La Regione siciliana non paghi gli errori di Wind Jet - QdS

La Regione siciliana non paghi gli errori di Wind Jet

Giuliana Gambuzza

La Regione siciliana non paghi gli errori di Wind Jet

giovedì 13 Settembre 2012

Domani vertice al ministero mentre si allontana il progetto della cordata siciliana. I sindacati vorrebbero che l’Irfis affiancasse una newco

CATANIA – Continua la corsa al salvataggio di Wind Jet. In che direzione si evolverà la crisi aziendale annunciata il 24 aprile scorso si capirà (questa è la speranza) dall’incontro di domani. Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, infatti, ha sollecitato i vertici della compagnia a riferire, alla presenza di istituzioni e parti sociali, sulle possibilità concrete per uscire dall’impasse.
Si farà finalmente un po’ di chiarezza, visto che in queste settimane si sono accavallate indiscrezioni di ogni sorta sull’interesse di vettori stranieri come Ryanair e EasyJet. Mentre si allontana il rilancio di Wind Jet da parte di una cordata ad alto tasso di sicilianità, dopo che i tre Airbus 320 al centro del piano sono stati prelevati da Malta e fatti rientrare in Irlanda, dove ha sede la ditta proprietaria.
Lo ha annunciato Roberto Corrao, facendosi portavoce del gruppo che si era detto disposto a rilevare la low cost. “I 3 milioni di euro preventivati non bastano più: ne servirebbero almeno il triplo. E i tempi si allungherebbero: noi speravamo di tornare a staccare biglietti in 15 giorni, invece adesso bisognerebbe creare una start up, il che richiede almeno 2 mesi. Senza contare che i rischi imprenditoriali aumenterebbero”.
Insomma, il progetto cambia forma, avviandosi forse a uscire dalle previsioni – e dagli interessi – della cordata. Tutto questo perché la direzione di Wind Jet è rimasta sorda alla proposta.
E intanto prende corpo l’ipotesi che sia la Regione, tramite l’Irfis-FinSicilia, ad affiancare nella creazione di una newco un gruppo di privati diverso da quello che si era fatto avanti nelle ultime settimane. Ad augurarselo sono soprattutto le associazioni sindacali. “Unitariamente agli altri sindacati – affermano in una nota le segreterie Cgil e Filt Cgil di Catania – crediamo che debba esserci la partecipazione dell’Irfis con il 5%, così come di una lobbyng positiva operata dalle forze sociali, politiche e imprenditoriali siciliane”.
Certo, le sigle sindacali sono preoccupate per i dipendenti di Wind Jet, che martedì scorso hanno sfilato in corteo vicino all’aeroporto catanese, bloccando per circa un’ora il traffico automobilistico. E sono preoccupate anche per l’indotto più prossimo, alias la Katanè Handling, che gestisce i servizi a terra della compagnia e che ora ha un buco di 2,4 milioni di euro, e la Sac, che ne ha uno di 8 milioni.
Ma vanno considerati pure altri elementi. Wind Jet ha risentito di una sfavorevole congiuntura economica, però ha anche commesso degli errori nell’offerta dei suoi servizi. Perché, dunque, i contribuenti dovrebbero pagare per la cattiva gestione di un’impresa privata? L’interesse a tenere in piedi una società che li colleghi alla terraferma a prezzi contenuti basterebbe davvero come motivazione?
Esiste poi un aspetto più prosaico ma, ahimè, molto realistico: la Regione è già pesantemente indebitata e sarebbe a dir poco complicato coniugare gli oltre 5 miliardi di debiti accertati dalla Corte dei Conti nel giudizio di parificazione di luglio con il salvataggio di un’azienda da tempo in agonia. Il resto somiglia tanto a semplici slogan elettorali.
 


Saranno chiariti i rapporti tra Fontanarossa e WJ, parola di Sac
 
Tutti ne parlano come della low cost siciliana. Ma è soprattutto a Catania, dove è nata nel 2003, che si gioca il futuro di Wind Jet. Per questo abbiamo sentito Nico Torrisi, da pochi giorni amministratore delegato della Sac, la SpA che gestisce l’aeroporto etneo. “Non posso negare, né come cittadino né come presidente regionale di Federalbeghi, l’enorme simpatia con cui ho guardato all’attività finora svolta da Wind Jet. Ma questo non significa che sarò partigiano”. I tempi sono stretti, visto che le attività commerciali collegate all’aeroporto e l’aeroporto stesso stanno soffrendo a causa della crisi del vettore: secondo le stime rese note da Torrisi, Wind Jet generava il 25% di traffico passeggeri su Fontanarossa. “Il primo potere che eserciterò da Ad della Sac – aggiunge Torrisi – sarà quello di fare chiarezza sui rapporti di rispettivi crediti e debiti che sono intercorsi con la Società fino al momento e successivamente alla sospensione dei voli”. E sulle sfide che lo aspettano il nuovo amministratore dice: “Ho ereditato una situazione pesante. Non voglio prendere le distanze da chi mi ha preceduto, ma solo rimboccarmi le maniche e cercare di fare bene. Con il sostegno, spero, di tutti i soci”.
 
Giuliana Gambuzza
Twitter: @GiulyGambuzza

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