Il fallimento del Governo Lombardo nei numeri - QdS

Il fallimento del Governo Lombardo nei numeri

Lucia Russo

Il fallimento del Governo Lombardo nei numeri

venerdì 07 Settembre 2012

Regione: solo nel 2009 registrate entrate superiori alle spese correnti, per il resto sempre disavanzi. Corte Conti: “Schivato qualsiasi tentativo di porre un freno alla spesa corrente”

PALERMO – Sono pubblicati nero su bianco, sui numeri delle Gazzette ufficiali della Regione siciliana i risultati del Governo uscente. Lo scorso 23 agosto a pagina due abbiamo pubblicato solo quelli relativi all’esercizio finanziario 2011, adesso invece, dopo aver individuato le Gazzette contenenti le leggi di approvazione dei “Rendiconti generali dell’Amministrazione della Regione siciliana” per ogni esercizio finanziario (dal 2008 al 2011) chiusi sotto il governo Lombardo, pubblichiamo nelle tabelle qui sotto i numeri più rilevanti.
Nel primo rigo le entrate correnti, in conto capitale e per accensioni prestiti accertate: si parte con 19 miliardi a chiusura del 2008 per arrivare a 16,5 miliardi a chiusura del 2011, dunque le entrate hanno conosciuto solamente un leggero sollievo di 700 milioni di euro nel 2009 rispetto al 2008 per poi scendere di ben 3,2 miliardi in tre anni.
Le spese correnti, in conto capitale e per rimborsi di prestiti se nel 2009 hanno avuto una piccola boccata d’ossigeno, essendo diminuite di 2,5 miliardi rispetto al 2008, poi sono tornate a salire fino ai 19,5 miliardi del 2011, anche se comunque più basse rispetto a quelle del 2008.
Di conseguenza a fine 2011 si è registrato il disavanzo più pesante di tutta la durata del governo Lombardo di ben tre miliardi di euro e in sostanza soltanto nel 2009 il disavanzo è stato pari a zero, perché le entrate accertate si sono rivelate più elevate della spesa di poco più di un miliardo ( il c.d. avanzo della gestione di competenza).
È rimasto sempre alto l’ammontare dell’avanzo finanziario, costituito per  la maggioranza da fondi vincolati. Rispetto al Rendiconto 2011, la Corte dei Conti in sede di Giudizio di parifica il 29 giugno 2012 ha osservato: “Detti risultati vanno confrontati con quelli presuntivamente iscritti a titolo di avanzo finanziario nel bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2012 e pari a 9.200 e 200 milioni di euro, rispettivamente per i fondi non regionali e per quelli ordinari della Regione. è evidente che, ai fini dell’assestamento di detto bilancio da effettuare ai sensi dell’art. 9 della legge regionale 8 luglio 1977, n. 47 e successive modificazioni, occorrerà adeguare le anzidette previsioni ai risultati che emergono dal rendiconto 2011 presentato alla Corte per la parificazione, mediante una manovra complessiva di 1.211 milioni di euro”.
La Corte nella stessa sede ha evidenziato il deterioramento del quadro di finanza pubblica regionale, solo in parte riconducibile alla stagnazione dell’economia, ma principalmente dipeso dal non aver il Governo affrontato alle radici le vere ragioni degli squilibri contabili regionali.
“È ormai ineludibile affrontare – scrivevano i magistrati contabili rivolgendosi al Governo a giugno 2012 -, tramite coraggiosi interventi strutturali, il nodo della spesa corrente che da anni appare in grado di schivare tutti i tentativi di porvi un freno”.

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