Il credito difficile nel Meridione, criticità tra banche ed imprese - QdS

Il credito difficile nel Meridione, criticità tra banche ed imprese

Maria Francesca Fisichella

Il credito difficile nel Meridione, criticità tra banche ed imprese

mercoledì 24 Ottobre 2012

Rapporto Svimez, nel 2011 al Sud si è ridotto il numero di sportelli e richieste di finanziamento. Sotto Roma il tasso di interesse al Sud al 7,1% contro il 5,5% del Centro-Nord

Nel 2011, al Sud, si è ridotto il numero delle banche e di richieste di finanziamento da parte delle imprese. In Sicilia la cifra (in milioni) relativa ai prestiti bancari è pari a euro 68.106,0. Questo il quadro tracciato, intorno al tema “credito”, dal recente rapporto Svimez 2012.
Lo scorso anno il numero di banche al Sud è sceso a 202, in calo di 3 unità, a seguito di fusioni. Una netta flessione si registra anche al Centro-Nord: 616 sono le banche presenti, 18 in meno dell’anno precedente.
In generale, al Sud nel 2011 i prestiti sono cresciuti dell’1,7%, al Centro-Nord dello 0,6%. Più 1% al Sud anche riguardo ai prestiti alle imprese, in deciso calo rispetto al +3,7% del 2010. Risultano in risalita soprattutto i finanziamenti alle imprese con oltre 20 addetti, +1,9%. Quanto al tasso di interesse, al Sud si è attestato al 7,1% contro il 5,5% del Centro-Nord: il divario di 1,6 punti percentuali tra le due aree riflette l’elevata rischiosità delle imprese meridionali. Queste ultime fanno fatica a restituire i prestiti: a dicembre 2011 le sofferenze interessavano il 3,5% del totale meridionale, contro il 2,4% dell’altra ripartizione. In crescita anche i prestiti alle famiglie, +2,9% al Sud, +2,8% al Centro- Nord.
La riduzione delle richieste di finanziamenti è specchio del deterioramento del sistema produttivo e dell’accentuazione delle criticità nel rapporto tra banche ed imprese. I prestiti, che per le imprese meridionali restano più cari, si sono, però, contratti maggiormente al Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno: poiché nelle regioni meridionali i criteri di valutazione del merito creditizio sono più rigidi, dall’estate del 2011 le banche hanno ridotto in modo meno intenso la concessione di finanziamenti ad una platea di aziende già molto più selezionata e ridotta, come si legge nel Rapporto. Inoltre, se si analizza il settore economico di appartenenza delle imprese beneficiarie, emergerà una dinamica divergente, in quanto se nel Mezzogiorno si registra una riduzione dei prestiti prevalentemente verso l’edilizia, nel resto d’Italia ad essere maggiormente colpito dalla contrazione del credito è il settore manifatturiero, più esposto alla concorrenza internazionale.
In questo panorama i Confidi potrebbero esercitare un ruolo importante nell’allentare le condizioni di accesso al credito da parte delle piccole imprese, soprattutto meridionali. Purtroppo, però, nel rapporto si rileva che numerosi Confidi meridionali hanno problemi di equilibrio reddituale.
Resta la finanza innovativa, costituita da fondi equity, fondi di venture capital, project bonds, che può favorire al Sud l’allocazione di investimenti o finanziamenti privati, oltre alla recente istituzione dei Sud Bond, ovvero prestiti partecipativi sono una forma di capitale per lo sviluppo.

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