Dare spazio a nuove industrie minerarie? Per ora c’è il “no” del Consiglio comunale - QdS

Dare spazio a nuove industrie minerarie? Per ora c’è il “no” del Consiglio comunale

Calogero Conigliaro

Dare spazio a nuove industrie minerarie? Per ora c’è il “no” del Consiglio comunale

mercoledì 28 Novembre 2012

Bocciata la proposta di un impianto per trasformare la kainite in un richiestissimo fertilizzante

Realmonte (AG) – È stato presentato un progetto dell’Italkali per offrire una possibilità di sviluppo economico, grazie ad un impianto per la trasformazione della kainite in solfato di potassio, a scopo di commercializzazione quale fertilizzante naturale, un prodotto molto richiesto dal mercato globale. La società mineraria ha esposto il progetto di massima al Comune di Realmonte per la realizzazione dello stabilimento su una zona agricola a circa un paio di chilometri sia dal centro abitato che dalle vicine coste.
L’idea è arrivata in Consiglio comunale per essere discussa mettendo al voto “la manifestazione politica d’interesse”, alla realizzazione dell’industria, ma cittadini e consiglieri hanno bocciato l’area proposta, per realizzare l’opera per diverse ragioni. “Ci è sembrato assurdo poter accettare un progetto alla cieca – ha spiegato il consigliere comunale Mariella Frumusa – senza conoscere relazioni preparate da esperti esterni che certifichino la salubrità dell’impianto, come pure importante è comprendere il rispetto dell’ambiente e paesaggistico, infatti vorrei ricordare che siamo il paese della Scala dei Turchi. Inoltre deve essere chiaro che è il Consiglio comunale che decide dove destinare le attività produttive”.
 
Una posizione legittima, sposata in pieno con un voto quasi all’unanimità dal civico consesso il quale però, non si è limitato a chiedere un tavolo tecnico su tutti gli aspetti economici e scientifici, ma ha appunto bocciato il sito scelto dalla società mineraria che a Realmonte ha già un’importantissima miniera di salgemma. Proprio negli ultimi tempi si sono registrate diverse lamentele da parte del comitato civico Scavuzzo, sui danni che il traffico dei mezzi pesanti e la discarica a cielo aperto creano alla cittadina. “Non siamo ostili all’idea che a Realmonte si possa fare l’impianto per la trasformazione della kainite se non inquinante – ha affermato il sindaco Piero Puccio – ma vogliamo poter scegliere liberamente l’area da destinare all’Italkali, come certamente si dovrà affrontare anche il tema delle compensazioni che la comunità dovrà ottenere visto che il sale corrode gli automezzi e tutto quello che di metallico c’è in paese. Intanto abbiamo deciso di bocciare preliminarmente quel sito”. Un sito che si estende per un’area di 250 mila metri quadrati, con la necessità di espropriare più di 200 particelle appartenenti a numerosissime famiglie che di fatto si oppongono a tale procedura.
Intanto dall’Italkali è arrivata la disponibilità al dialogo in modo da far comprendere alla gente la proposta fatta. “Ci interessa far capire – ha spiegato Calogero Schembri, direttore della vicina miniera di salgemma – le potenzialità che per il territorio avrebbe l’industria per trasformare la kainite in solfato di potassio. Si parla di un investimento di 200 milioni di euro circa, con la creazione di 300 posti di lavoro diretti e 200 altri dovuti all’indotto. Il nostro impianto pilota realizzato alcuni anni fa, ha già testato la qualità del prodotto, il quale è uno dei migliori al mondo. Per quanto riguarda la polemica del sito, vorrei puntualizzare sul fatto che la scelta non è avvenuta casualmente, ma è stata necessaria perché l’unica area pianeggiante ricadente dentro la nostra concessione mineraria è nell’area indicata. Infatti affianco il nostro stabilimento per ottenere solfato di potassio, saranno attivate gallerie per estrarre il minerale grezzo. Per quanto riguarda il temuto inquinamento a mare delle scorie di salamoia esausta, non ci saranno problemi visto che tramite una condotta si scaricherà tutto in mare a un chilometro e mezzo dalla costa. La salamoia esausta è stata già testata chimicamente, risultando rispettosa della normativa ambientale nazionale, come certificato dall’Arpa. Le argille estratte dal minerale grezzo andranno invece a riempire gli spazi vuoti delle nostre gallerie”.
Rassicurazioni arrivano anche dai chimici dell’impianto pilota che da diverso tempo effettuato gli studi sui prodotti lavorati. “Tutto il lavoro di trasformazione della kainite – ha esposto l’ing. chimico Carlo Volpe – avviene con processi naturali, ottenuti con il calore, senza quindi l’utilizzo di acidi. La kainite è un minerale, mentre le polveri prodotte non sono cancerogene”. La parola passa adesso al tavolo tecnico, spetterà a questo valutare e fornire le informazioni necessarie alla collettività per le decisioni finali.
 

Manca una pianificazione economica del territorio

Realmonte (AG) – Dopo il voto contrario del Consiglio comunale sul sito scelto dall’Italkali per la kainite, arriva puntuale la presa di posizione della Cgil. “Siamo nettamente contrari – ha spiegato il leader Piero Mangione – alla realizzazione dell’impianto perché è su un territorio a ridosso di alcune delle coste più importanti e belle della nostra provincia dove dovrebbero sorgere impianti turistici. Il progetto all’origine doveva essere realizzato nella zona Asi di Porto Empedocle a ridosso del porto. Poi invece il tutto si arenò, a causa di contenziosi con il demanio marittimo e la stessa società mineraria la quale doveva delle somme arretrate per canoni. A questo si aggiunse la scelta politica di favorire il rigassificatore dell’Enel. Ritengo però che attualmente in quella zona, nonostante il rigassificatore, ci siano ancora gli spazi per poter creare entrambi gli impianti”. Ovvio da queste dichiarazioni che per la Cgil non ci siano dubbi sul fatto che nella zona Asi si debba creare una industrializzazione. Il fatto è che questa visione è tutt’altro che condivisa da associazioni e società civile del capoluogo confinante, perché c’è nelle vicinanze la casa natale dello scrittore Luigi Pirandello con annesso il relativo parco letterario. “Questa è l’ennesima prova, se mai ce ne fosse stata bisogno – ironizza Gaetano Pendolino del distretto turistico Valle dei Templi – che in questa terra manca del tutto la pianificazione economica del territorio. Tutto questo accade perché la politica non ha ancora fatto in maniera definitiva scelte chiare”. Per la cronaca inoltre va aggiunto che dal direttore della miniera Schembri, arriva una secca smentita sulla sufficienza degli spazi a Porto Empedocle: “Ne abbiamo chiesto 250 mila metri quadrati e ce ne sono disponibili appena 120 mila”.

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