Legge Stabilità, sindaci minacciano le dimissioni - QdS

Legge Stabilità, sindaci minacciano le dimissioni

Andrea Carlino

Legge Stabilità, sindaci minacciano le dimissioni

giovedì 22 Novembre 2012

Primi cittadini sul piede di guerra a causa del taglio dei trasferimenti

ROMA – La fiducia sulla legge di stabilità ottiene il primo sì alla Camera e i sindaci insorgono, minacciando le dimissioni di massa. In aula, a Montecitorio, i voti favorevoli sono stati 426. A votare contro – oltre ai deputati di Lega e Idv – quelli delle minoranze linguistiche, di Noi Sud ma anche Paolo Vella del Pdl.
Al partito di Berlusconi ed Alfano, inoltre appartengono 18 dei 21 astenuti tra cui il coordinatore Ignazio La Russa. Ad essi si aggiungono Beppe Giulietti (Misto) e Giancarlo Lehner (Pt).
Sul testo, che dovrà poi passare al vaglio del Senato, restano le forti critiche degli enti locali, che denunciano i tagli decisi dal governo, chiedono una revisione del patto di stabilità e che le tasse locali rimangano sul territorio
I sindaci italiani, dunque, sono sul piede di guerra: se il governo confermerà i tagli ai trasferimenti e l’impianto dell’Imu, l’imposta sugli immobili si dimetteranno.
Lo spiega in una nota Graziano Delrio, presidente dell’associazione dei comuni italiani (Anci), al termine di un incontro con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda.
“Abbiamo chiarito che la Legge di stabilità è l’ultima occasione per rivedere quelle norme (Imu, Patto di stabilità e spending review) che stanno uccidendo il comparto dei comuni", dice Delrio nella nota.
I sindaci chiedono al governo di fare marcia indietro sui 2,5 miliardi di nuovi tagli ai trasferimenti previsti a partire dal 2013. Un’ipotesi alternativa, che trova l’appoggio di numerosi parlamentari, consiste nell’allentare le maglie del Patto di stabilità interno.
Sul fronte Imu, i sindaci chiedono di avere maggiore autonomia finanziaria. Il governo sta studiando una soluzione per attribuire ai comuni la quota di gettito Imu (circa 8,4 miliardi) oggi incassata dallo Stato centrale. Finora però il ministero dell’Economia non è riuscito a formalizzare una proposta soddisfacente.
L’Anci contesta anche i criteri di ripartizione del gettito Imu tra le varie amministrazioni comunali pubblicate dal Tesoro e ha deciso di sostenere i sindaci che vogliono procedere con un ricorso davanti al Tar.
“Il 29 novembre l’ufficio di presidenza dell’Anci, mentre saranno in corso i lavori sulla Legge di stabilità nella commissione Bilancio del Senato, si riunirà per decidere tempi e modalità delle dimissioni di massa”, aggiunge Delrio.
Tra oggi e domani Delrio vedrà il segretario della Lega e i leader di Pd e Pdl, Pierluigi Bersani e Angelino Alfano.
“Se dai lavori del Senato non avremo risposte alle nostre richieste già in quella fase, il giorno 29, i sindaci decideranno per le dimissioni”, conclude il presidente dell’Anci.

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