Cittadini, cani da guardia della politica - QdS

Cittadini, cani da guardia della politica

Carlo Alberto Tregua

Cittadini, cani da guardia della politica

giovedì 27 Settembre 2012
Nel recente dibattito televisivo ad Antenna Sicilia (martedi 18/9) si sono confrontati sei dei circa 14 candidati alla Presidenza della Regione. Uno di essi, Gianfranco Miccichè, a metà trasmissione ha abbandonato la sedia.
Durante il lungo tempo (oltre due ore) abbiamo sentito parlare i candidati di argomenti che interessano poco i siciliani soprattutto quei due milioni che, disgustati dalla politica, probabilmente non andranno a votare. Infatti, si doveva discutere del cosa fare, come farlo, in quali tempi e con quali mezzi finanziari e professionali, il tutto per ribaltare la catastrofica situazione in cui si trova la Sicilia.
Ci dispiace che non tutti i candidati alla Presidenza abbiano ancora comunicato la loro adesione al nostro Decalogo, più volte pubblicato su queste pagine e sul nostro sito Internet, anche eventualmente precisando motivi di dissenso. Siamo convinti, però, che risponderanno al più presto. Dal consenso o dissenso capiremo la serietà delle loro intenzioni.
 
I cittadini siciliani sono stanchi di candidati al seggio dell’Ars (un posto di lavoro da ventimila euro al mese) o alla Presidenza della Regione (un posto da trecentomila euro all’anno, più del compenso di Obama) i quali continuano ad addossare ai loro predecessori le gravissime colpe dello sfascio, come se loro stessi negli anni o decenni precedenti non avessero responsabilità istituzionali.
i cittadini siciliani sono stufi, poi, di sentire diagnosi, diagnosi e terapie fumose ed evanescenti, non veri Piani poliennali, dotati delle loro sezioni fondamentali, quali programmazione, organizzazione, gestione e controllo.
I cittadini siciliani sono stufi di  sentire dalla bocca dei candidati, se non raramente, l’assenza di riferimento ad almeno quattro valori indispensabili per cominciare la salita: merito, responsabilità, crescita e solidarietà.
i cittadini siciliani sono disorientati da un ceto politico pervicace ed impenitente che continua a comportarsi come ha sempre fatto indipendentemente dallo scenario economico e sociale che è totalmente cambiato. In altri termini, costoro non si sono accorti che le condizioni di vita della Comunità sono peggiorate e occorrono rimedi e terapie molto forti, concreti, accantonando fumosità e comportamenti da parolai.
 
Ma i cittadini siciliani devono essere consapevoli di sentirsi i cani da guardia della politica. Devono protestare quando vecchie cariatidi si presentano sul mercato per chiedere il consenso. Devono cacciarli e urlare “Buuu” a indagati, imputati e condannati che hanno fatto tanto danno alla nostra Isola e che hanno violentato la nostra reputazione, la reputazione cioè dei siciliani per bene che sono la grande maggioranza.
è probabile che la prossima Assemblea regionale si riunisca entro il mese di novembre. Verosimilmente, se voterà il 60 per cento dei siciliani, lo sbarramento per l’ingresso dei partiti all’Ars sarà ridotto a 120/130 mila voti, con la conseguenza che i gruppi, cosiddetti parlamentari, potrebbero essere più di dieci. Chiunque vinca avrà enormi difficoltà a formare una maggioranza qualsivoglia.
In ogni caso, il governo prossimo venturo dovrà redigere la legge di stabilità 2013 che poi l’Assemblea dovrà approvare. Atteso che Europlus (25/3/11) Fiscal compact (7/3/12) e Legge costituzionale n. 1/12 (obbligo del pareggio di bilancio) impediranno qualunque sforamento, per approvare tale legge senza lo spauracchio del prezioso intervento del Commissario dello Stato, dovranno essere amputati 3,6 miliardi di uscite, secondo l’elenco da noi più volte pubblicato.

Ma non basta, perchè tagliando gli apparati e non i servizi, i conti si mettono in ordine, ma non si recupera alcuna risorsa per la crescita, mentre noi ne abbiamo bisogno per: a) cofinanziare i fondi europei e statali, in modo da aprire cantieri in tutta la Sicilia; b) attirare investimenti dall’estero di gruppi internazionali; c) sostenere il sistema produttivo e dei servizi in agricoltura, artigianato, industria e turismo, green economy ed energia verde.
Ci scusiamo con gli affezionati lettori se siamo ripetitivi. Ripetiamo perché chi ha doveri istituzionali si comporta come le tre scimmiette. E per questo noi abbiamo l’obbligo di martellarli, anche per non dar loro l’alibi di poter dire che non lo sapevano.
Le soluzioni sono infatti scritte tutte nero su salmone. Basta diagnosi. Occorre misurarsi sulle soluzioni, basta stipendi pubblici, occorre spendere per la produzione di ricchezza.

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