Minori, il pericoloso connubio tra pedofilia e internet - QdS

Minori, il pericoloso connubio tra pedofilia e internet

Francesco Sanfilippo

Minori, il pericoloso connubio tra pedofilia e internet

martedì 04 Dicembre 2012

Passarello (Meter Onlus): “Il pedofilo è lucido e conosce, ma non ammette, le conseguenze del suo agire”. Nel 2011 accertati in Sicilia 22 casi di abuso. Le bambine le più colpite (64%)

PALERMO – La pedofilia non accenna a diminuire e le possibilità comunicative offerte dall’informatica moltiplicano la diffusione del fenomeno. Seppur non manchi un’attenzione crescente da parte delle Istituzioni e delle associazioni coinvolte, il fenomeno pedofilia continua la sua espansione. I bambini, spesso confusi da società anch’essa in confusione, sono le vittime di quest’obbrobriosa devianza.
Il nefasto fenomeno pedofilia non accenna a diminuire, anzi le nuove tecnologie lo rafforzano e lo espandono.
È quanto emerge dagli ultimi dati presentati, recentemente, dall’Associazione Meter in occasione del convegno di Telefono Amico.
Nel 2011 i bambini che hanno subito abusi nel mondo, sono stati 86.670, mentre altri 91.231 sono stati quelli sfruttati sessualmente. In quest’ultimo caso, i bambini sono spesso soggetti a essere ripresi da video e foto che poi sono messe sul web a disposizioni di altri pedofili. Ciò aumenta la disponibilità di materiale scaricabile come mai prima era accaduto, grazie alla facilità di accesso ai siti pedopornografici persino dai telefonini. Nel 2011, secondo i dati di Meter, sono stati monitorati ben 20.390 siti e 1.087 pagine nei social network. In effetti, non è difficile creare un sito web o un collegamento mimetizzato a siti proibiti. Del resto, la pedo-pornografia vale 14 miliardi di euro nel mondo e l’età media del pedofilo è intorno ai 25/30 anni.
 
Secondo i dati raccolti, invece, da Telefono Azzurro, in Sicilia sono stati individuati 22 casi di abuso, mentre le bambine sono le più colpite (64%), non mancano i casi di bambini (36%). Un fenomeno che potenzialmente può favorire i pedofili, è quello del sexting, la messa in rete spontanea da parte dei giovani di foto o video che li ritraggono nudi. La mancanza di educazione civile e l’assenza della percezione di ciò che costituisce un pericolo che la nostra società non cura, crea un’assenza di rispetto di sé nei giovani. Tale fenomeno è accentuato dalla tendenza della nostra stessa società a considerare adulti i bambini, favorendo la confusione d’identità in loro. Perciò, in cambio di una ricarica telefonica o di altri regali, non sono pochi che accettano di vedere proprie immagini intime sul web a un pubblico indistinto. In mezzo a questo, non mancano i pedofili, che ritengono queste azioni incoscienti come l’anticamera per avere un rapporto sessuale facile con quei minorenni.
 
Finora, sono stati individuati 4.561 minorenni oggetto di sexting nel 2011. Secondo le ricerche di approfondimento fatte dagli operatori, ben pochi dei ragazzi e ragazze intervistati avevano pensato al pericolo di finire nelle mani di pedofili. L’associazione Meter ha ricevuto 1.262 telefonate di denuncia nel 2010 e 1.113 nel 2011, in cui sono stati segnalati 890 casi di presunti abusi. In effetti, non tutte le denunce sono reali, poiché non sono pochi i casi di genitori separati o divorziati, prevalentemente madri, che inventano casi per vendetta nei confronti dell’altro ex coniuge nei casi di separazione. L’atteggiamento delle Istituzioni in questi casi è ambivalente, per cui le Forze dell’ordine e le scuole sono molto attente al fenomeno, mentre le Istituzioni hanno ridotto fortemente i fondi pubblici a sostegno delle associazioni. La psicologa e responsabile del centro di ascolto dell’associazione Meter, Adriana Passarello, ha dichiarato: “Il pedofilo può essere chiunque e la patologia sta nell’oggetto sessuale, ossia il bambino. Il pedofilo è lucido e conosce le conseguenze che le sue azioni hanno sui bambini, ma non lo vuole ammettere. Pur essendone cosciente, la pulsione sessuale è più forte della ragione”.

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