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Palermo – Strisce blu: sono illegittime se non c’è il Piano del traffico

Gaspare Ingargiola

Palermo – Strisce blu: sono illegittime se non c’è il Piano del traffico

giovedì 08 Novembre 2012

Ci sono stalli affidati all’Apcoa e all’Amat: per queste ultime la convenzione è scaduta nel 2008. Sosta e parcheggio, le distinzioni del Cds e le varie sentenze dei giudici

PALERMO – Le strisce blu che ricoprono le strade palermitane sono illegittime. Lo sostenevano automobilisti e consumatori e lo scrivono le sentenze del Giudice di Pace. Di recente il Comune ha presentato le linee-guida del nuovo Piano regolatore, nel quale sarà inserito un Piano Urbano del Traffico, che dovrà per forza di cose mettere a norma le tante situazioni irregolari o contraddittorie dell’urbanistica del capoluogo. Tra queste ci sono, appunto, le strisce blu. Innanzitutto dall’amministrazione dovrebbe giungere un’interpretazione chiara e univoca sulla definizione di “carreggiata” e sulla distinzione tra “sosta” e “parcheggio”. Molti dei ricorsi che gli automobilisti hanno presentato in questi anni sono infatti dovuti al fatto che l’art. 3 del Codice della Strada definisce la carreggiata “parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli, composta da una o più corsie di marcia e, in genere, pavimentata e delimitata da strisce di margine”.
Le strisce blu fanno parte della carreggiata? Teoricamente dovrebbero essere poste al di fuori dell’area di scorrimento dei veicoli. La distinzione che il CdS fa tra “sosta” e “parcheggio” non chiarisce: il parcheggio è “area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata o non dei veicoli”. La sosta (art. 157 comma c) è invece “la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo, con possibilità di allontanamento da parte del conducente”. Su questo punto si è pronunciato il giudice di pace Antonino Lazzara con la sentenza del 18/06/10: il sindaco “può vietare o limitare o subordinare al pagamento il parcheggio o la sosta dei veicoli” (art. 7), tuttavia non sarebbe legittimo far pagare la sosta in aree poste all’interno della carreggiata. Inoltre la sentenza rileva “l’insussistenza di aree gratuite nelle adiacenze”, previste dalla legge.
Un’interpretazione contraddetta da un altro giudice, Vincenzo Vitale, che in una sentenza del 6 aprile sostiene che “di regola il parcheggio deve essere collocato fuori del flusso della circolazione, ma non necessariamente fuori della sede stradale”. Un secondo ordine di obiezioni alla regolarità delle strisce blu è mosso dalla sentenza del 15 giugno del giudice Maria Luisa Gugino, che pone l’attenzione sul confusionario sistema di concessione, gestione e controllo. Una parte degli stalli (2701, di cui 861 gratuiti) è gestito dalla società mantovana Apcoa Parking Italia Spa, che sorveglia le aree del centro città. L’affidamento risale all’estate del 2006, quando un’ordinanza della giunta Cammarata stipulò una concessione con la ditta Gecopre di Cagliari per la costruzione e gestione del parcheggio interrato di piazza V.E. Orlando. La convenzione riguardava anche la sosta in superficie, che la Gecopre subappaltò all’Apcoa. Il risultato fu la drastica riduzione dei posti per i residenti.
Su questi stalli la Polizia municipale non interviene, perché la concessione è “privata” e il controllo affidato al personale Apcoa. Diverso il caso della zone blu affidate dall’Amat, partecipata comunale. La sentenza di giugno rileva “la scadenza della convenzione con l’Amat”. L’assegnazione gratuita temporanea, fino al 31/12/08, non è stata prorogata né può essere considerata valida per tacito assenso: “il Comune di Palermo non ha fornito alcuna prova in merito all’adozione di un provvedimento di proroga dell’efficacia della concessione”, si legge. Che non sarebbe più valida da 4 anni. Se non bastasse, già con la sentenza 842/08 il Tar Sicilia si era a sua volta pronunciato sulla validità di strisce blu e Zone a Traffico Limitato, annullando perché illegittime “tutte le ordinanze sindacali e tutti gli atti preordinati, connessi e consequenziali” in assenza del Put. Spetta ora alla Giunta riportare le cose nell’alveo della legge.

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