Crisi, Mezzogiorno pessimista - QdS

Crisi, Mezzogiorno pessimista

Patrizia Penna

Crisi, Mezzogiorno pessimista

mercoledì 31 Ottobre 2012

Indagine presentata dall’Acri alla vigilia dell’88° Giornata mondiale del Risparmio che si celebra oggi. Al Sud il 46% si dichiara disilluso e sfiduciato nei confronti del futuro

PALERMO – Gli italiani ed il Risparmio: è questo il binomio divenuto oggi “conflittuale”, addirittura quasi antitetico, oggetto dell’indagine condotta dall’Acri, l’Associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa. Il documento, che ha visto anche la collaborazione di Ipsos, è stato presentato alla vigilia dell’88° Giornata Mondiale del Risparmio che si celebrerà quest’oggi a Roma, sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Dal documento emerge l’immagine di un Sud disilluso e con pochissime aspettative circa un possibile miglioramento futuro del proprio territorio: il 46% dei meridionali intervistati si dichiara sfiduciato a fronte di un esiguo 19% di fiduciosi. La riduzione di sfiducia più vistosa è rispetto al Paese nel suo insieme. Se è vero che gli sfiduciati riguardo l’Italia sopravanzano di 5 punti percentuali i fiduciosi (il 37% di sfiduciati contro il 32% di fiduciosi), nel 2011 tale distanza era di ben 30 punti percentuali e gli sfiduciati riguardo il destino del Paese erano più della metà della popolazione (il 54%). L’inversione di tendenza è particolarmente forte nel Nord Ovest e nel Sud.
Torna la fiducia sulle prospettive future dell’economia europea: se nel 2011 i pessimisti (35%) sopravanzavano di 3 punti percentuali i fiduciosi (32%), ora i fiduciosi sopravanzano di ben 11 punti i pessimisti (il 36% di ottimisti contro il 25% di pessimisti); un recupero simile di fiducia riguarda anche l’economia mondiale nel suo complesso: nel 2011 gli ottimisti erano di 2 punti sopra i pessimisti (il 33% di ottimisti contro il 31% dei pessimisti), nel 2012 siamo a +15 punti percentuali (il 37% di ottimisti contro il 22% dei pessimisti).
Gli Italiani continuano ad avere una forte propensione al risparmio, che ormai assume quasi la caratteristica di un ancoraggio per la propria sicurezza: il 47% non riesce proprio a vivere tranquillo senza mettere da parte qualcosa, percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti (era il 44% nel 2011 e il 41% nel 2010) a tutto svantaggio della quota di coloro che risparmiano solo se ciò non comporta troppe rinunce: sono il 40% contro il 44% del 2011, il 46% del 2010 e il 60% nel 2001. Diminuisce persino il numero di chi preferisce spendere tutto senza preoccuparsi del futuro: sono il 9% contro il 10% del 2011 e l’11% del 2010.
Le famiglie che dicono di essere riuscite a risparmiare sono solo il 28%; fino all’anno scorso erano più di un terzo degli Italiani (il 35% nel 2011 e il 36% nel 2010). Ormai prevale il numero di coloro che consumano tutto quello che guadagnano: sono il 40%. Coloro che sono in saldo negativo di risparmio, ovvero decumulano risparmio o ricorrono al debito, sono il 31% (il 29% nel 2011), ovvero più di coloro che riescono a risparmiare. L’1% degli intervistati non si sa classificare. Chi è riuscito a risparmiare si trova soprattutto nel Nord del Paese, anche se in questo territorio si registra il calo più vistoso di risparmiatori (sono il 33% contro il 43% dello scorso anno).
 
Sempre in difficoltà i risparmiatori del Sud, anche se la loro situazione è paragonabile a quella del 2011. I risparmiatori che mancano rispetto al 2011 sono quindi da ricercare soprattutto nel Nord Italia. Riguardo alle categorie più colpite dalla difficoltà di risparmio troviamo i commercianti, gli artigiani e, comunque, coloro che hanno un titolo di studio più modesto. Complessivamente quasi 2 Italiani su 3 (il 64%) dichiarano che negli ultimi 3-4 anni hanno visto diminuire le proprie riserve di denaro (nella fascia 31-44 anni sono 3 su 4), mentre meno del 10% è riuscito a incrementarle.
In merito alle aspettative future sempre meno Italiani si aspettano di risparmiare di più nei prossimi 12 mesi (solo l’11% contro il 13% del 2011): il dato più basso mai registrato dall’indagine Acri-Ipsos. Il 44% ritiene che la propria situazione in termini di risparmio rimarrà la stessa (erano il 45% nel 2011), mentre salgono al 45% coloro che temono di non riuscire a risparmiare come in passato (in crescita di 3 punti percentuali rispetto al 2011); questi sono concentrati soprattutto nel Sud.

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