Gestione rifiuti, una falla da 50 mln € ha bloccato la raccolta per dieci giorni - QdS

Gestione rifiuti, una falla da 50 mln € ha bloccato la raccolta per dieci giorni

Calogero Conigliaro

Gestione rifiuti, una falla da 50 mln € ha bloccato la raccolta per dieci giorni

venerdì 28 Settembre 2012

Pesantissima situazione debitoria all’Ato Gesa Ag2. Per pagare le prime fatture servirebbero 20 mln di euro

AGRIGENTO – Dopo la tempesta è il momento della calma e dell’impossibile conta dei danni che il territorio ha subito nella parte finale della stagione turistica, causata da dieci giorni di sciopero dei netturbini delle ditte che effettuano la raccolta dei rifiuti per l’Ato Gesa Ag 2 (istituita dall’ordinanza commissariale 280 del 04/04/2001 che ne ha istituiti altri 24 in tutta la Sicilia, in ottemperanza al precedente Dlgs. 22/97).
Una situazione debitoria incredibile che ha reso possibile l’irreale con gli operai che non hanno percepito stipendi per ben 5 mensilità, il cui sacrosanto sciopero ha però messo in ginocchio i comuni consorziati, tra cui il capoluogo di provincia. Dopo anni di indebitamento continuo da parte dei comuni verso la Gesa Ag 2 si è arrivati ad un ammontare di 50 milioni di somme che gli enti debbono in parte direttamente alla stessa società, in parte alla Regione che negli anni ha anticipato per i Comuni circa 30 milioni di euro.
“Per far fronte alla drammatica situazione – ha spiegato il liquidatore Teresa Restivo – avrei bisogno di 20 milioni di euro. Potrei allora saldare le innumerevoli fatture delle ditte che la Gesa ha nei propri cassetti. I Comuni hanno però un debito di altri 30 milioni di euro verso la Regione che negli anni ha anticipato le somme per pagare le ditte che si occupano di raccolta di rifiuti oltre che la discarica. Per far fronte alla situazione la Regione ha già nominato i commissari straordinari per ogni Comune che avranno il compito di reperire le somme dalle casse comunali. Ovviamente salvaguardando le spese obbligatorie degli enti, quali gli stipendi dei propri dipendenti o di solidarietà sociale. Mentre il piano di rientro per un miliardo di euro voluto dalla Regione per tutti i Comuni dell’isola non è potuto partire perché nessuna banca ha voluto concedere il mutuo necessario.
 
Prevedeva che i Comuni lo restituissero a rate alla Regione stessa. Di questo miliardo, ben 600 milioni sono debiti diretti dei Comuni verso gli Ato, mentre 400 milioni sono anticipazioni della Regione agli Ato per conto degli stessi comuni.
Purtroppo questo enorme debito è stato creato da un sistema di riscossione che non ha funzionato, infatti molti dei cittadini destinatari delle bollette della Tarsu non hanno mai voluto saperne di pagare, mentre costi improvvisi hanno aumentato la quota finanziata direttamente dai Comuni in corso d’anno. Ovviamente una volta che i cittadini non pagano, l’inesigibile diventa di competenza dell’ente in cui risiedono”.
Di fatto il vero problema è stato quello che controlli e misure coercitive da parte della società di riscossione Aipa nei confronti dei furbi non hanno funzionato, se non in misura minima.
“Purtroppo l’ordinamento giuridico – ha aggiunto la dottoressa Restivo – offre possibilità di numerosi cavilli giuridici che hanno impedito in molte situazioni accertate l’intervento coercitivo”.
In questa situazione drammatica arriva almeno una notizia positiva: a breve dovrebbe svolgersi il bando di gara per la realizzazione dell’impianto di compostaggio che permetterà di realizzare la raccolta differenziata in provincia. L’importo necessario per realizzare l’opera sarà di circa 12 milioni di euro, mentre la località è stata individuata presso il territorio di Casteltermini. “Questo impianto – spiega il dirigente regionale Enrico Alletto – ha il compito di trasformare l’umido in compost, un materiale fertilizzante per il terreno. Il bando è invece opera del commissario straordinario per emergenza rifiuti nominato dal Governo nazionale, le somme sono invece messe a disposizione dall’Unione Europea. L’impresa – o il consorzio di imprese – che realizzerà l’opera potrà gestirla per 15 anni, ma dovrà mettere di suo la metà dei fondi necessari, mentre il restante 50% saranno fondi pubblici.
Una buona notizia dunque a pochi mesi dalla nascita delle Srr (Società per la regolamentazione dei rifiuti) che modificherà sia l’attuale struttura degli Ato, sia il sistema di riscossione del servizio di raccolta dei rifiuti stesso. Il tutto nella speranza che presto la Regione Sicilia trovi i fondi per poter saldare i conti con le imprese e le discariche, in modo che si evitino altri scioperi dagli effetti disastrosi per i cittadini e per il turismo che già di suo vede una crisi seria, nonostante l’impegno del distretto turistico Valle dei templi e degli operatori del settore.

Gli altissimi costi del servizio e la riscossione insufficiente

Porto Empedocle (AG) – Un consiglio comunale straordinario è stato voluto dai consiglieri empedoclini per comprendere la reale situazione, dopo lo sciopero dei netturbini che ha creato numerosi disservizi, oltre che una situazione insostenibile dal punto di vista igienico-sanitario, soprattutto nella zona portuale, proprio nei giorni in cui sono sbarcati i crocieristi della Costa Voyager, società che approdava per la prima volta in città e per cui l’amministrazione, aveva allestito numerosi preparativi che alla fine si sono concretizzati in musica, cannoli alla ricotta e tanta, troppa immondizia dall’odore nauseante.
A rispondere puntualmente alle domande sulla puzzolente problematica è stato il segretario comunale Pietro Rizzo. “Il guaio sta in un sistema imploso – ha affermato – soprattutto in sede di riscossione, visto che nella nostra città il 44% non vuol sentire di pagare le bollette recapitate. Questo ha aumentato la somma debitoria che l’ente deve adesso all’Ato Gesa Ag 2. Sarebbe stato però opportuno che l’Aipa, società che cura la riscossione, fosse intervenuta nel perseguire, con ganasce fiscali, i non paganti ad esclusione di quelli che realmente sono impossibilitati a farlo. Un’altra parte del debito è invece montato a causa dell’aumento improvviso del costo stimato del servizio a carico del Comune, possibilmente per l’improvvisa apparizione di rifiuti speciali. Un esempio per tutti: un topo morto in strada ci costa 100 euro, per non parlare poi di cumuli di spazzatura bruciata o cassonetti infiammati durante gli scioperi. I ruoli che l’AIPA ogni anno deve esigere a Porto Empedocle dai cittadini sono quasi 2 milioni di euro, mentre un altro milione è di competenza del Comune”.

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