Agenzia delle Entrate, parole chiave: semplificazione e tax compliance - QdS

Agenzia delle Entrate, parole chiave: semplificazione e tax compliance

Salvatore Forastieri

Agenzia delle Entrate, parole chiave: semplificazione e tax compliance

martedì 06 Novembre 2012

Il taglio degli adempimenti fiscali inutili è il primo passo verso il miglioramento del rapporto tra Fisco e cittadini. Rielaborati ben sessantacinque modelli tra comunicazioni dei contribuenti ed avvisi fiscali

Rielaborati dall’Agenzia delle Entrate ben 65 modelli, tra comunicazioni dei contribuenti ed avvisi fiscali. Alcuni spuntano per la prima volta, come la domanda di annullamento in autotutela di atti ritenuti illegittimi.
Evidentemente l’Agenzia delle Entrate intende proseguire nel solco della semplificazione e della tax compliance che da molto tempo sono divenute obiettivo di primaria importanza, obiettivo non meno importante del ruolo tradizionale di ente impositore dei tributi erariali.
In pratica, ci si va sempre di più rendendo conto che migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, così come voluto dallo “Statuto”, la legge 27/7/2000 n.212, con un dialogo diverso ed un taglio serio degli adempimenti fiscali inutili, è l’arma vincente per trovare rimedio all’evasione fiscale.
Si ricorda, al riguardo, che costa diversi miliardi di Euro all’anno la burocrazia fiscale nel nostro Paese. Pare che ogni azienda sia costretta a sopportare mediamente ogni anno una spesa di 10.000 Euro e l’insieme degli adempimenti comporterebbe l’utilizzo annuale di 28 giornale di lavoro.
Dati abbastanza significativi, questi ultimi, perché mettono bene in evidenza il costo al quale vanno incontro i cittadini per “pagare le tasse”. Si tratta, in pratica, di un costo aggiuntivo ai tributi veri e propri, una sorta di tassa occulta, che, forse più dell’esborso destinato all’Erario, contribuisce a scoraggiare l’adempimento spontaneo e ad aumentare le reazioni dei cittadini verso il fisco.
Eppure di semplificazione se ne parla da quasi venti anni. Il primo provvedimento è stato il Decreto Legge 31/5/94 n.330. Con questo provvedimento sono stati eliminati alcuni adempimenti (come la comunicazione dell’utilizzo del plafond da parte degli esportatori abituali), è stato previsto il differimento della scadenza al primo giorno non festivo successivo al sabato o alla domenica, concessa la possibilità di firmare, (entro 30 giorni dall’invito dell’Ufficio) la dichiarazione erroneamente spedita senza firma.
A questa disposizione ne hanno fatto seguito tante altre, riguardanti, per esempio, l’abolizione bolletta di accompagnamento, degli elenchi clienti e fornitori, della dichiarazione periodica IVA, della vidimazione dei registri fiscali, la previsione del comportamento concludente per le opzioni, ecc, in tal modo proseguendo, nel corso degli anni, nel filone della semplificazione tributaria che sempre di più andava considerata strumento per favorire la fiducia dei cittadini verso l’Amministrazione Finanziaria.
E’ proprio questo rapporto di fiducia, infatti, che fa aumentare la tax compliance, senza la quale la lotta all’evasione, con il solo metodo della repressione e dell’aumento degli adempimenti formali, è risultata assolutamente inutile.
Non è la complicazione che scoraggia l’evasione. Anzi le cose complicate favoriscono l’aumento di una zona grigia nella quale l’evasore prolifera indisturbato. Un sistema semplice, invece, dà maggiore trasparenza al sistema fiscale rendendo più facile l’adempimento tributario e più difficile sfuggire ad esso.
Va detto, comunque, che a fianco dei diversi tentativi di semplificazione fiscale di natura legislativa, come quelli prima cennati, da molto tempo l’Agenzia delle Entrate svolge un ruolo estremamente importante ed efficace, rendendo ai cittadini una serie nutritissima di servizi, principalmente con il mezzo informatico, molti dei quali espressamente richiesti dallo Statuto dei Diritti del Contribuente, come l’informazione del contribuente sulle disposizioni legislative e amministrative vigenti, la conoscenza degli atti diretti al contribuente e la realizzazione di una concreta semplificazione nell’approccio del cittadino verso l’ufficio fiscale.
Ma la semplificazione non si ferma qui.
Recentemente è stato predisposto un “Disegno di legge delega”, attualmente all’esame del Senato, con il quale dovrebbero essere ridisegnati numerosi adempimenti fiscali e riviste numerose disposizioni che, anche alla luce della giurisprudenza, sono apparse di difficile attuazione e, qualche volta, anche eccessivamente penalizzanti per le imprese ed i professionisti.
Mi riferisco, per esempio, alle norme sull’abuso del diritto, a quelle in materia di IRAP (la famosa “autonoma organizzazione”), a quelle sulle “società di comodo”, ecc., disposizioni che, se adeguatamente modificate, avranno sicuramente un impatto migliore nei cittadini ed una efficacia di gran lunga superiore a quella attuale. Mi riferisco pure ad altre norme che potrebbero far diventare più agevole il pagamento dei tributi, magari rendendo più diffusa la rateizzazione delle somme dovute e meno pesanti le sanzioni, anche quelle di natura penale, in tutti quei casi che sono caratterizzati dalla mancanza di evasione oppure da obiettive difficoltà del contribuente di adempiere all’obbligo fiscale.
Ed anche l’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, continua nella sua opera di semplificazione e trasparenza, analizzando ben 108 adempimenti fiscali al fine di rilevarne, anche con la collaborazione delle categorie economiche e professionali interessate, l’efficacia e le eventuali criticità, nonché riformulando, come si diceva all’inizio, ben 65 modelli standard che i contribuenti utilizzano per procedere ai più comuni adempimenti fiscali.
Questi nuovi modelli non solo sono più semplici da compilare, grazie alle più esaustive indicazioni fornite al contribuente, ma contengono anche un linguaggio diverso dal passato, più chiaro e meno burocratico, rivolgendosi spesso al cittadino con la frase “Gentile contribuente .. “, mostrando in questo modo il lato buono del fisco, ossia quello che non vuole minacciare, ma soltanto far capire che le tasse, quelle giuste, vanno pagate, seppure nell’assoluto rispetto dell’art.53 della nostra Costituzione e dello Statuto dei Diritti del Contribuente.
Insomma, è in corso una grossa operazione di buon senso, fortemente condivisa dal Direttore delle Entrate Befera e recentemente auspicata in maniera molto decisa anche dalla Confindustria (secondo Squinzi si può anche morire di burocrazia fiscale) e dal Presidente dei Commercialisti Siciliotti, operazione la quale, se accompagnata veramente dalle preannunciate modifiche legislative in materia di razionalizzazione del sistema tributario, potrà – finalmente – produrre veramente grossi effetti positivi in materia di tax compliance.
Fondamentale, comunque, sarà il rispetto di tutte le regole previste dallo Statuto dei Diritti del Contribuente, una legge priva di valenza costituzionale e, pertanto, come è ben noto, costantemente violata, anche e principalmente dallo stesso Legislatore, vanificando in questo modo lo spirito e gli obiettivi che lo “Statuto” si prefigge.

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