Precari e disoccupati, niente discriminazioni - QdS

Precari e disoccupati, niente discriminazioni

Carlo Alberto Tregua

Precari e disoccupati, niente discriminazioni

martedì 27 Novembre 2012

Ue, azione di responsabilità verso i dirigenti

Il primate di Sicilia e arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, ha tuonato contro la dissennata gestione della Regione negli ultimi decenni, dichiarando la sua disapprovazione se non si cambia totalmente il modo di condurre l’amministrazione regionale e quello di legiferare.
Molti hanno dimostrato stupore di fronte alla puntuale elencazione dei debiti delle Pubbliche amministrazioni, regionale e locali, che ammontano ad oltre 18 miliardi. Dove hanno vissuto tutti questi che sono rimasti a bocca aperta? Ora hanno scoperto l’acqua calda. La loro ignoranza deriva anche dal fatto che non hanno letto il QdS in questi anni, ove sono state regolarmente pubblicate le inchieste che hanno messo a nudo lo scenario, scoperto tutto ad un tratto da tanti benpensanti.
Rosario Crocetta dice che la Sicilia rischia il crac nel 2014. Probabilmente non ha chiesto o non gli hanno portato i conti veri del bilancio regionale, ove un terzo delle entrate è costituito da una voce falsa, chiamata avanzo di amministrazione, che ammonta a quasi 10 miliardi. Il che significa che le entrate vere sono solo 17 mld.

Il crac si verificherà nel 2013 per l’impossibilità di approvare una legge di stabilità e di bilancio in pareggio, a bocce ferme.
Ma se Crocetta avesse il coraggio di tagliare la spesa pubblica per 3,6 miliardi, come più volte da noi elencato, non solo otterrebbe la quadratura, ma farebbe emergere risorse per intraprendere la strada della crescita attraverso due gambe: investimenti e cantieri dei lavori pubblici.
Il problema più rilevante che ha davanti Crocetta è quello di far cessare tutti i rapporti di lavoro alla scadenza naturale del 31 dicembre prossimo, di non pagare più indennità a decine di migliaia di persone che le percepiscono senza lavorare, di risolvere i contratti con oltre mille dirigenti perché inutili alla macchina amministrativa, di azzerare il contratto dei dipendenti regionali, riportando i loro stipendi a quelli dei loro colleghi statali, di presentare un Ddl di abrogazione della legge 44/65, portando le indennità dei deputati regionali allo stesso livello di quelle dei consiglieri delle Regioni più virtuose.

 
Per fare questa operazione, il rivoluzionario di Gela ha dalla sua parte un valore formidabile: l’equità. Infatti, a fronte dei settantamila precari vi sono duecentocinquantamila disoccupati. Non vi può essere disparità di trattamento dei primi rispetto ai secondi, anche perché i primi sono entrati nella zona privilegiata in cui si trovano per effetto di raccomandazioni, i disoccupati, invece, non hanno avuto questa possibilità.
Dunque, non potendo soddisfare le esigenze di questi ultimi, non possono essere soddisfatte quelle dei precari. Se Crocetta usasse la forza di questo argomento non vediamo chi potrebbe dargli torto.
La questione dev’essere posta anche per la risoluzione dei contratti degli oltre mille dirigenti inutili. Se non c’è il riequilibrio dei conti, basandosi sui principi morali, Crocetta si avvierà verso un binario morto: le sue dimissioni, per l’impossibilità di gestire la Regione. Nuove elezioni, in tal modo, si preannuncerebbero nel 2013.

Vi è un’altra importantissima questione, per la quale bisogna che il neo presidente impieghi la maggior parte dei propri sforzi. Rimettere in moto tutti i meccanismi per spendere tutti, ma proprio tutti, i fondi europei, in modo da non esserne privati neanche di un euro. In questo versante, dovrebbe essere attivata un’azione di responsabilità, anche da parte della Corte dei Conti, nei confronti di quei dirigenti che hanno creato il disastro di non spendere i soldi europei e statali di cui la Sicilia ha bisogno come l’aria.
Un’ultima questione. Abbiamo già proposto l’istituzione dell’Aiaa (Autorità investigativa anticorruzione e  antimafia), anche sull’onda della recentissima legge 190/12 relativa a prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica amministrazione. Ora gli indichiamo l’opportunità di istituire l’Agenzia delle uscite, con la missione di selezionare la spesa pubblica e sanzionare gli sprechi. Tale Agenzia, guidata da professionisti competenti e onesti, avrebbe il compito di lavorare in tandem con la pre-indicata Aiaa, creando un fortissimo deterrente nei confronti di chi ancora specula e utilizza le risorse pubbliche come fossero private.

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