Favara: il regno dei dipendenti comunali. Uno ogni 67 cittadini e 343 sono precari - QdS

Favara: il regno dei dipendenti comunali. Uno ogni 67 cittadini e 343 sono precari

Calogero Conigliaro

Favara: il regno dei dipendenti comunali. Uno ogni 67 cittadini e 343 sono precari

martedì 20 Novembre 2012

Nell’80% dei casi paga la Regione. Il tentativo di impiegarli nella riscossione dei tributi locali

Agrigento – Tra i Comuni dell’agrigentino ad avere un alto numero di dipendenti con una decisa maggioranza di personale precario c’è certamente Favara. Il popoloso centro urbano, a pochi chilometri dalla città capoluogo, ha infatti una popolazione di 33 mila persone circa ed un numero di dipendenti comunali pari a 488 unità. Di fatto un cittadino su 67 a Favara è un impiegato comunale, una media se non da record tra le più alte della Sicilia.
L’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Rosario Manganella, ha però un obiettivo prioritario, quello dell’utilizzazione di tutto il personale realizzando una lotta senza quartiere all’assenteismo non giustificato e creando nuovi servizi che impegnino il personale a disposizione. “Ovviamente la situazione attuale con quasi 500 dipendenti è una situazione ereditata – spiega il primo cittadino Manganella – il precariato è una realtà che ha creato la Regione Siciliana negli anni passati. Noi sindaci dobbiamo adesso confrontarci da un lato con un personale numeroso e dall’altro con i tagli difficilmente sostenibili che dallo Stato e dalla stessa Regione sono stati fatti per far quadrare i loro conti. Non ci possono essere dubbi sul fatto che ormai si rischia il dissesto finanziario che causerebbe tra i tanti effetti nefasti, il licenziamento del personale precario dell’ente e la messa in mobilità di quello di ruolo che secondo i parametri dello Stato sia superiore alle reali necessità.
“Nella mia cittadina ci sono 145 dipendenti di ruolo ed altri 343 precari circa, di questi ultimi per la maggior parte il compenso dell’80% viene erogato dalla Regione. È chiaro che in molti casi le loro famiglie sono monoreddito ed i temuti tagli previsti dai decreti del Governo romano potrebbero creare un problema sociale enorme, in una terra che sta vedendo in questi giorni una crisi economica senza precedenti”.
Dunque a Favara si vive con profonda apprensione la battaglia giocata a Roma e Palermo sul futuro dei 22.500 precari siciliani degli enti locali e delle Asp, nei mesi passati numerose sono state le assemblee, alcune delle quali promosse proprio dallo stesso sindaco Manganella con la collaborazione delle maggiori sigle sindacali.
“Abbiamo avuto recentemente un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Catricalà – ha spiegato Alfonso Buscemi della Cgil Funzione pubblica – che ci ha rassicurato sul fatto che la legge nazionale che riduceva la possibilità di spesa per la prosecuzione dei contratti per il personale precario non si applicherà in Sicilia, grazie ad un comma inserito. Tuttavia restano le preoccupazioni a causa della penuria di fondi della Regione Sicilia la quale negli ultimi mesi ha potuto inviare ai Comuni soltanto l’80% del contributo a loro spettante. Di conseguenza in Comuni come Favara si è registrato il fatto che ultimamente i dipendenti non hanno percepito l’intero stipendio. Una situazione che ci preoccupa, ciò nonostante noi sindacati ed i lavoratori stessi, abbiamo preferito tergiversare, perché con senso di responsabilità ci rendiamo conto del momento difficile che stanno vivendo tutti gli enti locali i quali rischiano in alcuni casi il dissesto finanziario che creerebbe guai ben peggiori e tra questi il rischio di licenziamento di tutti i dipendenti precari dell’ente in default”.
Intanto l’amministrazione comunale di Favara ha trovato il modo di fornire nuovi servizi alla propria comunità grazie all’impegno dei propri dipendenti precari sul fronte della riscossione dei tributi locali con l’esclusione dal servizio dell’Aipa. “Abbiamo deciso – ha continuato il sindaco Rosario Manganella – di riprendere direttamente noi come ente, la riscossione dei tributi. Lo scopo è quello di ottenere un servizio più efficace visto che anche su questo l’Aipa non ci ha soddisfatto, riuscendo a ridurre i costi grazie alla possibilità di usufruire delle professionalità che il nostro comune possiede in abbondanza.
“La speranza è quella che si riescano ad ottenere maggiori entrate, senza pagare nessun aggio sulle imposte riscosse sul nostro territorio a società del Nord Italia. In questo senso la Tarsu viene già riscossa dal nostro servizio comunale di riscossione”.
Nei mesi scorsi si è visto un impegno senza precedenti dell’amministrazione con iniziative concrete, per rendere possibile una migliore allocazione dei 343 dipendenti precari. In particolare si è indetto un bando di mobilità interna alla ricerca di ausiliari del traffico per cercare di affiancare la Polizia municipale ridotta a meno di 15 unità; ma in maniera sorprendente, dei precari in organico all’ente, nessuno ha partecipato. “Siamo ai minimi storici come personale – ha spiegato il comandante della Polizia municipale Gaetano Raia – oltre i 12 di ruolo visto alcune assenze perpetue per gravi problemi di malattia, abbiamo altri 15 unità, ma ad orario ridotto, mentre i nostri mezzi attualmente contano su appena un’auto visto che le altre 2 non sono utilizzabili. Per quanto riguarda il bando andato deserto, Favara sotto questo aspetto è come altre cittadine vicine, dove certe mansioni nel proprio territorio vengono viste come qualcosa di non facile”.
L’amministrazione non si è limitata soltanto a trovare nuove possibilità di valorizzazione del personale, ma ha iniziato un’opera di controllo dell’effettivo lavoro prestato dai dipendenti riuscendo a scoprire ben 6 casi di assenteismo ingiustificato, puntualmente punito con lettere di censura nello stato di servizio. “La linea voluta – ha commentato il segretario comunale Piero Amorosia – è quella della lotta senza quartiere al fenomeno dell’assenteismo dei dipendenti che essendo numerosissimi e quindi difficilmente controllabili approfittano allontanandosi dal posto di lavoro arbitrariamente. Per tale ragione stiamo valutando di predisporre i controlli dei cartellini specificatamente nei luoghi effettivi dove il personale svolge il proprio servizio”.

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