Arriva il Redditometro per valutare la coerenza tra entrate e spese - QdS

Arriva il Redditometro per valutare la coerenza tra entrate e spese

Michele Giuliano

Arriva il Redditometro per valutare la coerenza tra entrate e spese

venerdì 23 Novembre 2012

È già disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate il programma da scaricare gratuitamente. Sette macrocategorie per oltre 100 voci (dalle auto al mutuo) per ricostruire il reddito

PALERMO – Il redditest adesso diventa realtà. Da qualche giorno è infatti on line nel sito dell’Agenzia delle Entrate il software da scaricare e installare nel proprio Pc. La stessa Agenzia, dopo un gran chiacchierare attorno a questo strumento, in un incontro riservato alle associazioni di categoria e ai professionisti, ha svelato il suo funzionamento: siamo in presenza di un software per l’auto-diagnosi della coerenza fiscale del singolo contribuente.
Anzitutto c’è da sottolineare che il programma si può scaricare senza lasciare alcuna traccia sul Web, spazzando via anche le voci di possibili violazione della privacy. In pratica i dati dei concorrenti non possono essere intercettati.
Spieghiamo adesso come funziona questo Redditest. Anzitutto per dare inizio al test occorre indicare la composizione della famiglia, il Comune di residenza e vanno poi inserite le spese più significative sostenute dal nucleo familiare durante l’anno.
Le voci di spesa sono aggregate in sette “macrocategorie”: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero, cura della persona, spese varie, investimenti immobiliari e mobiliari netti. Sul canale Youtube dell’Agenzia, “entrate in video”, è stato pubblicato un filmato che illustra passo dopo passo il funzionamento del Redditest e un cartoon che risponde ai dubbi dei contribuenti sul nuovo software. C’è da dire che il nuovo redditometro partirà a gennaio e tiene conto di oltre 100 voci di spesa: dalle auto alle barche, dal possesso di cavalli al risparmio e ai movimenti bancari, dai contributi versati alle assicurazioni, ai mutui e ai lavori immobiliari, gallerie d’arte e tour operator.
Tale strumento, previsto dal decreto 78 del 2010, si applica a partire dall’anno di imposta 2009 e tiene conto di 100 voci di spesa e della residenza del cittadino. Si tratta di un metodo di ricostruzione del reddito che, a differenza del passato, non si basa su presunzioni originate dall’applicazione di coefficienti, bensì su dati certi come le spese sostenute.
Alla molteplicità delle informazioni utilizzate si aggiunge la garanzia del doppio contraddittorio. L’agenzia è infatti tenuta a dialogare con il contribuente: in fase preventiva, chiedendogli di fornire chiarimenti e di integrare, con i dati in suo possesso, le informazioni a disposizione dell’amministrazione. In una eventuale seconda fase, per definire la ricostruzione del reddito in adesione. In questo modo il contribuente può sempre fornire la prova contraria prima della quantificazione della pretesa.
In Sicilia il redditest avrà un suo peso. Infatti analizzando lo squilibrio fra entrate e uscite “di cassa”, di quelle che l’Eurispes ha individuato come famiglie tipo, lo spread siciliano risulta essere il secondo più alto in Italia (53 punti). In pratica si spende più di quanto si guadagna, cosa che fa emergere un ipotetico pericolo (più che concreto) di entrate sommerse.
A livello provinciale in 18 province lo spread supera quota 50 punti, con in testa Catania (50 punti) che precede Ragusa, e Agrigento (tutti a 57).
 

 
Dalle simulazioni effettuate emerse 4,3 mln di dichiarazioni non coerenti
 
Il problema dell’economia sommersa delle famiglie non è solo siciliana ma complessivamente italiana. Dalla simulazione attuata sulle famiglie italiane, per definire il Redditest e il nuovo redditometro, sono emerse 4,3 milioni di dichiarazioni non coerenti: inoltre quasi un milione di famiglie dichiara redditi "molto vicini allo zero" ma spende molto, molto di più. Lo ha affermato il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, presentando i nuovi strumenti a disposizione del fisco. “Se uno non è evasore – aggiunge Befera – e spende quello che guadagna o ha risparmiato, non ha nulla da temere. Il problema ce l’avrà chi è evasore, perché con i quattrini che evade danneggia la nostra economia”. Nel contempo dall’Agenzia delle entrate viene garantito “dialogo con i contribuenti” e viene assicurato che le famiglie “non debbano tenere una contabilità di tutte le spese” e la mancata coerenza “può avere mille giustificazioni, come eredità o donazioni”. Il problema sorge “solo quando ci sono grandi differenze” e “spese significative”. Insomma la sproporzione tra entrate e spese non sfuggirà ai controlli incrociati.

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