Sicilianismo di Musumeci messo in dubbio da Grande Sud - QdS

Sicilianismo di Musumeci messo in dubbio da Grande Sud

Raffaella Pessina

Sicilianismo di Musumeci messo in dubbio da Grande Sud

mercoledì 29 Agosto 2012

La Destra continuerà la corsa con Pdl e lista unica Pid-Noi Sud e riformisti. Il leader di Grande Sud, Miccichè, revoca il suo sostegno

PALERMO – Come se fosse un copione scritto, la candidatura di Musumeci alla fine non è stata più condivisa da tutto il centro destra e a dire di no stavolta è stato proprio colui che ne aveva proposto la candidatura: il leader di Grande Sud Gianfranco Miccichè.
Lo avevamo anticipato nei giorni scorsi che doveva passare almeno una settimana dalla proposta di Musumeci a candidato presidente della Regione, senza che i vari partiti della coalizione che avevano deciso di sostenerlo si mettessero di traverso, per definirla una candidatura definitiva  e così non è stato, nel senso che l’alleanza si è frantumata. Oggi Miccichè torna in campo appoggiato da Fli, il Partito dei siciliani (ex Mpa) e il Movimento popolare siciliano, fondato dal presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Riccardo Savona.
Il motivo della decisione di Miccichè è spiegato in una nota diramata dal segretario regionale di Grande Sud Pippo Fallica: “Musumeci non ha sposato lo spirito sicilianista di Micciche’ e dà l’idea di preferire alla crescita della nostra Sicilia, un accordo con il Pdl, anche senza le garanzie che avevamo chiesto dopo l’esperienza del governo Tremonti-Lega”. Sulla stessa linea Riccardo Savona: “Chi ha sposato le tesi dell’autonomismo come sintesi tra la storia della Sicilia ed il suo futuro, non può ritrovarsi in chi della conservazione ha fatto il suo programma”.
Musumeci continuerà la corsa appoggiato dal Pdl, dalla Destra di Francesco Storace, e da una lista unica formata da Pid, Noi Sud e riformisti di Stefania Craxi, più un drappello di deputati regionali del Pdl che si richiamano alle posizioni del capogruppo all’Ars, Innocenzo Leontini, che peraltro in un primo tempo si era lui stesso candidato ed ha fatto un passo indietro per fare spazio a Musumeci.
Intanto il segretario nazionale del Pdl il siciliano Angelino Alfano ha detto che per soddisfare le richieste per la lista del Pdl realizzeranno un’altra lista di matrice ‘azzurra’, che affianchi quella del Pdl e che possa sostenere il presidente Musumeci. Secondo Alfano, “un successo del Pdl in Sicilia può dimostrare che la Sicilia è il luogo da cui comincia la riscossa. Tanti sperano in una sconfitta nostra – ha aggiunto- ma se fosse sconfitto il patto Pd-Udc questo avrebbe effetti anche fuori dalla Sicilia”. Queste le notizie sulle coalizioni di centro destra. A sinistra non sono contenti invece perché nelle ore passate il candidato del Pd Rosario Crocetta aveva fatto un pensierino sulla alleanza con il Fli che invece ha preferito l’alleanza con Miccichè. Gli rimane peraltro oltre al suo partito anche l’Udc e l’Api. Inoltre non tutto il Pd appoggerà Crocetta proprio per la sua alleanza con L’Unione di Centro.
 
Gli scissionisti appoggeranno invece Claudio Fava esponente di Sel. Insomma il panorama della candidature è molto frammentato ma soprattutto non è da considerarsi definitivo, in un contesto storico politico in  cui i grandi partiti tradizionali vivono un grave momento di crisi ed emerge maggiormente la preferenza dell’elettore per il personaggio di cui possano identificarne il volto, proprio per una disaffezione alla politica tradizionale dalla quale si sente tradito per le condizioni economiche e sociali ai minimi storici. Purtroppo questo provocherà alla fine di ottobre una grande frammentazione dei voti e soprattutto una scarsa governabilità regionale, esattamente ciò di  cui no ha bisogno la Sicilia in questo momenti. Inoltre ai già tanti candidati si aggiungono: il leader dei ‘Forconi’, Mariano Ferro, l’ex deputato regionale autonomista Cateno De Luca, con il cartello ‘Rivoluzione siciliana’, Gaspare Sturzo (Italiani liberi e forti) e la firma di ‘Libero’, Davide Giacalone.

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