L’Ast fa cassa vendendo immobili - QdS

L’Ast fa cassa vendendo immobili

Rosario Battiato

L’Ast fa cassa vendendo immobili

sabato 08 Settembre 2012

I sindacati chiedono un piano di rilancio dell'azienda, ma prima bisognerà quadrare i conti. Anno scolastico, non non potranno essere garantite tutte le tratte per gli studenti

PALERMO – Siamo all’atto finale per l’Azienda siciliana trasporti, una malmessa partecipata che la Regione, a quanto pare, non ha nessuna intenzione di salvare dopo il dovuto taglio dei contributi. A fronte di un buco in bilancio che fino a qualche mese fa sfiorava i cento milioni di euro, e, nonostante una recente iniezione di liquidi da poco meno di 20 milioni di euro, è ancora tempo di agire per evitare il tracollo. Il piano dell’Ast, come scritto ieri, prevede la vendita di beni immobiliari a Siracusa, Ragusa e Trapani, per far rientrare almeno 5 milioni di euro.
L’operazione di rientro, concordata da Ast e Regione, comprende lo smantellamento dei beni immbobili dell’azienda per fare cassa, smentendo, almeno per il momento, l’idea di un rilancio. Questo in sintesi il pensiero di Filt Cgil e Fit Cisl sull’azione della Regione, che, a detta dei sindacati, avvierà “un processo di smantellamento dell’Ast stessa con possibili manovre speculative e di accaparramento del patrimonio aziendale”. Il casus belli è sempre lo stesso: il taglio del 20% dei contributi regionale previsti nella finanziaria 2012 per un’azienda che si occupa anche di mantenere tratte sociali non economicamente convenienti. 
 
Secondo la nota congiunta redatta dai due rappresentanti sindacali Franco Spanò e Amedeo Benigno si tratta di un’ operazione non finalizzata “né all’ammodernamento delle attrezzature né tanto meno all’acquisto di materiale rotabile per il rinnovamento del parco automezzi”. Spanò e Benigno, che chiedono la sospensione di questo piano di vendita e l’apertura di un confronto, rilevano la necessità di rilanciare invece l’azienda, unica partecipata dalla Regione per il trasporto pubblico locale in Sicilia anche perché gestisce gran parte dei servizi extra urbani ed urbani e quasi tutte le tratte sociali che i privati ritengono antieconomiche. Quindi la parola d’ordine, concludono i due segretari, dovrebbe essere potenziamento e non depauperamento.
Intanto l’effetto Ast comincia a farsi sentire sul territorio. A Valguarnera, ma il caso è destinato a ripetersi anche in altri centri dell’Isola, la Regione siciliana non è più in grado di coprire parte delle spese del trasporto pubblico regionale, e, di conseguenza, l’Ast non garantisce più il trasporto degli studenti pendolari. La partecipata del settore dei trasporti ha infatti scritto che “considerato il perdurare dell’attuale situazione di criticità aziendale a seguito della riduzione del 20% dei trasferimenti regionali, che per il prossimo anno scolastico 2012/2013, potrà essere garantito soltanto il servizio pubblico di linea sulla tratta Leonforte, Assoro, Valguarnera, Piazza Armerina, Mirabella Imbaccari, Caltagirone e non più le corse scolastiche”. Già tagliate oltre 70 corse in Sicilia.
Tutto ampiamente prevedibile. Per i primi sei mesi del 2012 l’Ast ha proceduto basandosi sulle tratte del 2011, quindi ben prima che avvenissero i tagli dei contributi regionali, passati da 220 a 180 milioni di euro per tutte le aziende di tpl. Il discorso vale un po’ per tutte le aziende isolane anche se, in ogni caso, si avverte la necessità di agire a livello gestionale per portare a livelli più dignitosi, puntando almeno lo standard nazionale, un settore con pochissima utenza che resta sempre in basso nelle classifiche di qualità stilate dagli utenti di tutta Italia.

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