Pago volentieri le tasse ma la Casta non molla - QdS

Pago volentieri le tasse ma la Casta non molla

Carlo Alberto Tregua

Pago volentieri le tasse ma la Casta non molla

giovedì 25 Ottobre 2012
Il governo Monti, con diverse leggi, ha fornito all’Agenzia delle Entrate strumenti d’investigazione per controllare gli effettivi redditi dei 24 milioni di contribuenti italiani. L’Agenzia delle Entrate, gestita ottimamente da Attilio Befera, sta preparando un provvedimento per raggruppare le comunicazioni obbligatorie degli operatori finanziari, fra cui le banche, in modo da creare il profilo di ogni contribuente, persona fisica o giuridica.
Qualcuno sostiene che questi strumenti stanno trasformando il Paese in uno Stato di Polizia. Si tratta di una palese menzogna di quei politicanti che blandiscono gli evasori per ottenerne il consenso elettorale.
Oggi, l’Agenzia delle Entrate può effettuare accertamenti entro quattro anni, oltre quello della dichiarazione dei redditi. Se però emergono reati, il termine viene raddoppiato a otto anni. è già un tempo lungo, perché il cittadino dovrebbe essere controllato entro uno o due anni al massimo. Tuttavia, l’Agenzia sta procedendo per rendere più efficienti i propri strumenti e non è escluso che, se il processo verrà fatto continuare, il tempo degli accertamenti potrà essere ridotto.

La conoscenza da parte del Fisco dei nostri movimenti finanziari è necessaria, perché non c’è alcuna ragione che spinga a usare il contante per fare acquisti e pagamenti, quando ormai molte banche forniscono ai loro clienti le carte di credito a costo zero, come a costo zero è il Bancomat.
Fermo restando che ciascuno di noi può fare atti di liberalità nei confronti dei propri figli, congiunti o parenti, in modo perfettamente legale mediante bonifico bancario, nulla vieta che si facciano anche regali in contanti. L’attuale limite di mille euro per qualunque pagamento è probabilmente sufficiente, ma un suo abbassamento sarebbe anche opportuno.
L’evasione fiscale, stimata comunemente in 120/130 miliardi, in uno all’arretratezza della logistica (40 miliardi), alla corruzione (60 miliardi), alla malavita organizzata (150 miliardi) costituiscono quella montagna di pesi sulla Comunità nazionale che vanno via via sbriciolati. Andare in questa direzione è essenziale per diminuire il debito pubblico (in atto 1.975,6 miliardi).

 
Pago volentieri le tasse, anche se mi privo di risorse finanziarie che utilizzerei in altro modo. Mi dispiace molto, invece, che questo sacrificio, mio e della maggior parte dei contribuenti italiani, poi sia depauperato da una Casta che non vuole mollare i propri privilegi.
Pago volentieri le tasse ma, per favore, tagliate tali privilegi. E tagliate i privilegi dei burocrati e dei superburocrati che guadagnano senza alcuna corrispondenza ai risultati sovente non raggiunti. E tagliate ai superpensionati un assegno immeritato perché liquidato in base al sistema retributivo, piuttosto che in base ai contributi effettivamente versati.
Questa è un’iniquità che il Governo Monti non ha intaccato. Una forte lacuna, perché il riequilibrio dei conti dello Stato si ottiene non soltanto aumentando le entrate (ci stanno massacrando), ma diminuendo fortemente le uscite inutili, improduttive e clientelari.

Negli Stati Uniti l’Internal revenue service (Irs) è più efficace della Cia e dell’Fbi. Quell’Ente si occupa di accertare i redditi dei cittadini. Entra nelle loro tasche senza chiedere il permesso, senza preoccuparsi dei dati personali, con una procedura invasiva che consente di chiedere in qualunque momento qualsiasi documento. L’attività va anche fuori dai confini mediante il Fatca (Fair and accurate credit transactions act), per andare a caccia degli evasori nei paradisi fiscali. In confronto, i poteri dell’Agenzia delle Entrate, anche se fortemente potenziati, sono minori di quelli dell’Irs.
In questo quadro è inspiegabile la mancata applicazione della legge 133/2008, art. 42, la quale prevede la pubblicazione degli elenchi di tutte le dichiarazioni dei redditi, per contribuente e reddito imponibile. Tali elenchi, secondo la legge, dovrebbero essere depositati in ciascun Comune e resi accessibili anche per via digitale a qualunque cittadino.
Non avere dato il via libera operativo a questa legge, per ora bloccata da complicati meccanismi burocratici, è sintomo che Monti non vuole andare fino in fondo per scoprire gli evasori.

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