Il denaro dei siciliani nel rogo di Wind Jet - QdS

Il denaro dei siciliani nel rogo di Wind Jet

Carlo Alberto Tregua

Il denaro dei siciliani nel rogo di Wind Jet

giovedì 04 Ottobre 2012

Lombardo in società con Pulvirenti

E cosi il presidente uscente della Regione, Raffaele Lombardo, dimessosi il 31 luglio scorso, anziché assentarsi continua a esercitare l’attività, seppure per l’ordinaria amministrazione. Ha deciso di entrare in società con l’imprenditore Antonino Pulvirenti che controlla la società Wind Jet. Naturalmente entrare in società è metaforico, in quanto ha indirizzato l’Irfis Fin-Sicilia, guidato dal presidente Francesco Maiolini, a valutare la possibilità d’intervenire nel capitale di rischio di una nuova società.
Si tratta di un’operazione in danno dei siciliani e a favore di un imprenditore che ha chiesto il concordato preventivo al Tribunale civile di Catania, sezione fallimentare, ai sensi dell’art. 161 comma 6 Legge Fallimentare, evidentemente perché la Wind Jet Spa era in stato di decozione, cioè in default.
Ora, non si capisce come una Regione, che è a sua volta in default, possa spendere i quattrini, che non ha, per partecipare al capitale di una società aerea che non ha alcuna possibilità di volare, dal momento che deriva dalla gestione fallimentare della sua matrice.

Per fare maggiore chiarezza, la denominazione provvisoria, Aero Linee Siciliane (ALS), non è altro che la filiazione di Wind Jet di cui sembra mantenga il marchio. Ma se non era in equilibrio economico e finanziario la Wind Jet, non si capisce perché la società figlia debba raggiungere tale equilibrio economico.
Delle due l’una: o lo squilibrio di Wind Jet è derivato da una cattiva gestione, che trasferendosi alla società figlia non cambierà i risultati, oppure la società figlia non viene più gestita dalla proprietà di Wind Jet ma in questo caso essa non dovrebbe più essere presente.
Invece, il progetto di salvataggio prevede l’immissione di quattrini di noi siciliani nella ALS, mediante la Regione e la sua controllata Irfis, la quale non potrà che bruciarli nel rogo di un’impossibile gestione equilibrata, data la dimensione dell’azienda, la cui madre non è stata capace di funzionare.
La relazione che pubblichiamo nella pagina di Veroconsumo è la radiografia del bilancio presentato il 27 giugno alla Camera di commercio di Catania. I cortesi lettori potranno prendere atto di alcuni dati significativi che qui di seguito vi elenchiamo. Confermiamo che nelle nostre valutazioni non c’è nulla di personale nei confronti di Antonino Pulvirenti, che non conosciamo.

 
Sorprende in questa vicenda il silenzio di soggetti pubblici che sarebbero dovuti intervenire tempestivamente, ma non l’hanno fatto.
Il bilancio presenta un debito tributario, cioè ritenute nei confronti di dipendenti ed altre, non versate, per circa 8,2 milioni. La società ha prima prelevato dalle buste paga le imposte, ma poi non le ha versate all’Erario.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Catania, interpellato se avesse proceduto a distanza di oltre un anno e mezzo a iniziare l’azione esecutiva, non ha dato alcuna risposta, il che può significare che non ha passato i ruoli a Riscossione Sicilia Spa per l’esecuzione.
Stesso discorso vale per l’Inps, nei confronti del quale la compagnia di Pulvirenti ha un debito di circa 8 milioni dovuto alle ritenute che ha fatto ai dipendenti e ai propri contributi, non versati all’ente di previdenza. Interpellato il direttore dell’Inps di Catania, se avesse iniziato la procedura esecutiva di riscossione, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

La compagnia di Pulvirenti ha venduto ed incassato somme per 173.000 biglietti relative a voli mai effettuati e non effettuabili, dal momento che tutti gli aerei sono tornati alla società di leasing. Essa si è appropriata dei soldi di ignari passeggeri che si sono fidati, parte dei quali ha dovuto pagare ulteriori somme per utilizzare i biglietti.
Una inadempienza che è stata oggetto d’iniziative di associazioni di consumatori e che sarà oggetto d’iniziativa di Veroconsumo per valutare il danno ai cittadini ignari che hanno comprato i biglietti, divenuti carta straccia.
Di fronte a questi comportamenti che fa Lombardo? Decide di ficcarsi in una società figlia di Wind Jet la quale non può che ereditare tutti i difetti della società madre. Ma non ha altro da fare Lombardo, che bruciare i soldi dei siciliani nel rogo di Wind Jet dopo che li ha bruciati assumendo migliaia di dipendenti alla Regione e continuando a pagare consulenze e indennità senza alcuna ragione?
Comunque si giri, si tratta di una sporca faccenda. Ci auguriamo che chi ha doveri istituzionali intervenga rapidamente per impedire questo ulteriore scempio economico.

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