Troppe aziende sull’orlo del collasso - QdS

Troppe aziende sull’orlo del collasso

Nicola Digiugno

Troppe aziende sull’orlo del collasso

mercoledì 21 Novembre 2012

Forum con Salvatore Pasqualetto, segretario generale della Uil di Caltanissetta

Quali sono le principali emergenze del territorio?
“Stiamo attraversando una fase di forte criticità nella nostra realtà. Aziende sull’orlo del collasso con grande difficoltà a sopravvivere. Lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione quando non si arriva ai processi di mobilità e, quindi, al licenziamento. La madre delle emergenze è nell’ex petrolchimico di Gela, dove già quattrocento lavoratori del diretto sono in Cig, per 12 mesi, e si sta lavorando per riordinare l’indotto. La provincia di Caltanissetta corre il serio rischio di diventare un deserto di iniziative, se non si corre ai ripari. E’ assente la politica delle decisioni. Vi è un’ampia sfiducia verso coloro che non sono stati capaci di mutare il corso degli avvenimenti. Un esempio, la programmazione negoziata. Un fiume di denaro ha attraversato la provincia nissena. Patto territoriale, Contratto d’area, Patto del Golfo, Patto per l’agricoltura. La Comunità europea ci ha dato i finanziamenti per sviluppare il nostro territorio, eppure non è successo. Ricordo la grande manifestazione che si è registrata nel maggio del 2011 a Caltanissetta. Non si erano mai viste tante persone manifestare insieme. Quell’iniziativa è stata in grado di determinare l’istituzione della Zona franca per la legalità, da parte del Governo regionale”.
Come si sta intervenendo?
“Oltre ad affrontare le emergenze  quotidiane, stiamo lavorando a un’idea di sviluppo che già diversi anni fa, nel 2004, presentammo al presidente della Repubblica del tempo, Carlo Azeglio Ciampi, e che finalmente è legge alla Regione. E siamo in attesa che il ministro dello Sviluppo economico e quello del Tesoro convochino un incontro, per definire il percorso che ci porti in Europa. Non vorremmo tradire la fiducia che ci è stata accordata da quella grande manifestazione del 2011. Stiamo provando a disegnare un modello di sviluppo insieme alle istituzioni del territorio, in grado di controllare la qualità dell’imprenditore che intende investire nel progetto e abbia un’idea che possa competere e coesistere con la nostra realtà. Alla Regione chiederemo l’emanazione delle linee guida per la fruizione dei 50 milioni di euro individuati dall’assessorato alle Attività produttive e deliberati dal Cipe”.
I principali risultati raggiunti nell’ultimo anno?
“Abbiamo lavorato tantissimo sull’iniziativa della Zona franca. Al nuovo presidente della Regione chiederemo a giorni l’emanazione delle linee guida affinchè le imprese interessate all’investimento nel progetto possano beneficiare di quei 50 milioni di euro. Se riusciremo nell’intento, la fascia meridionale della Sicilia, quella che va da Canicattì, Palma di Montechiaro sino a Pietraperzia, con capofila Caltanissetta, potrà avere un beneficio di grande spessore economico e produttivo. Solo così potremo salvare le nostre popolazioni dall’emigrazione e dal disastro economico. Si tratta di una grossa opportunità di sviluppo per questo territorio”.
Come può mutare lo scenario occupazionale?
“Non sono ancora partite le opere di maggiore importanza, compresa la realizzazione del tratto stradale Caltanissetta-Canicattì. Se gli enti locali sbloccheranno i lavori cantierabili e la Zona franca arriverà alla delibera del Consiglio dei ministri per avviarsi verso l’Europa, qualcosa di serio potrà nascere e svilupparsi. L’occupazione si crea se qualcuno pensa, progetta, programma gli interventi e attrae investimenti. In assenza si corre il rischio che la nostra realtà diventi un dormitorio nell’indifferenza generale”.
 
Come giudica il dialogo con istituzioni  e imprese?
“Spesso dobbiamo unire le forze per essere ascoltati dalle istituzioni regionali e nazionali. Proprio con le istituzioni il rapporto è ondulante. Non si è mai aperto un tavolo di confronto sul disagio sociale di coloro che vivono a rischio povertà, che hanno perso il posto di lavoro, che non riescono a campare la famiglia. Spesso i sindaci sono chiusi dentro il palazzo e non vivono i drammi della gente. Necessita un cambio di tendenza e una discussione serrata. Occorre evitare l’imposizione di nuove tasse e l’aumento delle tariffe che strozzano ogni consumo. Insieme si può fare molto, l’unione fa la forza e la condizione principale è crederci”.
Cosa ci dice sul lavoro nero?
“Le dimensioni sono allarmanti in questa realtà”.
Qual è il futuro dell’Università nel Nisseno?
“Non sappiamo cosa succederà con il riordino delle province. Se Enna dovesse unirsi a Caltanissetta, e quest’ultima sarà capoluogo per ragioni storiche, si potrà giocare una grande partita anche nell’intermediazione universitaria. Abbiamo facoltà di eccellenza come Medicina e Ingegneria, nonostante l’assenza della politica, che non possiamo regalare a nessuno. Le condizioni per il rilancio ci sono tutte”.
 

 
Curriculum Salvatore Pasqualetto
 
Salvatore Pasqualetto è segretario generale della Uil di Caltanissetta e presidente del Tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità della provincia. Dal 2007, vice presidente della Camera di commercio nissena; dal 2010 con funzioni di presidente. Laureato in Giurisprudenza, è presidente nazionale del Collegio probiviri dell’Adoc e componente del Direttivo del Consorzio universitario nisseno. Fino all’aprile scorso è stato componente del Consiglio generale del Consorzio Asi di Caltanissetta. è dipendente di un ente locale dal 1978.

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