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Messina – Quella deroga al Patto di stabilità che potrebbe salvare il Comune

Francesco Torre

Messina – Quella deroga al Patto di stabilità che potrebbe salvare il Comune

mercoledì 17 Ottobre 2012

Il commissario Croce, intanto, snocciola le cifre di un disastro causato da anni di cattiva gestione. Situazione sempre difficile, ma il dissesto finanziario sembra più lontano

MESSINA – Da Palermo e da Roma arrivano notizie che sembrerebbero scongiurare l’ipotesi del dissesto comunale. Già dai prossimi giorni, infatti, Palazzo Zanca potrà contare sul trasferimento regionale della prima e della seconda trimestralità e dell’acconto della terza, per un totale di 7,5 mln €. Non grandi cifre, ma almeno – a quanto pare – si potranno pagare gli stipendi di settembre dei dipendenti comunali e gli arretrati dei lavoratori delle coop sociali.
Le vere novità però sono altre. Nei giorni scorsi il Governo Monti ha varato un fondo “anti-dissesto” per dare liquidità agli Enti locali con le casse vuote. Non è un regalo, sia ben chiaro. I Comuni che accetteranno le somme saranno tenuti a elaborare un piano di rientro quinquennale, tagliare la spesa dal 10 al 25% ed essere continuamente monitorati. Messina non è ancora nella lista dei comuni interessati al fondo, in quanto a Palazzo Zanca non è stato ancora dichiarato il dissesto, ma come sappiamo poco ci manca.
Sempre da Roma, e per la precisione dal ministero dell’Economia, arriva la deroga per il Patto di stabilità 2012 alla Regione siciliana. Un provvedimento che servirà a sbloccare 600 mln € da destinare alla spesa e 300 mln € per investimenti futuri. E questa sì che è una notizia. Perché da Palermo, in virtù di questo intervento, sono già stati liberati 24 mln € per il trasporto pubblico locale e altri 420 mln € saranno presto disponibili per le emergenze. Beni culturali e Turismo, imprese che operano nel settore dei rifiuti, trasferimenti agli enti locali, formazione professionale e forestazione. Questi i settori che beneficeranno degli aiuti, e Messina dovrebbe avere la propria fetta di torta.
Il commissario straordinario Luigi Croce, intanto, prova a fare quel che può per allontanare lo spettro del dissesto. “Se fossimo un’azienda privata saremmo già alla formalizzazione del fallimento”, ha detto recentemente in Commissione Bilancio, dopo aver predisposto il blocco di tutti i pagamenti, il controllo diretto su ogni singola voce di spesa e l’aumento dell’Imu all’aliquota massima. Interventi quasi disperati, ma d’altra parte la situazione del Comune è grave. “I dati in nostro possesso sono allarmanti”, ha ricordato Croce, “nel 2011 registriamo un disavanzo di 3,5 mln €; nel 2012 le anticipazioni di cassa ammontano a oltre 41 mln, di cui 22 effettuate dal 30 giugno ad oggi; i debiti fuori bilancio si aggirano intorno a 55 mln, mentre quelli riconosciuti dal Consiglio Comunale ammontano complessivamente a 5 mln”. Un disastro che certo non si è formato da solo.

 
Nei quartieri. Confronto con i presidenti di Circoscrizione

MESSINA – Tra gli incontri istituzionali voluti dal commissario Luigi Croce per conoscere tutte le problematiche di Palazzo Zanca e prendere contatto diretto con dirigenti e referenti politici, di particolare rilievo è sembrato, qualche giorno fa, l’appuntamento con i presidenti delle sei Circoscrizioni: Giovanni Culici, Giovanni Di Blasi, Giovanni De Salvo, Francesco Quero, Alessandro Russo, Enrico Ferrara.
La richiesta dei quartieri è chiara: attuare il decentramento. Quella di Croce è stata però altrettanto chiara: prevedere una riduzione dei consiglieri circoscrizionali, da 18 a un massimo di 10, anche 8. Per i presidenti il numero totale di ogni Consiglio non dovrebbe scendere sotto i 12 elementi. La discussione sarà sicuramente ripresa man mano che ci si avvicinerà alla scadenza elettorale, ricordando comunque le recenti normative che prevederebbero la soppressione dei quartieri stessi per i comuni sotto i 250 mila abitanti. (ft)

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