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Palermo – Sull’Amat debiti per 117 mln € così arriva un taglio di 30 vetture

Luca Mangogna

Palermo – Sull’Amat debiti per 117 mln € così arriva un taglio di 30 vetture

martedì 02 Ottobre 2012

La partecipata che si occupa del trasporto pubblico non sta meglio delle consorelle Gesip e Amia. Artioli: “Solo per il 2012”. E chiede una conferenza di servizi col Comune

PALERMO – “Meno linee, più servizi”. Era questo lo slogan del piano di riorganizzazione dell’Amat, l’azienda partecipata del trasporto pubblico a Palermo, che negli anni scorsi la precedente amministrazione ha tentato invano di par approvare dal Consiglio comunale. Insediatasi la nuova amministrazione, cambiato il cda e il presidente, lo slogan è tornato prepotentemente d’attualità, variandolo però in “meno linee e meno servizi”. La gravissima situazione finanziaria dell’Amat ha infatti spinto il presidente Ettore Artioli ha comunicare, tramite lettera, al sindaco Leoluca Orlando l’assoluta necessità di un taglio ai servizi di trasporto pubblico.
Dal 1° ottobre infatti circoleranno in città 30 vetture in meno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso per l’azienda di via Roccazzo è stato il taglio deciso dai finanziamenti regionali, un 20 per cento in meno, equivalente alla somma di 11 milioni di euro, che mette a serio rischio il futuro della società e del servizio così com’è ora concepito. Va altresì ricordato che l’Amat ha debiti (certificati al 31/12/2011) per 117 milioni, e un credito nei confronti del Comune per 141 milioni, 84 dei quali sono stati oggetto di un decreto ingiuntivo giunto a Palazzo delle Aquile nel mese di maggio.
Già da diverso tempo però il servizio è andato sempre di più a scadere, se si considera che nell’attuale contratto di servizio sono previste 280 vetture in circolo a pieno regime, quando non ne circolano più di 230. I motivi sono quelli di una condizione economica assolutamente deficitaria che non permette di riparare e mettere in circolo i mezzi guasti.
“L’ulteriore squilibrio economico che si aggiunge all’attuale contratto di servizio – ha scritto Artioli nella sua lettera – nonostante gli interventi di ottimizzazione e razionalizzazione che possono essere messi in atto da questa amministrazione aziendale, comporterà quasi certamente un incremento del disavanzo che, aggiunto alle perdite consolidate degli esercizi precedenti, pone sicuramente a rischio la continuità aziendale”. Dunque è molto probabile che nemmeno la riduzione del servizio possa portare a un risanamento dei conti e a un piano di recupero del servizio attuale, scadente e obsoleto. Artioli nella sua missiva infine chiede con urgenza la convocazione di una “conferenza di servizio azienda-Comune”.
Il taglio degli autobus, ha spiegato Artioli, è stato programmato solo per il 2012 “per dar tempo all’amministrazione comunale di valutare, con riferimento agli esercizi successivi, l’effettiva disponibilità di risorse e l’eventuale possibilità di integrare quelle attualmente disponibili”. Intanto i lavoratori dell’azienda osservano vigili, i loro stipendi vengono onorati con estrema difficoltà e guardando cosa succede alle consorelle Amia e Gesip, il rischio di un nuovo bubbone che sconvolga Palermo, è tutt’altro che peregrino.

L’assessore Lapiana: “Causa organizzativa e non economica”

PALERMO – L’assessore alle Partecipate del Comune, Cesare Lapiana, ha spiegato qual è, secondo lui, la causa scatenante della questione Amat, e quali piani ha in serbo l’amministrazione per tamponare la falla.
“Il problema dell’Amat – ha detto Lapiana – è un problema di disorganizzazione, non economico. O meglio, abbiamo un debito enorme con l’azienda dei trasporti, di circa 150-160 milioni, che abbiamo riconosciuto. Ma lo risolveremo, bisogna solo vedere in che tempi estinguerlo. Tra i settori da riorganizzare – ha proseguito l’assessore – merita di essere ricordata l’officina, che potrebbe anche diventare vero e proprio motore della nuova società consortile”.
È dunque la nascita di questa, ormai famigerata, società consortile il nodo gordiano della vicenda che ruota attorno alle società partecipate al Comune di Palermo. L’auspicio di tutto è che, in un modo o nell’altro, questo nodo venga sciolto nel più breve tempo possibile.

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