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Catania – Ennesimo sciopero dei netturbini ed è subito allarme immondizia

Melania Tanteri

Catania – Ennesimo sciopero dei netturbini ed è subito allarme immondizia

giovedì 18 Ottobre 2012

A fronte dei ritardi del Comune, il raggruppamento d’imprese non vuole più anticipare altre somme. Nuovo ritardo nel pagamento degli stipendi e stop dei lavoratori dell’Ipi-Oikos

CATANIA – Cassonetti straripanti, rifiuti sparsi per la città e, ancora una volta, manifestazioni di fronte il Palazzo di Città. Torna l’incubo spazzatura a Catania, con gli operatori ecologici del raggruppamento temporaneo di imprese Ipi-Oikos in sciopero dalla notte di lunedì scorso per via dell’ennesimo ritardo nel pagamento degli stipendi.
Una situazione che si era già presentata qualche mese fa per lo stesso motivo, ma che oggi, però, sembra avere assunto dei contorni più delicati: l’ultima volta che i netturbini avevano minacciato di astenersi dal lavoro, infatti, era stata data loro la parola, da parte dell’amministrazione, che fino al mese di novembre non ci sarebbero stati problemi. Ora le cose sembrano diverse a causa della grave crisi di liquidità delle casse comunali, al momento praticamente vuote e in attesa dei trasferimenti statali e regionali.
Una empasse dalla quale sembra estremamente difficile uscire, dal momento che l’Ipi–Oikos, che da capitolato d’appalto deve garantire le retribuzioni anche di fronte a ritardi da parte dell’amministrazione, non pare avere alcuna intenzione di anticipare altre mensilità, avendone già avanzate sei. Nemmeno il vertice convocato in Prefettura per scongiurare lo sciopero – nel corso del quale l’amministrazione comunale aveva proposto al raggruppamento d’imprese di dare un acconto di circa 500 mila euro, su un totale di circa 3 milioni di euro (tanto costa il personale ogni mese) per poi saldare non appena possibile – ha dato alcun frutto.
“Questa è una situazione che si conosce da tempo – ha spiegato Gianfranco Raco, segretario provinciale Fesica–Confsal – e c’erano stati già segnali di malcontento, tenuti a freno di fronte alla garanzia della copertura finanziaria fino a novembre. I lavoratori hanno il diritto di ricevere gli stipendi in tempo e sono disposti a continuare lo sciopero a oltranza se non verrà pagato loro il mese di settembre e non verranno date garanzie per il futuro”.
Da parte sua, l’amministrazione comunale conferma l’assenza di soldi in cassa e la necessità di attendere che i 5,5 milioni di fondi statali fermi a Palermo vengano sbloccati, e assicura il possibile per mantenere decorosa la città, intervenendo con i netturbini comunali per la pulizia dei mercati e spera nella mediazione del prefetto.
Ma le strade e le piazze, in centro come in periferia, già portano i segni di una protesta che, se andrà avanti fino a che non verranno pagati gli stipendi, potrebbe diventare una vera emergenza.

Non solo rifiuti. Cooperative socio-assistenziali in stand-by

CATANIA – Anche i dipendenti delle cooperative del settore socio-assistenziale continuano la protesta sotto Palazzo degli Elefanti, perché senza stipendio da sette mesi. Centinaia di lavoratori che, nonostante le difficoltà, continuano a svolgere un servizio essenziale, ma non riescono più a tirare a campare e per questo, dopo le manifestazioni della scorsa settimana, hanno deciso di accamparsi, con tanto di tenda, in piazza Università fino a quando non saranno date loro le risposte e non verrà saldato loro, quanto meno, il mese di marzo.
Anche per loro, però, si dovranno aspettare quei famosi 5,5 milioni di fondi statali fermi a Palermo in attesa della firma del decreto per vedere accreditata una mensilità, cosa che potrà avvenire, presumibilmente, la prossima settimana.
“Non andremo via di qua – ha sottolineato Corrado Tabbita Siena, dell’Unione sindacale di base – se prima non verranno pagati gli stipendi e non sarà programmato il saldo delle altre mensilità.

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