Palermo - Inflazione, un aumento del 2,5%, ma è minore di altri capoluoghi - QdS

Palermo – Inflazione, un aumento del 2,5%, ma è minore di altri capoluoghi

Andrea Uzzo

Palermo – Inflazione, un aumento del 2,5%, ma è minore di altri capoluoghi

venerdì 21 Settembre 2012

Variazioni nell’indice dei prezzi al consumo secondo le rilevazioni dell’ufficio comunale di statistica. Alcol, tabacchi, casa ed energia sono le spese più pesanti per i cittadini

PALERMO – Nel giro di un anno a Palermo l’inflazione è aumentata del 2,5%. Il dato si riferisce alla “variazione tendenziale” dell’indice dei prezzi al consumo (Nic) rilevata nel mese di agosto di quest’anno e confrontata rispetto allo stesso mese del 2011. La rilevazione è stata effettuata dall’Ufficio statistica del Comune, nell’ambito delle informazioni statistiche che le amministrazioni che fanno parte del Sistema statistico nazionale (Sistan) raccolgono periodicamente. Se il tasso del 2,5% di aumento di inflazione può sembrare alto – e sicuramente lo è – esso è però inferiore alla media nazionale che secondo l’analisi sui prezzi al consumo effettuata dall’Istat è aumentata in misura pari al 3,2%.
 
Tra le città capoluogo di regione, infatti, solo a Campobasso si registra una variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo più bassa (+1,9). Seguono Firenze e, appunto Palermo, con lo stesso aumento del tasso di inflazione (+2,5%) e Milano (+2,7%). In cima alla graduatoria delle città capoluogo di regione con le variazioni percentuali tendenziali più elevate ci sono Genova (+4,3%), Trieste (+4,1%), Venezia e Trento (entrambe al +3,8%), L’Aquila e Ancona (entrambe al +3,5%), Roma (+3,4%).
 
Ritornando a Palermo, nel capoluogo siciliano tra agosto 2011 e agosto 2012 gli aumenti più elevati si sono registrati nei settore merceologici “Bevande alcoliche e tabacchi” (+6,6%); “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili” (+6%); “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+3,8%), “Trasporti” (+3,5%), “Altri beni e servizi” (+3,1%), e “Abbigliamento e calzature” (+2,3%). Si è invece registrato un decremento nella divisione: “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,6%). L’analisi sui prezzi al consumo fornisce anche le variazioni congiunturali, cioè le differenze percentuali di inflazione rilevate tra i mesi di luglio e di agosto di quest’anno. In questo caso l’aumento dell’0,5% registrato a Palermo dall’Ufficio comunale di statistica è di poco superiore alla media nazionale rilevata dall’Istat (+0,4%).
 
Nella graduatoria delle variazioni congiunturali tra i capoluoghi di regione Palermo si colloca al quarto posto insieme a Cagliari, preceduta da Aosta (+0,9%), Genova, Trieste, Venezia e Torino che registrano tutte e tre una percentuale pari allo 0,7%, ed Ancona (+0,6%).

Prodotto interno. La peggiore produzione dal 2009
PALERMO – Di fronte a un aumento generalizzato dei prezzi l’Istat rileva anche un diminuzione della produzione: il tasso del pil è il peggiore dal 2009 e il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ha parlato di “una recessione che dura da diversi trimestri”. Intervistato da “Repubblica Tv” l’economista Marcello De Cecco ha spiegato che questo fenomeno (che gli esperti definiscono “stagflazione”) è una particolarità italiana, in quanto il nostro paese è entrato nella crisi generale mentre già si trovava in una sua crisi strutturale. De Cecco, citando Sylos Labini, ha sostenuto che l’aumento dei prezzi è superiore a quello dei paesi dell’eurozona ed è dovuto “all’elevato grado di monopolio di coloro che aumentano i prezzi". "I beni in concorrenza ristretta (come energia e trasporti) sono aumentati allegramente – dice De Cecco – perché non devono guardare alla domanda anche se essa cala”. Secondo l’economista della Luiss “questo è dovuto all’importanza delle lobby settoriali sia private che pubbliche”.

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