Venturi: addio a Lombardo con veleno - QdS

Venturi: addio a Lombardo con veleno

redazione

Venturi: addio a Lombardo con veleno

venerdì 05 Ottobre 2012

A meno di un mese dalle elezioni Regionali le dimissioni dell’uomo di Confindustria in giunta con il quaderno di doglianze. In tre anni di governo assieme tanti scontri. L’ultimo sul dirigente dell’assessorato Attività produttive

PALERMO – È stato uno degli assessori più longevi dell’era Lombardo. Marco Venturi, delega alle Attività produttive fino alle dimissioni di ieri, ha interpretato il volto della rivoluzione della Confindustria isolana che dal giugno del 2009 ha fatto il suo ingresso nel governo dell’Isola. Tre anni non semplici e ricchi di scontri con l’ex governatore che si chiudono nel peggiore dei modi. Venturi aveva certamente qualche sassolino nella scarpa, ma quello che ha rovesciato su Raffaele Lombardo, a meno di un mese dalle elezioni Regionali, somiglia più che altro al diluvio universale.
Venturi non le ha certo mandate a dire. Negli ultimi tempo la sua vis polemica nei confronti dell’ex governatore si è enormemente rinvigorita. I primi strali sono infatti giunti in un’intervista rilasciata dall’assessore per il prossimo numero de L’Espresso, in parte anticipata sul sito del settimanale, nella quale Venturi accusa Lombardo di aver favorito e continuare a favorire la mafia per tornaconto elettorale, accuse ribadite anche in una conferenza stampa congiunta con l’altro assessore imprenditore poi “licenziato” Andrea Vecchio.
La conferenza stampa di ieri è stata una summa del Venturi-pensiero sul suo ex presidente. “Il 31 luglio Lombardo si è dimesso, – ha spiegato l’ex assessore – ma in dispregio a tutte le norme continua a fare il presidente, con metodi che non posso più condividere”. Le accuse sono quelle di favorire, con i provvedimenti approvati, “il sistema affaristico-clientelare e mafioso” e soprattutto di aver “bloccato” la riforma delle Asi, una delle medaglie che Venturi avrebbe voluto apporre alla sua giacca di imprenditore e assessore. Per portate a compimento questa riforma ha resistito alla tentazione di dimettersi “già nel 2011”, ha spiegato. La riforma, però, è rimasta bloccata a Palermo, e lui pure.
La decisione “irrevocabile” è arrivata alla fine dell’ennesimo braccio di ferro con l’ex governatore Lombardo. In ballo c’era la nomina del dirigente generale del dipartimento Attività produttive, Francesco Nicosia, decisa dalla giunta regionale il 4 settembre scorso. Una nomina osteggiata da Venturi che aveva portato la questione in Tribunale, coinvolgendo le Procure di Palermo, Agrigento e la Corte dei Conti, sulla base dell’illegittimità del provvedimento in quanto contraria rispetto la legge blocca-nomine votata dall’Ars. Stessa lotta senza quartiere si era avuta anche sull’Irsap (Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive), il grande sogno di Venturi perché parte fondante della legge 8/2012, cioè la legge di riforma delle Asi, che prevedeva la nascita dell’Istituto per sostituire gli 11 consorzi Asi  esistenti in Sicilia. Venturi, assente in una seduta di giunta decisiva, si era visto commissariare l’ente. Altre polemiche si erano avute anche sulle nomine alla Crias.
La stonatura non è tanto nell’addio alla giunta di Venturi, ma nelle modalità di perimetrare la distanza tra sé e i tre anni di governo che ha condiviso con Lombardo. Insomma, se quello che dice è vero, cioè che l’ex governatore si può paragonare a Gheddafi, o che il suo obiettivo è tenere la Sicilia sottosviluppata, appare comunque strano che questa consapevolezza arrivi a poco meno di trenta giorni dalle elezioni. Certo, forse il paragone non è improprio. Anche in Libia alcuni dei pasdaran del colonnello diventarono i capi della rivolta.
 

 
Lombardo: “Querelo Venturi, ho contrastato la mafia con i fatti”
 
PALERMO – “Querelo Venturi. Il mio governo ha contrastato la mafia con i fatti”. Così sul suo blog Raffaele Lombardo replica in serata all’assessore dimissionario Marco Venturi. “Mi spiace che l’ex assessore Venturi e i suoi amici siano usciti fuori dai gangheri quando abbiamo impedito l’ennesima nomina, dopo le tante da lui fatte, di un suo uomo di fiducia, privo dei titoli indispensabili, a commissario dell’Irsap – dice Lombardo -. E mi spiace che egli si sia lasciato andare con parole dense di rancore e di rabbia. Gli ricordo che è stato il governo di cui ha fatto parte e l’Ars a volere la riforma delle Asi, con l’eliminazione di centinaia di posti di sottogoverno, e non lui, eroe solitario più o meno incompreso e gli ricordo anche che è stato il dominus incontrastato della politica dello sviluppo in Sicilia le cui carenze sono state a me addebitate. Io non posso che querelarlo per le calunnie e falsità – sottolinea Lombardo -. Non hanno capito, Venturi né i suoi intimi, che Raffaele Lombardo per le società aeroportuali, per l’Irsap, per qualche altra partecipata regionale, non è uomo che cede alle lusinghe, agli allettamenti, alle minacce né alle intimidazioni dell’ultima ora. E alla magistratura, alla quale mi rivolgo per avere giustizia, fornirò ogni particolare circa l’assoluta legittimità dei nostri comportamenti e i tentati abusi dell’assessore Venturi”.

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