Agricoltura: il comparto è in perenne crisi - QdS

Agricoltura: il comparto è in perenne crisi

Marcello Medica

Agricoltura: il comparto è in perenne crisi

venerdì 30 Novembre 2012

La situazione rischia di precipitare. Mercati contadini, Gas e Orti sociali sono realtà da incentivare

RAGUSA – Che l’intero comparto dell’agricoltura sia, ormai da tempo, in profonda crisi è noto a tutti, in primis agli operatori del settore che quotidianamente vivono le molteplici problematiche, di riflesso anche ai consumatori finali costretti a barcamenarsi tra prezzi e qualità dei prodotti offerti che molto spesso vengono spacciati per prodotti locali pur essendo di provenienza diversa, finanche straniera. Una situazione che sta portando alla chiusura di centinaia di piccole aziende, costituenti una volta il tessuto imprenditoriale delle nostre comunità ma che adesso si sta sfilacciando sempre più e con esso, di riflesso, il tessuto sociale. Per non parlare dei riflessi negativi a scapito delle splendide campagne delle nostre zone, una volta presidiate dalle aziende agricole ivi allocate e adesso diventate terra di nessuno, incustodite e dimenticate da tutti.
Ne è testimonianza il permanente degrado e abbandono in cui versano buona parte delle zone rurali, ad iniziare dall’impraticabilità delle poche infrastrutture presenti ed anche dalla presenza di numerose discariche abusive di rifiuti di ogni genere. È giunto il momento di chiudere definitivamente con le politiche assistenzialistiche degli ultimi decenni, che hanno praticamente affossato la maggior parte delle aziende agricole, espellendo un’intera generazione da quelle che una volta erano le rigogliose e produttive campagne dei nostri territori.
I premi Pac (Premialità agricole comunitarie), i contributi per le ristrutturazioni aziendali, i prestiti agrari di conduzione, hanno consentito soltanto la sopravvivenza nel tempo di molte aziende, causando, nello stesso tempo, una sorta di dipendenza economica e un forte indebitamento di tanti imprenditori che non riescono più a coprire i costi di produzione a fronte di prezzi di vendita fermi ad oltre venti anni fa.
Anche i politici e le associazioni di categoria, hanno le loro responsabilità in tutto ciò, come nel caso della nota vicenda delle multe sulle quote latte dove, alla fine, a farne le spese sono stati i produttori. Responsabilità anche delle cooperative del latte, nate allo scopo di aumentare il potere contrattuale dei produttori ma rivelatesi, nel tempo, invece controproducenti perché spesso asservite alle politiche degli industriali che hanno praticamente stritolato l’intero settore.
Oggi, pertanto, la situazione rischia veramente di precipitare e ciò a causa principalmente del continuo aumento dei prezzi delle materie prime e, di contro, del continuo deprezzamento dei prodotti finali. Ma qual è la via di uscita ad una tal critica e grave situazione?
In effetti, c’è chi, da tempo, propone e sta cercando di attuare nuove forme di mercato, attraverso la creazione di reti di produttori locali in grado di competere con i più forti provenienti dall’estero, la creazione di un marchio Doc per i prodotti locali, la creazione di mercati agricoli a km 0, ecc. Alcune di queste proposte sono già realtà in diversi comuni, ad iniziare dai Mercati Contadini dove i produttori hanno la possibilità di vendere i loro prodotti, qualitativamente eccellenti e genuini, ad un prezzo equo e dove i consumatori hanno la possibilità di acquistarli ad un prezzo scorporato dagli alti costi di intermediazione.
Altra esperienza positiva, che si sta sviluppando sempre più, è rappresentata dai Gas (Gruppi di Acquisto Solidale) dove, con cadenza settimanale, i produttori aderenti consegnano gli alimenti ai consumatori, implementando quella ‘filiera corta’ che permette anche il rispetto dell’ambiente e delle persone. Altre iniziative incoraggianti riguardano gli Orti Sociali, come quelli inaugurati recentemente a Modica, nati dalla collaborazione con il Dsm dell’Asp Ragusa, che da cinque anni, ormai, tra le altre esperienze riabilitative a valenza lavorativa, ha realizzato il gruppo ‘Orto biologico’, dove utenti ed operatori coltivano un appezzamento di terreno messo a disposizione dalla Comunità Ecclesiale, per poi vendere informalmente i prodotti orticoli ottenuti.
 


Condotta agraria a rischio e danni per il ciclone Athos
 
RAGUSA – Tra i tanti problemi che attanagliano l’agricoltura iblea, c’è il rischio che sia chiusa la condotta agraria di Modica. A tal riguardo, la locale associazione di categoria Unsic pretende fermamente che non si metta in dubbio la possibilità di continuare ad avere un ufficio periferico della Regione siciliana, settore agricoltura. Il suo presidente, Ignazio Abbate, si è recentemente rivolto all’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Aiello, facendo rilevare che la condotta agraria, oltre ad erogare il servizio di assegnazione gasolio agricolo agevolato, e di raccogliere le segnalazioni nei casi di eventi calamitosi che provocano danni, è uno sportello di relazione fra i produttori agricoli modicani e le istituzioni regionali, altrimenti irraggiungibili.
L’Unsic si è anche fatta portavoce delle richieste dei produttori agricoli, sollecitando gli enti competenti ad anticipare il pagamento dei premi Pac e lamentando, nello stesso tempo, i mancati interventi da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura in materia di indennità. “Ci spiace riscontare – ha denunciato Abbate – il completo silenzio riguardo agli indennizzi che la Regione Sicilia aveva promesso per i danni strutturali alle aziende causati dal ciclone Athos. A tutt’oggi, neanche un provvedimento di sospensiva dei tributi e delle scadenze agrarie è stato emanato per dare aiuto alle centinaia di aziende, che hanno visto compromessi sia il raccolto che le strutture aziendali a causa delle avverse condizioni meteorologiche”.
 

 
Più liquidità alle aziende anticipando i premi Pac
 
RAGUSA – Sul fronte degli aiuti all’agricoltura, la Comunità Europea ha già dato il via libera per l’erogazione di un anticipo del cinquanta per cento sui premi Pac per fornire liquidità alle aziende, colpite dalla grave crisi che si sta abbattendo sul comparto, le quali possono iniziare una nuova annata agraria, altresì compromessa.
I premi, serviranno, infatti, sia per anticipare le spese per l’avvio della nuova campagna agraria che per il pagamento delle rate dei prestiti agrari dell’anno in corso scadenti o già scadute. Intanto, tredici milioni e 500mila euro è la somma con cui l’assessorato regionale alle Risorse Agricole e Alimentari finanzierà la misura comunitaria 4.06 per ‘Investimenti aziendali nel comparto serricolo’.
A darne notizia è stato proprio l’ex assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Aiello, che chiarisce come questo intervento avrà ricadute specifiche anche sulla fascia trasformata dell’area iblea dove la presenza di serre è parecchio consistente. L’assessore Aiello ha anche comunicato che il dirigente generale del dipartimento per gli Interventi strutturali in agricoltura dell’assessorato alle Risorse Agricole e Alimentari della Regione siciliana, Rosaria Barresi, ha approvato gli elenchi delle richieste di aiuto istruibili, non ricevibili ed escluse, relative al bando del Piano di sviluppo rurale (Psr Sicilia 2007/2013) della misura 216 (azione A2), destinata a ‘Investimenti non produttivi in aziende agricole associati alla misura 214 (azione 214/1G)’.

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