Dare i contributi in base ai risultati - QdS

Dare i contributi in base ai risultati

Carlo Alberto Tregua

Dare i contributi in base ai risultati

mercoledì 12 Agosto 2009

Finanziare eventi di vera attrazione

Basta fare un giro per l’alto Lazio, l’Umbria e le Marche: in ogni città o piccolo comune è previsto un elenco di eventi programmati dal due gennaio fino al 31 dicembre. I soldi che gli enti pubblici escono per attirare turisti regionali, nazionali e internazionali sono ben spesi. A una condizione, però: che non vadano a finanziare imbrogli e parassiti che vivono sulla greppia pubblica senza nulla dare.
La questione riguarda anche i contributi ad associazioni di vario genere che la Regione elencava nel famigerato elenco H per il quale aveva previsto finanziamenti pari a 78 milioni di euro. Il Commissario dello Stato ha cassato questa norma, ma gli appetiti sono rimasti e gli assessori, anziché fare una vera selezione – stabilendo a chi dare il contributo perché molto utile socialmente – hanno messo in moto i loro uffici per cercare uno stratagemma utile a inserire le elargizioni clientelari nei loro capitoli di bilancio, ricorrendo allo strumento dell’assestamento, che di solito vara la Giunta di Governo.

Per misurare l’efficacia dei contributi agli eventi, il modo c’è. Questo modo scopre i disonesti che li chiedono per arricchirsi e non per dare servizi ludici alla collettività. Basta che l’assessore al ramo affidi al Corecom (Comitato regionale per la comunicazione) l’incarico di misurare l’efficacia delle spesa. Il Corecom, oggi presieduto da Lorenzo Alessi, ha fra i suoi compiti quello di misurare l’efficacia della comunicazione.
Com’è noto, l’audience della rete web si misura in maniera precisa. Tanto che ormai la vendita della pubblicità avviene in rapporto al numero di click su ogni sito. L’assegnazione di contributi a eventi dovrebbe ribaltare la modalità: da quella indiscriminata a quella misurata per click. Non solo non è difficile farlo, ma si potrebbe così creare un sistema oggettivo e automatico di assegnazione di contributi non più a pioggia, ma per risultati.

 
Ma poi, perché la Regione non assume società di Fund raiser, le quali, previo pagamento di una commissione, vanno alla ricerca di fondi da destinare alla ristrutturazione e gestione di beni culturali nonché a eventi che diano dei ritorni di immagine? È, questa, un’attività nota in tutto il mondo, che qui non si fa perché sembrerebbe una bestemmia attrarre risorse private verso il settore pubblico, mentre in atto l’andamento va dal settore pubblico a quello privato.
Razionalizzare le risorse per produrre effetti positivi e aumentare il numero di eventi, per qualità e quantità, sarebbero conseguenza dell’incremento dell’efficienza basata sul merito e del contestuale taglio di ogni forma clientelare atta a finanziare pelandroni che non sono capaci di stare sul mercato.
Il ceto politico e quello burocratico siciliano è chiamato da subito a uno sforzo straordinario, quello di ribaltare il malfunzionamento dei decenni passati.
 
Vorremmo sentir rispondere a tanti dirigenti regionali e comunali, quando un loro dipendente chiede se una certa attività possano farla domani o l’indomani: “No, deve esser fatta ieri sera”. Il che significherebbe mettere in secondo piano le esigenze personali di tutti quelli che lavorano nel settore pubblico, i quali finalmente dovrebbero aver compreso che devono servire i loro datori di lavoro e cioè i siciliani.
Qualcuno ci rimprovera di ripetere questi concetti anche monotonamente. Ma la monotonia non sta nel ripetere queste analisi e proporre le relative soluzioni, bensì nella deleteria permanenza dei problemi che non vengono risolti, con gravi responsabilità di coloro che dovrebbero risolverli.
La salutare crisi che ha investito il Paese e la Sicilia ha la capacità di mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità. Quando i servizi pubblici comunque vanno erogati e devono costare sempre di meno, gli amministratori non hanno che una strada obbligata: inserire merito e organizzazione nei processi produttivi loro affidati, aumentando la qualità e diminuendo le spese. Non è un paradosso, è la verità che comprende chi ha competenza. Solo i cialtroni contrastano questa verità.

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