Aumentano al Sud i debiti per il mutuo - QdS

Aumentano al Sud i debiti per il mutuo

Liliana Rosano

Aumentano al Sud i debiti per il mutuo

venerdì 16 Novembre 2012

I dati sono contenuti nell’ultimo Rapporto della Banca d’Italia dal titolo “Economia delle regioni italiane”. In Sicilia, nel 2009, le famiglie indebitate erano l’8,1%, contro il 7,6% del 2005

Palermo – Al mutuo gli italiani non rinunciano, nonostante la crisi. Ed è proprio il mutuo per l’acquisto dell’abitazione la voce principale dell’indebitamento familiare in tutte le regioni. Sono alcuni dei dati contenuti nell’ultimo Rapporto della Banca d’Italia “Economia delle regioni italiane”. L’aumento dell’indebitamento ha accomunato tutte le macroaree, ma è risultato più rapido nel Mezzogiorno anche se rimangono tuttavia marcate le differenze tra regioni, anche all’interno della stessa area territoriale.
Il debito delle famiglie presenta una composizione eterogenea fra aree territoriali: i mutui, che ne rappresentano la componente principale, incidono per una quota maggiore sull’indebitamento complessivo nelle regioni centro-settentrionali (circa l’85 per cento nel 2011), che nel Mezzogiorno (due terzi). Il credito finalizzato al consumo, che rappresenta la parte restante dell’indebitamento, incide in misura particolarmente rilevante in Calabria, Sicilia e Sardegna e in misura nettamente più contenuta nelle regioni del Nord Est.
Il mutuo per l’acquisto dell’abitazione costituisce comunque in tutte le regioni la voce principale dell’indebitamento familiare.
Sulla base dei risultati dell’ultima indagine, poco meno del 14 per cento delle famiglie aveva acceso un mutuo per l’acquisto di un’abitazione. La diffusione era superiore alla media nelle regioni del Nord (tra il 16 e il 17 per cento delle famiglie), e, in minor misura, in quelle centrali. Nelle regioni meridionali solo l’8,5 per cento delle famiglie risultava indebitato per questo motivo, con un minimo del 5,5 percento in Campania. In Sicilia, la percentuale nel 2009 era dell’8,1 rispetto al 7,6 del 2005. Questo aumento conferma il trend in tutte le regioni: la crescita della percentuali delle persone che accendono un mutuo. Seppure con una certa variabilità tra regioni , la quota è cresciuta tra il 2005 e il 2009 in tutte le aree, in modo più rapido nel Nord Est (dal 15,1 al 16,5 per cento). La frequenza di indebitamento è maggiore presso le famiglie con redditi più elevati: nella media del campione, il 21,5 per cento delle famiglie più abbienti era titolare di un mutuo nel 2009, a fronte di appena il 6 per cento delle famiglie con redditi minori.
Tale differenza, che si riscontra in tutte le aree del Paese, appare più evidente nelle regioni del Centro Nord, meno in quelle del Mezzogiorno, e si è accentuata pressoché ovunque tra il 2005 e il 2009.
Anche a seguito del mutamento della distribuzione dei finanziamenti per fasce di reddito, il valore  del debito residuo per nucleo familiare indebitato è salito di quasi il 40 per cento tra il 2005 e il 2009, da circa 56.000 a 77.000 euro. L’incremento è stato maggiore, intorno al 44 per cento, nelle regioni del Nord Ovest e in quelle meridionali; il mutuo della famiglia mediana più elevato resta quello dei nuclei familiari del Nord Est.
Nel complesso, tra il 2005 e il 2009, il servizio del debito è aumentato in tutte le aree del Paese: l’indicatore è cresciuto nel Mezzogiorno di 2,8 punti percentuali, più che nella media del campione (2 punti). Nel Rapporto, si parla anche della “vulnerabilità finanziaria”, definendo una famiglia  finanziariamente vulnerabile se destina al servizio del debito una quota del proprio reddito superiore al 30 per cento. Le famiglie che presentano valori dell’indicatore oltre questa soglia sono più diffuse al Centro Nord, con una punta del 3,8 per cento nel Nord Est; la quota scende a circa la metà nel Mezzogiorno (1,7 per cento). Dopo l’inizio della crisi, la quota di famiglie vulnerabili si è ampliata in tutte le aree del Paese, più marcatamente nel Nord Est.
La distribuzione non è stata uniforme nelle varie classi di reddito: nel 2009, apparivano mediamente più vulnerabili le classi medie, in particolare nelle regioni nord-orientali. Per contro, nel Mezzogiorno le famiglie vulnerabili erano più diffuse nelle fasce con redditi inferiori, anche in conseguenza di una minore polarizzazione del debito presso le classi più abbienti. La maggiore vulnerabilità delle fasce medie sembra essere un fenomeno relativamente recente, e appariva meno evidente nell’indagine riferita al 2005.

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