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Palermo – Gesip: famiglie in fila per la pasta. Ma la Cig è ancora un miraggio

Gaspare Ingargiola

Palermo – Gesip: famiglie in fila per la pasta. Ma la Cig è ancora un miraggio

sabato 17 Novembre 2012

Per la Cassa integrazione è necessaria una società consortile, ma il Comune le ha destinato pochi spiccioli. Si fa sempre più grave la situazione dei dipendenti, da settembre senza stipendio

PALERMO – Si fa sempre più grave la situazione della Gesip, la partecipata del Comune di Palermo i cui dipendenti sono da settembre senza stipendio e in astensione forzata da lavoro. Martedì, nel corso di una conferenza stampa a villa Niscemi, il sindaco Leoluca Orlando ha detto a chiare lettere che “la Cassa Integrazione guadagni per i dipendenti della Gesip è indispensabile”.
Il nodo diventa, a questo punto, il tavolo tecnico che il sindaco ha chiesto di aprire al più presto in una lettera indirizzata al neo presidente della Regione, Rosario Crocetta, alle ministro Elsa Fornero e Annamaria Cancellieri e al sottosegretario Antonio Catricalà, per sbloccare i fondi per la Cig che da Roma non sono mai arrivati. Impossibile prevedere chi li sborserà: nel 2011 il Comune ha speso per le partecipate oltre 293 milioni di euro, 64 per la sola Gesip, ed è vicino al dissesto finanziario. La Regione non naviga nell’oro. E sul capo di Palazzo delle Aquile pende anche la liquidazione dell’Amia, commissariata dal ministero allo Sviluppo economico e sulla quale il Tribunale fallimentare deve ancora pronunciarsi. Difficilmente i servizi Gesip riprenderanno prima di gennaio. Alla Cig è vincolata anche la formazione della nuova società consortile, per la quale il Comune ha destinato nel bilancio preventivo, approvato di recente, circa 200 mila euro. Pochi, considerato quanto personale orbita nell’universo delle partecipate.
LE REAZIONI DEI DIPENDENTI. Le proteste non si sono fatte attendere: lo stesso martedì, alla notizia che i soldi per la Cig ancora non ci sono i lavoratori sono saliti sul tetto del teatro Bellini, poi su quello della Chiesa della Martorana. Infine sono scesi in piazza Bellini, rovesciando incivilmente i vasi delle piante. Il giorno prima un’operaia aveva minacciato il suicidio, venendo dissuasa dai poliziotti. Altri hanno occupato qualche giorno fa la sede della società, in via Maggiore Toselli, mentre un gruppo ha piantato le tende per “campeggiare” davanti Palazzo delle Aquile. La tensione è alle stelle, la disperazione ha spinto alcuni ad eccedere: a cavallo dei Santi il pool antiterrorismo della Procura e gli agenti della Digos hanno sventato un piano di alcuni agitatori della partecipata che volevano occupare i seggi e impedire il regolare svolgimento delle votazioni. Dieci le denunce.
SOLIDARIETÀ. Il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Orlando, ha chiesto soccorso alla sezione palermitana dell’associazione nazionale di Azione sociale, che ha deciso, assieme al Banco alimentare, di distribuire latte, pasta e altri generi di prima necessità alle famiglie. L’annuncio era stato fatto venerdì 9, sabato mattina le scorte alimentari dell’Anas erano già esaurite: in poche ore circa 150 famiglie si sono presentate alla sede nel quartiere Villagrazia. E altre 450 sono rimaste a bocca asciutta. L’appello alla solidarietà è stato rilanciato dall’assessore comunale alla Cittadinanza sociale, Agnese Ciulla, che ha parlato di “situazione grave, serve l’aiuto di tutti” e ha rivelato come altri enti, tra cui la Caritas, “si siano già mobilitati”.
SALA DELLE LAPIDI. Sembra slittare alla prossima settimana il Consiglio comunale sulla Gesip. Durante l’ultima seduta c’è stata baruffa tra l’opposizione, che chiedeva a Orlando di relazionare in prima persona, e la maggioranza, che ha voluto portare avanti i lavori autonomamente. Il consigliere Mimmo Russo ha lanciato la proposta di un “contratto di solidarietà per tutti i lavoratori delle società partecipate, che non perderanno quasi nulla in busta paga grazie alla riqualificazione professionale. E il Comune risparmierà cento milioni di euro l’anno”. Il vice presidente Nadia Spallitta, nel ribadire la necessità di un aiuto dalla Regione e della creazione della Newco, ha suggerito invece “l’attivazione del prepensionamento”.
 

 
I lavoratori piangono, le cifre ballano

PALERMO – Ma perché la Cassa integrazione per i lavoratori Gesip non è mai arrivata? L’11 settembre il Governo nazionale garantisce, ma non assegna, un finanziamento di 50 milioni di euro per la Cig in deroga per le partecipate siciliane. I soldi però non arrivano perché, come precisa il 19 settembre una nota del ministero del Lavoro, “condizione essenziale è che la Regione abbia utilizzato completamente le risorse attribuite lo scorso anno e, soprattutto, che abbia corrisposto all’Inps la parte dovuta”, ossia un debito di 12,5 milioni. La Regione risponde che “il debito con l’Inps non può essere d’ostacolo”, ma intanto esclude la corsia preferenziale di accesso al finanziamento per la Gesip: tutte le partecipate e gli enti regionali in crisi vanno trattati nello stesso modo e comunque a fine settembre la copertura finanziaria per i primi stanziamenti è già esaurita. Il 5 ottobre una buona notizia: il Comune tira fuori tra gli 800 e i mille euro a operaio per i servizi resi negli asili nido. Nel frattempo i contorni della vicenda si allargano, coinvolgendo Regione e ministero del Lavoro in uno stanco balletto sulle cifre: per Palazzo d’Orleans i fondi assegnati a settembre sono insufficienti, servono almeno 100 milioni, 120 se si includono gli operatori della Formazione. Arriva finalmente l’accordo che sblocca i famosi 50 milioni, ma i conti con la Gesip non vengono ancora saldati, anche perché non c’è tempo: il 28 ottobre finisce l’era Lombardo, Rosario Crocetta è il nuovo presidente. Il 7 novembre i sindacati, sbagliando obiettivo, chiedono 14 milioni a Palazzo delle Aquile, che ovviamente non li ha. La soluzione finale è ancora lontana. Anche la società consortile, che il sindaco Orlando indica come la panacea di tutti i mali, non sembra in dirittura d’arrivo: la formazione di un nuovo ente che inglobi tutte le partecipate comunali, consentendo la mobilità dei dipendenti al suo interno, deve essere autorizzata a Roma.

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