Stragi mafiose del '92-'93, preso chi fornì il tritolo - QdS

Stragi mafiose del ’92-’93, preso chi fornì il tritolo

Andrea Carlino

Stragi mafiose del ’92-’93, preso chi fornì il tritolo

martedì 13 Novembre 2012

Arrestato Cosimo D’Amato grazie alle rivelazioni del pentito Spatuzza

FIRENZE – Con l’accusa di avere fornito l’esplosivo per le stragi mafiose del 1993, ma anche per la strage di Capaci del 1992, la Dia ha arrestato su ordine del gip del Tribunale di Firenze, un pescatore di Santa Flavia, piccolo centro sul mare del palermitano.
Si chiama Cosimo D’Amato ed è parente di Cosimo Lo Nigro, già condannato per le stragi.
Ad accusare il pescatore è stato il neo collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, ex uomo di fiducia dei boss di Brancaccio.
L’arresto è avvenuto  nell’ambito delle indagini relative alle stragi mafiose avvenute a Firenze, Roma e Milano negli anni 1993-94.
D’Amato è ritenuto responsabile di aver fornito, in modo continuativo, come si legge nell’ordinanza del gip, ingenti quantitativi di tritolo ricavati dal recupero in mare di residuati bellici, successivamente utilizzati dai commandi mafiosi per le stragi di Roma, in via Fauro (14 maggio 1993), a Firenze, in via dei Georgofili (27 maggio 1993), a Milano, in via Palestro (27 luglio 1993) e a Roma, in piazza San Giovanni in Laterano e in via San Giorgio al Velabro (28 luglio 1993). D’Amato è accusato anche di aver preparato il tritolo per il fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma (23 gennaio 1994).
Il pescatore avrebbe fornito circa 800 kg di tritolo. Gli accertamenti hanno permesso di identificare che l’esplosivo è stato ricavato da bombe di profondità sganciate da aerei militari francesi, tedeschi e americani. D’Amato non solo recuperava le bombe inesplose ma anche le mine cadute in mare.
“Non ci siamo mai fermati, non siamo fermi e non ci fermeremo mai di fronte a niente nella ricerca dei concorrenti in connessione con le stragi mafia del 1992-’93”, ha detto Giuseppe Quattrocchi, procuratore capo di Firenze.
“Ancora una volta nel corso di queste indagini – ha poi osservato – le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza sono state fortemente riscontrate”’. Grazie ai riscontri è stato individuato il luogo in cui lo stesso D’Amato custodiva l’esplosivo e il luogo in cui avvenivano i prelevamenti del tritolo da parte di Cosa nostra per compiere le stragi. D’Amato depositava il tritolo estratto dalle bombe inesplose in alcuni magazzini di sua proprietà a Porticello, una località del comune di Santa Flavia in provincia di Palermo.

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