Sicilia, aumenta l’incidenza dell’infezione da virus Hiv - QdS

Sicilia, aumenta l’incidenza dell’infezione da virus Hiv

Patrizia Penna

Sicilia, aumenta l’incidenza dell’infezione da virus Hiv

sabato 01 Dicembre 2012

Nuovi dati relativi al contagio diffusi dall’ISS in occasione della Giornata mondiale della lotta contro l’Aids. Nel 78,8% dei casi la causa è legata a rapporti sessuali non protetti

ROMA – Un contagio ogni due ore, 4.000 nuovi casi ogni anno, 2.731 casi solo in Sicilia dal 1982 ad oggi: sono numeri che fanno paura quelli dell’Aids in Italia, dove nel 2011 sono stati diagnosticati 5,8 nuovi casi di positività al virus dell’Hiv ogni 100.000 residenti. I nuovi dati relativi al contagio sono stati resi noti dall’Istituto Superiore di Sanità in occasione della Giornata Mondiale di lotta contro l’Aids che si celebra come ogni anno il 1 dicembre. “La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, che riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test HIV per la prima volta, è stata attivata in tutte le regioni italiane grazie alla stretta collaborazione intercorsa tra Centro Operativo AIDS, regioni e Ministero della Salute – spiega sul sito dell’ISS Barbara Suligoi, Direttore del Centro Operativo Aids – le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2011 sono maschi nel 75% dei casi, quota in aumento: nel 2001 il numero di maschi diagnosticati era il doppio rispetto a quello delle femmine, mentre nel 2011 è il triplo. L’età mediana è di 38 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza dell’infezione da HIV sembra avere un andamento sostanzialmente stabile; in alcune aree però (Bolzano, Sassari, Valle d’Aosta, Umbria, Sicilia) appare in aumento, mentre in altre si osserva un andamento in diminuzione (Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Trento). Nel 2011 l’incidenza più bassa è stata osservata in Calabria e quella più alta in Valle d’Aosta”.
“Nel 2011 – evidenziano i dati – continua a crescere la quota di nuove infezioni attribuibili a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono il 78,8% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,6%; MSM 33,2%). E quasi una persona su tre diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. L’incidenza è di 3,9 nuovi casi HIV per 100.000 italiani residenti e 21,0 nuovi casi HIV per 100.000 stranieri residenti. Tra gli italiani, l’incidenza HIV è più elevata al nord, mentre tra gli stranieri si osserva un’incidenza maggiore al Sud’’. “Più della metà dei casi segnalati con una nuova diagnosi di HIV, il 56%, era già in fase avanzata di malattia’’. Da quest’anno è disponibile per la prima volta il dato sul motivo che ha condotto le persone scoperte come HIV positive ad effettuare il test HIV: “nel 2011 il 24,8% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi che facevano sospettare un’infezione da HIV o l’Aids, il 13,4% in seguito ad un comportamento a rischio non specificato e il 10,3% in seguito a rapporti sessuali non protetti’’. Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 ad oggi sono stati segnalati circa 64.000 casi di Aids, di cui quasi 50.000 deceduti. Nel 2011 l’incidenza di Aids è stata di 1,3 casi per 100.000 residenti.
 
L’incidenza di Aids e il numero di decessi per anno continuano a diminuire, principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate (introdotte nel nostro Paese nel 1996). è diminuita negli ultimi dieci anni la proporzione di persone che alla diagnosi di Aids presentano una candidosi o una tubercolosi polmonare, mentre è aumentata la quota di pazienti che presentano sarcoma di Kaposi o linfomi. Nel 2011 poco più di un quarto delle persone diagnosticate con Aids ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids. Il fattore principale che determina la probabilità di avere eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids è la consapevolezza della propria sieropositività: tra il 2006 e il 2011 è aumentata costantemente la quota di persone che è arrivata allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività. Nel 2011 questa proporzione è del 62,9%.

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