Nel 2013 gli acquisti delle famiglie diminuiscono soprattutto al Sud: -2% - QdS

Nel 2013 gli acquisti delle famiglie diminuiscono soprattutto al Sud: -2%

Maria Francesca Fisichella

Nel 2013 gli acquisti delle famiglie diminuiscono soprattutto al Sud: -2%

giovedì 30 Agosto 2012

Estrapoliamo i dati dal “Rapporto di previsione territoriale” realizzato dalla Svimez in collaborazione con l’Irpet. Al Centro Nord la crisi si fa sentire di meno: -0,3% e il tasso di disoccupazione toccherebbe il 7,4%

PALERMO – Nel 2013 la dinamica dell’occupazione dovrebbe ridursi in maniera preoccupante specie in tre regioni tra cui la Sicilia che segnerà un -1,4% assieme alla Puglia, e in Molise che segnerà un -1,6%.
A mettere in evidenza la previsione è il recente studio della Svimez dal titolo “Rapporto di previsione territoriale”, in collaborazione con l’Irpet (Istituto regionale di programmazione economica della Toscana).
Il rapporto affronta l’analisi delle varie manovre di finanza pubblica, ben cinque avviate in momenti diversi tra il 2010 e il 2011, che esplicano i loro effetti nel biennio cui fa riferimento la previsione dello studio (2012-2013). Influisce in maniera significativa sulle previsioni la poderosa correzione dei conti pubblici: 85 miliardi nel biennio 2012-2013. Ovviamente, le conclusioni dello studio sono da ritenersi strettamente connesse ai dati in possesso nel periodo all’interno del quale esso è stato elaborato e concluso, ossia aprile 2012. Infatti, mentre il Rapporto veniva ultimato sono emerse delle novità nel panorama della politica economica che, qualora trovino concreta attuazione, modificano parzialmente il quadro di finanza pubblica preso in considerazione dallo studio. Il Governo ha espresso la volontà di procedere in maniera più incisiva sul fronte dei tagli alla spesa, tramite una spending review, con l’obiettivo di evitare l’innalzamento delle aliquote Iva previsto a ottobre.
Lo studio pone come “avvertenza” che le stime regionali di Pil e occupazione vanno considerate, quindi, delle tendenze nella (peggiore) ipotesi che la spesa in investimenti della PA non si modifichi da quanto ipotizzato a dicembre 2011; chiarendo che non appena saranno disponibili informazioni più precise a riguardo esse saranno oggetto di revisione. Così se accanto ai numeri di Confartigianato, Adusbef e Federconsumatori, secondo i quali tra Imu, aumenti di tariffe, treni, carburanti, alimentari e libri scolastici, le famiglie italiane si troveranno quest’anno a fare i conti con una stangata da 2.333 euro in più rispetto al 2011, il rapporto Svimez-Irpet ci dice che nel 2013 i consumi delle famiglie dovrebbero evidenziare, a livello territoriale, una dinamica fortemente differenziata: -2,0% al Sud e -0,3% al Centro-Nord. Le difficoltà maggiori dovrebbero riguardare il mercato del lavoro.
Nel 2013 si prevede una contrazione delle unità di lavoro totali dello 0,6% nel Centro-Nord e dell’1,1% nel Sud. Il tasso di disoccupazione dovrebbe toccare il livello del 14,7% nelle regioni meridionali e del 7,4% nel Centro-Nord. L’aumento di Pil ipotizzato per il 2013, a livello nazionale, dovrebbe riguardare essenzialmente le regioni del Centro-Nord (0,4%) e praticamente per niente, nel suo insieme,il Sud (-0,1%).
 
In Sicilia il dato si attesta a -0,3 per cento. Altra nota dolente: i tagli agli investimenti, che risultano penalizzare il Mezzogiorno in modo più forte rispetto a quanto si ricava per le altre tipologie di spesa. In particolare, risultano significativi i tagli operati al Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), con i quali si è realizzato una quota significativa dei risparmi previsti a carico dei Ministeri, sia col Dl. 78/2010 che con il Dl 98/2011 disposte dal Governo precedente. Nel triennio 2011-2013 i tagli agli investimenti pesano per lo 0,4% del Pil nel Centro-Nord e per l’1,1% nel Sud. Nel biennio 2012-2013 le stime indicano che il Sud dovrebbe risentire in maniera più ampia della recessione. Sardegna, Calabria e Campania dovrebbero conoscere nel 2012 una riduzione dell’attività produttiva piuttosto pesante pari, nella prima regione, al -3,1% e al -3,2% nelle altre due. La Sicilia segnerà un -2,8% . La regione meridionale che, sempre nel 2012, dovrebbe mostrare una tenuta relativa migliore è l’Abruzzo (-2,1%); non a caso territorio dotato di un’apprezzabile base esportatrice.

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