“Scegliamo noi”, la cremazione e la libertà di decisione dell’individuo - QdS

“Scegliamo noi”, la cremazione e la libertà di decisione dell’individuo

Anna Claudia Dioguardi

“Scegliamo noi”, la cremazione e la libertà di decisione dell’individuo

martedì 23 Ottobre 2012

So.Crem e Fic insieme per una tre giorni alle Ciminiere volta a sensibilizzare ed informare su una pratica ancora marginale. Abbattere gli impedimenti fisici e culturali, il fil rouge perché ogni cittadino possa realmente decidere

CATANIA – “Scegliamo noi” è il titolo della serie di incontri organizzati dalla So.Crem di Catania e dalla Federazione italiana per la Cremazione(Fic), svoltisi dal 19 al 21 ottobre presso l’Auditorium delle Ciminiere, volti a sensibilizzare e ad approfondire la conoscenza di una pratica che, come il QdS ha più volte evidenziato, è ancora oggi del tutto marginale in Sicilia e in molte parti d’Italia, ossia la Cremazione.
Moderati dal nostro Direttore, esponenti del mondo politico e accademico si sono confrontati nella Tavola rotonda che ha inaugurato la manifestazione nel pomeriggio di venerdì 19.
Ad aprire il dibattito il nostro Direttore, che ha riassunto il lavoro del QdS a riguardo, ricordando in particolare l’interpello delle amministrazioni di Palermo e Catania, la prima ancora in attesa di un ricambio dalla Finlandia per l’impianto di cremazione (unico in Sicilia) del cimitero dei Rotoli, la seconda che parla della costruzione da più di un decennio senza nessun risvolto effettivo. Tregua ha definito l’iniziativa “un seme che, non potrà dare risultati immediati, ma getta le basi perché si possa andare verso la strada di questa che è una soluzione sociale ed anche economica”, poiché, il costo è di circa 600 euro.
Piena condivisione dei principi alla base dell’iniziativa è stata manifestata dal senatore Enzo Bianco, perché ognuno di noi deve poter decidere “il destino da dare al proprio corpo”. Bianco ha posto l’accento sull’arretratezza che caratterizza i servizi cimiteriali in generale. Sul fronte catanese in particolare, ha sottolineato l’assenza di ragioni, anche economiche, dal momento che il progetto sarebbe interamente finanziabile, per cui il Comune di Catania non si sia ancora dotato di un impianto adeguato. Proprio per questo, lanciando una proposta accolta dal Senatore Salvo Fleres, si è fatto promotore di una battaglia da portare, attraverso i rispettivi gruppi, in Consiglio comunale.
“Due criticità, un problema e un dramma”. È in queste tre parole che si sintetizza l’intervento del Senatore Salvo Fleres. La mancanza di esecuzione della LR 18/2010, che, ricordiamo, disciplina in Sicilia la materia ma che, data l’assenza di strutture, perde comunque il suo potenziale, e la mancanza di una mentalità aperta a questo tipo di pratica le criticità evidenziate dal Senatore. L’assenza o la non disponibilità delle strutture, il problema. La presenza di una imprenditoria illecita organizzata con forti legami con l’attuale sistema di tumulazioni, il dramma. Fleres ha sottolineato la necessità di proseguire questa attività di sensibilizzazione perché, ha concluso “si comprenda che la vita è un bene indisponibile, il corpo è un bene disponibile”.
Presente al convegno anche il presidente nazionale della Fic, Guido Peagno, che ha tracciato la mappa geografica della cremazione, con un Nord in cui la pratica è abbastanza intensa, un centro in cui è mediamente intensa, e un Sud in cui è quasi inesistente. Nonostante le differenziazioni geografiche, è il dato nazionale ad essere carente, non superando il 14%, facendo dell’Italia il fanalino di coda in Europa. L’ulteriore differenziazione tra la diffusione della pratica nelle grandi città, dove tocca anche il 70 % (Milano) e i piccoli centri, è stato lo spunto per un’altra riflessione del Presidente, ossia la necessità che gli ordinamenti locali disciplinino normativamente la qualità e i diritti da garantire “perché –ha spiegato – la cremazione non rischi di diventare una pratica selvaggia condotta dalle PA,per ragioni distinte dalla libertà di scelta dell’individuo”.
Giuseppe Mineo, Docente di Diritto civile dell’Università degli studi di Catania ha sottolineato come, normativamente, si tratti di una materia ancora da costruire e la necessità di ricollegare, anche all’atto della cremazione, quel momento di socializzazione del dolore e di accompagnamento del corpo che caratterizza oggi la tumulazione.
A chiudere gli interventi Francesco Martinico, docente di Urbanistica a Catania che ha incanalato la cremazione in un possibile cambiamento urbanistico dove il cittadino possa riappropriarsi degli spazi pubblici, oggi associati al commercio e alla mobilità, e rendere i luoghi della cremazione, luoghi della memoria “che devono essere piacevoli, spazi verdi, luoghi per l’inumazione delle ceneri e per il ricordo”.
Un ciclo di incontri, un piccolo “seme” per abbattere le barriere fisiche e culturali e far sì che “La società civile faccia aumentare la domanda – ha commentato il Presidente della So.Crem Catania, Augusto Bricola – e che le amministrazioni si muovano in tale direzione”.

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