Muos, è arrivato lo stop. “Violate leggi sull'ambiente” - QdS

Muos, è arrivato lo stop. “Violate leggi sull’ambiente”

Rosario Battiato

Muos, è arrivato lo stop. “Violate leggi sull’ambiente”

martedì 09 Ottobre 2012

Nell’area della Sughereta a Niscemi esistono già 41 antenne militari installate dagli americani. I comitati chiedono il ritiro delle autorizzazioni concesse da Regione e Ministero

NISCEMI (CL) – Una parte della Sicilia è scesa in campo. Sabato scorso cinquemila persone provenienti da tutta la Sicilia hanno partecipato a Niscemi alla manifestazione nazionale NoMuos per opporsi all’installazione delle mega parabole satellitari del sistema Mobile User Objective System. Si tratta del sistema che la Difesa degli stati Uniti ha deciso di realizzare nel centro nisseno, in particolare nella base presente all’interno della riserva naturale della Sughereta, dove già esistono 41 antenne a stelle e strisce. Nella stessa mattinata era arrivata la notizia dello stop imposto dalla magistratura.
La forza della manifestazione è stata rilanciata dalla notizia dell’ordine di sequestro preventivo dell’impianto disposto dalla magistratura di Caltagirone su disposizione del gip Salvatore Acquilino e su richiesta del Procuratore Francesco Paolo Giordano. Lo stop della magistratura agli impianti americani rinvigorisce le posizioni dei manifestanti che da tempo denunciano la violazione delle leggi sull’ambiente  in quanto le antenne sarebbero da ritenersi dannose per la salute pubblica per via delle onde ad altissima frequenza che emetteranno quando l’impianto sarà completato.  Le indagini, cominciate circa un anno fa, si sarebbero concentrate sui vincoli di inedificabilità che insistono all’interno della riserva naturale Sughereta. Secondo indiscrezioni ci sarebbero cinque indagati per violazione delle prescrizioni istitutive dell’area protetta. Adesso, però, si chiede di più. Associazioni e cittadini nisseni, racchiusi in 25 comitati No Muos, hanno chiesto la revoca di tutte le autorizzazioni finora rilasciate per bloccare definitivamente il radar americano. La costruzione infatti sta procedendo sulla base del benestare del Ministero della Difesa e della Regione Siciliana. Tuttavia è già un primo passo. “’L’azione della magistratura, – ha spiegato Giovanna Marano, candidata alla presidenza della Regione – che oggi (il 6 ottobre, ndr) ha sequestrato l’area e gli impianti del Muos, dimostra che le denunce del movimento che si oppone all’opera sono fondate”’.
Il sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate statunitensi non sarebbe solo. Nel sito esiste infatti una base di telecomuncazioni già dal 1991 e nella zona è stato già registrato un impatto elettromagnetico insostenibile che aumenterebbe, spiegano dal comitato, “nel momento in cui verrebbero installate le tre antenne del Muos”. Secondo una documentazione dell’Arpas, mai diffusa tra la popolazione, e portata alla luce da Antonio Mazzeo, giornalista e attivista del comitato, si rileva “sin dal 2009, l’esistenza di forti emissioni elettromagnetiche a bassissime frequenze (43 KHz), provenienti dalla base NRTF-Niscemi, non rilevabili dalle centraline fisse della rete di monitoraggio” e poi che “le limitazioni imposte dal segreto militare hanno impedito, non solo una valutazione dei valori di campo elettromagnetico generato attualmente dalla base NRTF-Niscemi, ma anche una valutazione di quelle che dovrebbero essere le reali emissioni delle grandi antenne paraboliche MUOS nel territorio circostante”.

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