Crocetta punta ai tecnici ma i partiti “premono” - QdS

Crocetta punta ai tecnici ma i partiti “premono”

Raffaella Pessina

Crocetta punta ai tecnici ma i partiti “premono”

venerdì 09 Novembre 2012

Dopo Borsellino e Battiato, il nome di Marino, procuratore antimafia. Per i precari, la soluzione è incentivare i privati ad assumerli

PALERMO – Il nuovo presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, sta mettendo a punto il complicato gioco delle poltrone degli assessorati: dopo i nomi di Lucia Borsellino alla Sanità e di Franco Battiato al Turismo, ecco che spunta un altro nome: è quello di Nicolò Marino, procuratore antimafia della Dda di Caltanissetta. L’interessato deve ancora dare una risposta e ovviamente non si conosce quali intenzioni abbia, se accettare o rifiutare. Di certo il suo operato è stato l’oggetto degli incontri che ha avuto a Roma con Bersani e Casini: “da loro ho ricevuto carta bianca”. Crocetta annuncia norme “severe” contro la corruzione e la mafia.
“Il laboratorio – dice il neo presidente – l’ho già fatto a Gela”. La sua giunta sarà formata dal 50% di donne. Di certo il governatore auspica un esecutivo di tecnici che conoscono la materia di cui si dovranno occupare, ma i partiti premono per ottenere una parte di quelle poltrone. E, se è vero che in questa stagione di crisi politica ed economica essere a capo di un assessorato è più che altro un onere che un onore, è altrettanto vero che vi sono assessorati “pesanti”ed altri ai quali si dà un peso inferiore, sia a livello di gestione del portafoglio che di responsabilità. Di sicuro l’assessorato al Bilancio sarà molto conteso. Anche se in un documento inviato proprio al presidente della Regione, l’ex assessore all’economia Gaetano Armao ha informato che “nel 2014, con esclusione della Sanità, su un bilancio di 27 miliardi, si potranno effettuare pagamenti soltanto per 4,6 miliardi; a ciò conseguirà che, al netto di stipendi, pensioni e restituzione del debito, le risorse disponibili per pagare tutto il resto si ridurranno a poco più di 1,8 miliardi, compresi gli investimenti ed il cofinanziamento alla spesa europea”.
Crocetta dal canto suo ha dichiarato che a lui non interessa fare un governicchio. “A me interessa un grande governo. Rosario Crocetta ha vinto – ha detto  – e ha vinto su una scelta ben precisa: la lotta alla mafia, la lotta allo spreco, la solidarietà per i deboli. Su questo è possibile un patto con l’Assemblea per il risanamento sociale, senza macelleria sociale? Se così non sarà, vuol dire che l’Assemblea si prenderà la responsabilità di andare alle elezioni anticipate”.
Crocetta ha aggiunto di non voler rinunciare ai suoi valori per una maggioranza. “O si governa con senso di responsabilità oppure si va a casa e se dovesse accadere sono convinto che i cittadini a quel punto mi rivoterebbero con il 60% di voti”.
Sui costi della politica da ridurre il governatore ha detto che si dimezzerà demagogicamente lo stipendio per dimostrare che questo non cambia nulla e che non sono i consiglieri a fare cassa.
Crocetta pensa di collocare i precari attraverso i privati dando loro un incentivo pari a tre anni di stipendio. Non è d’accordo a ridurre le province: “Le manterrò, perchè le prefetture sono presidi di legalità. Ma svuoterò i costi, trasferendo le competenze a Regione e Comuni”. Ed ha aggiunto: ”Il Governo deve rispettare le Regioni a statuto speciale. Penso che la Regione non debba gestire, perché una Regione non può essere allo stesso tempo controllore e controllato. La rivoluzione che voglio fare in Sicilia significa spogliarmi della gestione e decentralizzare ai Comuni”.

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