Donazione organi: nelle città si registrano meno opposizioni - QdS

Donazione organi: nelle città si registrano meno opposizioni

Angela Michela Rabiolo

Donazione organi: nelle città si registrano meno opposizioni

venerdì 07 Settembre 2012

Il Centro Regionale Trapianti ha pubblicato sul suo portale i nuovi dati aggiornati al 5 settembre. Il numero di chi non accetta l’espianto è diminuito, ma resta la diffidenza

PALERMO – Il Centro Regionale Trapianti Sicilia ha aggiornato i dati di donazioni e trapianti al 5 settembre. Rispetto agli scorsi anni l’attività di donazione è in crescita e contestualmente si è abbassato il numero di opposizioni grazie probabilmente al raggiungimento di una nuova consapevolezza e alle campagne di sensibilizzazione portate avanti da diverse associazioni.
Il Sistema Informativo Trapianti infatti, riporta una situazione favorevole per tutti i pazienti in lista di attesa. Rispetto al 2011, la percentuale delle opposizioni è diminuita di quasi un punto percentuale passando dal 28,7% del 2011 al 27,6% del 2012. In Sicilia poi, si registra un balzo vero e proprio come se la mentalità degli abitanti isolani fosse veramente cambiata. Il Sit riporta una diminuzione delle opposizioni strabiliante dal 52,6% del 2011 al 37,1% del 2012.
Andando ad analizzare meglio i dati siciliani però si notano delle differenze subregionali soprattutto se ci si riferisce alle rilevazioni dello scorso trimestre. I dati del Crt mostrano come ad Agrigento, nei due plessi che effettuano i trapianti (il S. Giovanni di Dio e l’ospedale di Sciacca) il numero delle opposizioni è uguale al numero dei casi segnalati. La procedura ospedaliera prescrive che il paziente morto cerebralmente venga esaminato e poi, se giudicato adatto, segnalato come possibile donatore. Si chiede successivamente il consenso all’espianto e i familiari dell’ormai defunto (anche se il cuore continua a pompare sangue per ossigenare organi e tessuti) sono chiamati a pronunciarsi sul destino di qualche pezzo del loro caro ma soprattutto sulla chance di nuova vita di qualche altra persona che in lista d’attesa spera di ricevere ogni giorno una chiamata per recarsi in ospedale e probabilmente guarire. La stessa situazione si è verificata negli ultimi mesi anche al S. Elia di Caltanissetta, all’ospedale di Modica e a quello di Trapani.
Nelle città maggiori i dati sono ovviamente più consistenti eppure, in percentuale, le opposizioni sono minori agli espianti effettuati. Il bilancio regionale totale degli ultimi mesi porta a 133 i donatori segnalati, 68 gli organi procurati e 54 quelli espiantati. Le opposizioni sono 57, poco meno della metà dei casi segnalati come possibili donatori.
Il Crt Sicilia pubblica quasi ogni giorno notizie di trapianti; non esiste modo migliore per incoraggiare la cultura della donazione che far sapere che il sacrificio di qualcuno è stato ripagato con la rinascita di un’altra vita. Alla donazione non ci sono limiti, l’unico -forse- è di avere degli organi sani da espiantare. Una donna di 82 anni per esempio, è diventata donatrice Il 13 agosto è spirata nella seconda rianimazione del Civico di Palermo per trauma cranico. Le sono stati prelevati fegato e reni. Il fegato è stato trapiantato su una paziente di Ismett di 65 anni, nata e Roma e residente nella provincia di Caltanissetta. I reni sono stati trapiantati dal Policlinico di Catania, con trapianto doppio, su un paziente di 62 anni della provincia di Catania. Ma non tutte le procedure vanno a buon fine. Nei giorni precedenti il Crt aveva gestito due donazioni di organi: una a Malta (la donatrice era una donna di 52 anni) e una al San Vincenzo di Taormina. La donatrice maltese è stata definita dalla Second opinion nazionale “a rischio inaccettabile”, quindi nessun organo è stato trapiantato. Gli organi del donatore di Taormina sono stati ritenuti “non idonei” da tutti i centri trapianto.
Se ancora ci fosse qualcuno che volesse opporsi alla donazione, consideri che il 28 agosto una donatrice di 42 anni morta a causa di una emorragia cerebrale ha dato i polmoni a una ragazza di 17 anni in urgenza nazionale che ora potrà vivere. Allo stesso modo, un’altra donatrice di 17 anni ha fatto rinascere una bimba di 5 mesi.

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