro capite in capo a tutti gli altri cittadini italiani.
Ritorniamo alla spesa pro capite. Per quanto concerne le uscite per gli organi istituzionali, ovvero il costo della Giunta e dell’Assemblea regionale, il costo per i residenti siciliani è pari a 33 euro all’anno, mentre la media delle altre regioni è di 15 euro pro capite, anche se va sottolineato che la media delle Regioni a Statuto speciale balza a 41 euro pro capite.
Le spese per il personale, vale a dire il costo degli stipendi e i dei contributi previdenziali dei dipendenti regionali,  si attestano in Sicilia sui 346 euro pro capite, mentre la media di tutte le altre amministrazioni regionali è di 108 euro pro capite. Anche in questo caso la spesa media delle Regioni a statuto speciale è poco meno del doppio (616 euro) del costo sostenuto da ciascun siciliano.
Infine, per quanto concerne le uscite per l’acquisto di beni e servizi ovvero il costo delle utenze, degli affitti, della cancelleria, etc. ammontano per ciascun siciliano a 171 euro all’anno, contro i 96 euro pro capite per tutti gli altri cittadini italiani, anche se nelle realtà a statuto speciale  il costo pro capite sale a 234 euro.
“Queste disparità di spesa – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – trovano la loro giustificazione nella piena autonomia che dispongono le realtà a Statuto speciale che, ad esempio nel Nord, hanno speso bene le risorse a disposizione. è vero che queste Amministrazioni hanno maggiori funzioni e competenze delle altre, tuttavia ritengo che con l’Europa a 27, le ragioni storiche, culturali e linguistiche che hanno portato al riconoscimento della specialità di questi territori debbano essere riviste. Ritengo che solo attraverso una seria riforma federale che responsabilizzi maggiormente chi gestisce la cosa pubblica sia possibile evitare  la bancarotta”.
Tra le regioni italiane, le più attente al risparmio sono sicuramente il Veneto, la Liguria e l’Emilia Romagna con un totale spese per il funzionamento pro capite che nel 2010 è stato pari a 84 euro per il Veneto, 83 per la Liguria e 80 euro per l’Emilia Romagna. Anche la Lombardia, che ha il doppio degli abitanti della Sicilia è considerata una regione virtuosa nella pubblica amministrazione. Il totale della spesa per il funzionamento infatti nel 2010 è stato di 115 euro procapite. Non consola il fatto che la media delle altre regioni a statuto speciale è di 891 euro procapite contro i 551 della Sicilia.
Ora, il nuovo governatore dell’Isola che sarà eletto il prossimo ottobre dovrà pensare seriamente ad una razionalizzazione della spesa e dare un taglio a tutti gli sprechi che hanno caratterizzato la gestione dell’Isola.

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